Fin dalla notte dei tempi la religione è stata una protagonista importante dell’arte, della storia e della cultura dell’umanità. C’è chi la definisce “oppio dei popoli”, chi se ne disinteressa, chi si professa credente; ma non è mai rimasta in secondo piano nella storia del genere umano. Quindi, ci sembra naturale che se ne parli anche nelle Serie Tv, che sono il linguaggio prediletto del nostro tempo.
Ma quali sono le Serie Tv che hanno saputo stimolare in noi una riflessione sulla religione, magari prendendone in esame gli aspetti più controversi, quelli meno piacevoli su cui riflettere?
Vediamo come queste sette Serie Tv hanno saputo parlarci di religione; alcune esplicitamente, altre in modo più sottile.
1) HANNIBAL
Hannibal: Anche a Dio deve piacere uccidere. Lo fa in continuazione. E noi non siamo forse fatti a sua immagine?
Will: Questo dipende a chi si chiede, è ovvio.
Hannibal: Dio è eccezionale. Ha fatto crollare il tetto di una chiesa su trentaquattro fedeli, mercoledì in Texas, mentre cantavano.
Will: E Dio ha provato piacere a farlo?
Hannibal: Si è sentito potente.
Questa citazione, tratta dalla seconda puntata della prima stagione di Hannibal, riassume perfettamente la Serie. Hannibal sta iniziando il suo lavoro di scavo nella mente di Will e la prima cosa che nota è che, nonostante la sua empatia quasi invalidante, Will non è meno animalesco di qualunque altro essere umano. Gli è piaciuto uccidere Garrett Jacob Hobbs e davanti a lui non può mentire.
La natura umana, plasmata a immagine e somiglianza di quella divina, è l’oggetto dell’analisi di questa splendida Serie Tv. Con una poesia unica e insieme una crudezza tagliente, apre una breccia all’interno della mente del serial killer letterario più famoso di tutti i tempi, Hannibal Lecter.
Ma ci parla anche di noi, di come arriviamo a uccidere per avvicinarci a Dio, anche se non ci crediamo; Hannibal in un certo modo si sostituisce a Dio, uccidendo a suo piacimento. Hannibal è una cupa antologia di efferatezze e insieme una richiesta inascoltata a una divinità che, quasi sicuramente, si compiace dei nostri gesti più crudeli.