2. BLACK MIRROR 3×01 – ‘White Christmas’
Se Jon Hamm non avesse legato il suo volto così indissolubilmente a Don Draper è così che nel nostro cervello si materializzerebbe ai nostri occhi: intento a fissare una specie di uovo sodo con una specie di sorriso finto. È lui il protagonista dell’episodio più inquietante di Black Mirror, caratterizzato da un concetto di giustizia distorto, disfunzionale, tuttavia al tempo stesso rassicurante. L’arte del bloccare gli indesiderati sui social traslato nella realtà con la conseguenza che l’indesiderato diventa invisibile. Il rifiuto della pena di morte che lascia ipocritamente spazio alle torture delle copie digitali, quest’ultimo peraltro un tema ricorrente di Black Mirror. Ma ‘White Christmas’ è (per questo, in un certo qual modo, rassicurante, seppur nella sua accezione più negativa) soprattutto un viaggio nella consapevolezza e nell’espiazione dei propri comportamenti. Un percorso fine a se stesso perché gli altri (gente comune e forze dell’ordine) ti hanno già giudicato senza possibilità di appello alcuna.
1. True Detective 1×04 – ‘Who Goes There’
Per quel capolavoro di True Detective stagione 1 si poteva scegliere qualsiasi episodio. Scegliamo non certo il più famoso, se non per la scena finale, diventata leggenda. Stiamo parlando del clamoroso piano sequenza nella sparatoria con i bikers, firmato Cary Fukunaga: sei minuti di long shot che segue passo passo Rust Cohle mentre entra ed esce dagli edifici, trascina ostaggi, spara e fa a pugni. Per ogni considerazione tecnica sulla scena in questione vi rimandiamo a questo articolo, qui basta aggiungere che il senso di suspance, di immedesimazione e coinvolgimenti conferiti da questa scena rappresentano un unicum assoluto nel panorama delle serie tv. Ed è per questo che vogliamo premiarlo.