6) Un riciclo continuo e molto più funzionale
Partiamo da una grossa verità, che può essere sia un pregio che un difetto: l’era dello streaming ha portato molti più spin-off e reboot delle serie tv. In un epoca estremamente competitiva come quella attuale, i nuovi programmi devono essere capaci di catalizzare rapidamente l’attenzione del pubblico su di sé. Questo ha portato alla nascita di fandom sempre più solide e, di conseguenza, alla creazione di veri e propri universi narrativi. Adattamenti, spin-off, sequel e prequel sono ormai pane quotidiano per gli amanti della serialità. Da un lato gli show escono dai limiti narrativi, hanno una vita potenzialmente sconfinata. Ma d’altra parte questa dinamica ha riflesso una delle lamentele più comuni nei confronti dell’industria televisiva recente: la mancanza di idee originali. Chi è uscito vincitore da questo cambiamento sono le grandi firme, come per esempio Breaking Bad, o il più recente The Boys.
Ma sempre più spesso si vedono titoli che sono dei reboot di film o “riconfezionamenti” di vecchie idee. In questo caso si tratta principalmente di film e serie dello scorso secolo. E’ il caso specifico di Ripley, ma anche Mr. & Mrs. Smith. Queste serie hanno semplicemente riproposto vecchie idee in un nuovo formato, ma talvolta i risultati non sono quelli sperati. Nel caso di Ripley ci sono tanti elementi da salvare, perché si tratta di una serie immersiva e di un’idea sempreverde, senza tempo. Ma nel caso più specifico di Mr. & Mrs. Smith abbiamo assistito a un autentico buco nell’acqua. Prime Video ha proposto una serie tv reboot del celebre film con protagonisti Brad Pitt e Angelina Jolie, ma l’idea di riproporre lo stesso titolo ha obbligato la serie a un paragone scomodissimo che potrebbe aver influito nel suo risultato finale.