GILMORE GIRLS
Sarà che partivo da aspettative altissime, ma questo sequel, questo revival, mi ha deluso profondamente e la cosa che trovo preoccupante è che risulti ancora in corso. Insomma, Netflix sta facendo una strage, non può cancellare pure questo?
Ora, Gilmore Girls. A year in life ha sicuramente delle cose buone, e la prima tra tutte è l’averci riportato a Stars Hollow, tra la neve, il diner di Luke e le cene del venerdì sera a casa dei nonni (la mancanza di Richard si è sentita pure troppo). È stato bello vedere anche come quasi tutti i personaggi siano rimasti caratterialmente molto simili a come ce li ricordavamo e che, di base, quasi tutti gli attori hanno scelto di partecipare al revival.
Però… Perché sì, c’è un però. Più di uno, in realtà. Innanzitutto la Amy Sherman Palladino ha ignorato tutto quello che è successo nella settima e ultima stagione (l’unica a non aver scritto lei), affermando addirittura di non averla voluta guardare. Una grande mancanza di professionalità, a mio modesto parere, perché in questa stagione succedono cose molto importanti come, ad esempio, la proposta di matrimonio di Logan a Rory, che la rifiuta.
E, invece, il revival vede Rory e Logan che stanno ancora insieme in maniera randomica, come se tutta l’evoluzione del loro rapporto in realtà non ci sia stata. Per non parlare del rapporto tra Luke e Lorelai, che sembra procedere stancamente e che si risolve con un matrimonio che sembra messo lì solo per fanservice (e dopo averlo aspettato così tanto questo matrimonio, ci meritavamo di meglio!)
Ma la più grande presa in giro è stata quella di impostare tutta la campagna pubblicitaria sulla scelta di Rory tra i tre uomini della sua vita – Dean, Jess e Logan – scelta che… non c’è stata. Anzi, la fine sembra essere una brutta copia dell’inizio della Serie Tv. Insomma, forse sarebbe stato meglio che fosse rimasto un capitolo chiuso.