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7 nuove abitudini che hanno cambiato completamente le aspettative degli appassionati di Serie Tv

3) Lunghe attese tra una stagione e l’altra delle serie tv

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Una scena della prima stagione di Taboo

Veniamo a un argomento sempre più serio, ma che ormai è talmente radicato nella normalità da non risultare più un vero e proprio problema. In principio, cosa sempre meno comune, gli show più importanti producevano almeno due stagioni insieme durante i periodi di registrazione e lavorazione. Questo modus operandi serviva per tenere occupato il pubblico per un periodo più lungo, ma anche per invogliarlo a immergersi nella narrazione. E nel mentre che due stagioni erano on air, ecco che si andava a lavorare già a quelle successive. Tuttavia, le piattaforme di streaming hanno completamente ignorato questa regola, rendendo i fan sono sempre più frustrati per via delle lunghissime attese tra una stagione e l’altra dei loro show preferiti.

E spesso e volentieri, dopo la messa in onda della stagione, risulta anche difficile trovare informazioni su un possibile rinnovo, lasciando i fan sempre col fiato sospeso.

Un esempio è rappresentato da Taboo, serie tv creata da Steven Knight sulla quale si sa ancora ben poco. La prima stagione è stata molto importante, ma sono passati ben 8 anni dalla sua messa in onda. Un altro caso interessante è quello di Invincible, per esempio. La serie animata sui supereroi si è fatta attendere per troppo tempo.

Nel 2021 Invincible sbarcò su Prime Video con una stagione da appena 8 episodi, una stagione a dir poco esplosiva che faceva ben sperare. Eppure, la seconda è arrivata soltanto recentemente, perdendo tantissimo in termini di entusiasmo. Se la serie fosse stata realizzata un po’ di tempo fa da una rete via cavo, è molto probabile che in questi anni avrebbero visto luce almeno tre stagioni complete. Il giusto compromesso che si è andato a creare tra pubblico e piattaforme, in questo caso, riguarda la qualità. Se attese così lunghe riescono a motivare una costanza qualitativa migliore, allora ecco che il pubblico accetta di buon grado l’attesa. Ma in caso contrario…

4) Le cancellazioni a sorpresa di alcune delle serie tv preferite dai fan

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Mindhunter, una delle più grandi delusioni per i fan

Ecco, forse siamo di fronte alla più grande piaga data dalle nuove abitudini imposte dalle piattaforme: le cancellazioni a sorpresa. Ormai i fan non si sorprendono più di fronte a un addio improvviso, inatteso. Alcuni show vengono cancellati prima della propria naturale conclusione, eppure tutto ciò è diventato quasi normale. Questo tipo di problema è sempre esistito, in realtà, ma le piattaforme lo hanno reso ancora più evidente. Prima uno show veniva cancellato ma i fan facevano prima a dimenticarsi della sua esistenza, ora l’attesa è spettacolarizzata ed è sempre più difficile convivere con le cancellazioni. Oggi, sempre più spettacoli vengono cancellati nonostante cliffhangers conclusivi, lasciando i fan parecchio delusi. Hulu, per esempio, ha cancellato The Great proprio quanto lo spettacolo sembrava in procinto di esplodere con una brillante quarta stagione.

La verità è che nel giro delle piattaforme, gli spettacoli hanno molto meno tempo per “giustificare” i soldi investiti nella propria realizzazione

Dunque, se in quel poco margine di tempo concesso una serie non raggiunge determinati numeri, utili a coprire i costi di produzione, la sua cancellazione diventa quasi automatica. Questo, tuttavia, non è un problema unicamente legato alle piattaforme, come anticipato. Anche gli spettacoli lineari vengono cancellati molto più facilmente rispetto a prima. Il fattore comune, in questo senso, è rappresentato dalla sempre più ampia competitività del mercato. Se le piattaforme hanno meno margine di errore, lo stesso vale per i network, che si sentono pressati dalle stesse, con cui entrano in competizione. Il risultato di questa presa di posizione riguarda più da vicino i fan. Alcuni potrebbero semplicemente decidere di non dare una chance a un nuovo programma, temendo che possa essere cancellato senza preavviso.

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