5) Dialoghi di difficile comprensione
Questa tendenza è davvero particolare, e riguarda soprattutto le serie tv viste in lingua originale. Sempre più spettatori, al giorno d’oggi, ricorrono all’ausilio dei sottotitoli, nonostante il loro udito sia perfetto. Una delle lamentele sempre più comuni attorno all’operato delle piattaforme in streaming, riguarda infatti la qualità dell’audio. Tale discorso tocca più direttamente i drama, che necessitano maggiore attenzione. Se nelle comedy ci si può perdere più di un passaggio senza evitare salti nel vuoto, i drama hanno bisogno di una immersione totale. Immersione che non arriva e non sempre per colpa dello spettatore. Ma forse gli standard della qualità dell’audio sono cambiati? Non lo sapremo mai con certezza. Fatto sta che sempre più persone ricorrono ai sottotitoli in piattaforma, sia per le serie che per i film.
Ma questo è un grosso problema per i produttori. In primis, gli spettacoli più difficili da ascoltare possono risultare molto meno coinvolgenti, soprattutto nel momento in cui chi guarda si lascia distrarre proprio dai sottotitoli, che per quanto utili rendono l’esperienza leggermente più macchinosa. In altri casi, invece, il problema riguarda proprio le applicazioni. Ci viene in mente, per esempio, Peaky Blinders, per cui nell’ultima stagione abbiamo registrato maggiori difficoltà d’ascolto. Già di per sé la serie con protagonista l’ultimo premio Oscar, Cillian Murphy, non è proprio una passeggiata in termini di comprensione, per via del british strettissimo parlato dai personaggi. In modo particolare, l’ultima stagione è stata davvero complessa da seguire, per via di una qualità audio molto diversa rispetto a quanto visto (o sentito) nelle precedenti stagioni.