5) TRUE DETECTIVE E THE WIRE
Il noir come le fiabe ha sempre avuto una trama molto lineare. I polizieschi non quasi mai di natura rivelatoria quanto piuttosto procedurale: il punto non è risolvere il caso quanto insistere sui riti e le metodologie dell’investigazione. Nel fare questo esistono sempre degli stereotipi: il capo corrotto, la spogliarellista dal cuore d’oro, il detective di poche parole.
Poi la HBO ci ha regalato The Wire e dopo ancora True Detective.
The Wire, Serie Tv di culto ambientata a Baltimora, insegna che si può essere procedurali senza essere noiosi e che in alcuni casi il metodo fa la storia. Guardare The Wire è come scomporre un noir nelle sue componenti minime senza riuscirci davvero, perché è difficile isolare un eroe o un villain: un mondo in cui il buono è anche un po’ cattivo e viceversa è preferibile rispetto a uno in cui tutto è bianco o nero.
L’ulteriore evoluzione è True Detective, storia di due poliziotti di stanza in Louisiana che investigano su una serie di omicidi a sfondo apparentemente occulto. A prima vista lo show fa poco per superare gli stereotipi di genere: le atmosfere sono cupe e come dichiarano apertamente i poliziotti durante un interrogatorio, il punto non è la storia della vittima ma come loro sono arrivati a “costruire” la storia della vittima. Eppure detective e prostitute sono consapevoli della natura non necessariamente fallimentare del loro ruolo e questa è una sorpresa gradita.