Ranma ½ (1995, tv locali)
Prima di arrivare su MTV in versione integrale, l’anime tratto dal maga shōnen di Rumiko Takahashi ha fatto la sua comparsa nel 1995 nel pomeriggio dei ragazzi su diverse televisioni locali. Tra cui Telemontecarlo, all’interno del contenitore Zap Zap, Antenna 3 o TeleBari. Anche qui, i disegnini morbidosi hanno ingannato qualcuno. Siamo tutti d’accordo che l’educazione sessuale sia una materia sempre più necessaria nelle scuole. Ma Ranma ½, senza una dovuta preparazione, non è il modo migliore per introdurre l’argomento. Tra “la cicogna che porta i bambini” e i frequenti bagni di Shampoo c’è un vuoto abissale che andrebbe prima colmato. Ranma, che significa guarda caso “confusione”, è ricco di ambiguità e di doppi sensi inafferrabili per una mente giovanissima. E questo non è né il primo né l’unico manga trasposto in versione animata a essere arrivato sui teleschermi italiani; sebbene con le dovute censure del caso. Nel secolo scorso, in occidente, l’equivoco nasceva spesso, portando a ritenere qualunque cartone animato un intrattenimento adatto ai bambini.
C’era una volta… Pollon (1982, Italia 1)
Un altro anime della Fuji TV che è arrivato su Mediaset nella fascia oraria per bambini nonostante la sua ambiguità di fondo. C’era una volta… Pollon non raggiunge i livelli de I Griffin né di Duckman, ma definirlo un intrattenimento per bambini, sebbene non sia del tutto sbagliato, è riduttivo. Il “talco” della filastrocca “sembra talco ma non è” ci sembrava solo dell’innocente “talco”. Eppure il cartone è pervaso da doppi sensi e messaggi equivoci. L’anime è brillante e sfoggia un umorismo esilarante. Ha reso la mitologia più divertente, parodiando – fino a sfociare nella satira – le divinità dell’Olimpo. La presenza di anacronismi e di rivisitazioni in chiave nipponica però sono fuorvianti per un fanciullo. C’era una volta…Pollon ha un retrogusto tragicomico e non è mosso da alcuna finalità educativa. Certo, le canzoncine e le filastrocche appassionano anche i più piccoli, da “sono Apollo e mi trastullo, vado a zonzo e faccio il bullo” a “Rosse, bionde e more. Amo le donne di ogni fattezza, purché siano di una gran bellezza”. Tuttavia quello che abbiamo visto in tv negli anni ’80 e ’90 era solo una versione censurata. Quella integrale, che andrebbe recuperata, è una serie fantastica, surreale e perfino commovente. Sebbene possa essere vista anche dai più piccoli, C’era una volta… Pollon può essere goduta al massimo della sua irriverenza solo da grandi.
La principessa Zaffiro (1980, tv locali)
Tutti conoscono Zaffiro, ma pochissimi ricordano di cosa parlasse l’anime, una serie con una sensibilità più attuale di quanto sembrasse. Se mai dovesse capitarvi una giornata in cui sentite una spasmodica curiosità di rivangare i ricordi dell’infanzia, buttatevi pure a capofitto in un rewatch impavido de La principessa Zaffiro. Un cartone animato che è approdato sulle televisioni locali a partire dagli anni ’80 certamente per un fraintendimento. Qualcuno deve aver confuso la vicenda di Zaffiro con una storiella leggera per bambine, dove la protagonista è “un simpatico maschiaccio”. Nulla di più sbagliato. La prima reazione che avrete, scommettiamo, sarà “ma come ho fatto a dimenticare tutto ciò?!”. Seguita da un intervallarsi di scene fraintendibili e difficili da comprendere perfino per un adulto. Zaffiro è una storia complessa, magnifica e raffinata, che sembra essere stata scritta al giorno d’oggi, nonostante sia stata concepita nel 1953. Per le tematiche affrontate, di cui abbiamo parlato qui, e una narrazione che fa delle sfumature e dei sottotesti la sua cifra stilistica, la serie animata tratta dal manga di Osamu Tezuka non è adatta a un pubblico immaturo e influenzabile.