6. The Romanoffs – Matthew Weiner
Dal creatore dell’acclamatissima Mad Men, Matthew Weiner, la serie antologica The Romanoffs (prodotta da Amazon Prime Video, 2018) ha anch’essa risentito delle aspettative date da un team creativo di prestigio (insieme Weiner, troviamo alla sceneggiatura Mary Sweeney) e da un budget elevatissimo. Ruotando attorno a diversi personaggi convinti di essere i discendenti della famiglia reale russa Romanov, ci si aspettava una serie sofisticata, profonda, solenne. Tuttavia, The Romanoffs non è riuscita a raggiungere un livello di coerenza, innovazione e spessore narrativo. Il formato antologico ha compromesso la narrazione, risultando incoerente e frammentata. Tono, temi e ritmo differenti e incostanti non hanno funzionato per una serie che ha una base storica tale da necessitare almeno di personaggi ricorrenti per permettere il coinvolgimento dello spettatore.
L’elitarismo, poi, la fa da padrone. Sebbene infatti non ci siano personaggi ricorrenti, i diversi episodi comunque sembrano ruotare attorno solo a personaggi ricchi e privilegiati, senza effettuare una critica o un’analisi approfondita di queste dinamiche di potere. L’approccio è, insomma, troppo indulgente e il punto di vista resta esclusivamente privilegiato. L’unico legame con i Romanov sembra essere la posizione sociale elevata, mentre i collegamenti con la storicità della famiglia vanno sempre più scemando di episodio in episodio.
Egoisti, narcisisti, moralmente ambigui. I personaggi vengono interpretati magistralmente da un cast stellare internazionale. Ritornano, direttamente da Mad Men, Christina Hendricks e John Slattery, ma troviamo anche Isabelle Huppert (Un affare di donne, oppure 8 donne e un mistero) e Martha Keller (nel recente One Life di James Haves), insieme a molti altri. Il cast, però, risulta inefficace in un ecosistema seriale che non riesce a farci affezionare ai personaggi. Il risultato è stato una Serie Tv visivamente impressionante ma narrativa e tematicamente debole.