Sempre più autori nel panorama seriale abbandonano la tipica narrazione lineare sostituendola con una intricata, difficile e contorta. Serie tv cervellotiche che devono essere seguite dall’inizio alla fine con attenzione maniacale. Perdersi un minuto è fatale per comprenderle. E a volte non basta nemmeno questo.
Da Twin Peaks a Dark, passando per altre serie tv, questi show sono il parco giochi mentale dei loro creatori. Non ci sono regole se non quelle stabilite da chi ha originato quelle montagne russe. È possibile perdersi nelle vie di serie tv costruite come dei labirinti. Così confuse, tortuose e complicate, che ci fanno domandare se quello che vediamo è reale, che fanno vacillare le nostre convinzioni, che ci trasportano in altre dimensioni.
E come è difficile capirle, è difficile classificare queste serie tv cervellotiche. Ma ci abbiamo provato. Andiamo dunque a vedere insieme questa classifica.
10) The Leftlovers
Non c’è sempre bisogno di spiegare razionalmente ogni cosa. David Lindelof riparte da questa frase per mettere in scena The Leftovers (qui perché dovreste assolutamente vederla). Una creatura che merita una visione attenta, che va lasciata respirare per poterla apprezzare a dovere. Come un buon vino.
L’incipit è tanto irreale quanto spaventoso: il 2% della popolazione mondiale sparisce improvvisamente. Senza spiegazione alcuna. Le conseguenze colpiscono i sopravvissuti, sono devastanti perché illogiche. E il colpo di scena arriva proprio nel finale, dove tutto viene ribaltato.
Il mondo di The Leftovers non è predefinito. Ogni personaggio lo interpreta a suo modo, creando una propria realtà. Distorcendola e personalizzandola. Tutto solo per spiegare l’inspiegabile, per illudersi di possedere un minimo di controllo. La serie tv gioca con le verità di ogni personaggio, partendo da un unico presupposto: a che cosa dovremmo credere quando milioni di persone svaniscono nel nulla da un momento all’altro?
9) Fringe
Non bisogna essere un fan del fantascientifico per amare Fringe. Una serie tv ben fatta. Non a caso uno dei produttori è J.J. Abrams. Lo show è incentrato sulla “Divisione Fringe”, composta dallo scienziato Bishop, suo figlio Peter e l’agente Oliva, e le sue indagini per comprendere e contrastare inspiegabili fenomeni paranormali.
Sembrava uno dei tanti polizieschi già visti con quel pizzico di fantascienza alla X-Files. Ma, con il proseguire degli episodi, si scopre un disegno molto più ampio. Con una mitologia complessa. Basato su universi alternativi, viaggiatori nel tempo – i cosiddetti Osservatori – e il sovrapporsi delle linee temporali.
Altri mondi si mostrano, realtà diverse da quella che conosciamo vengono analizzate. Interi episodi sono ambientati negli universi alternativi dove sono presenti gli stessi personaggi di Fringe nelle stesse situazioni, ma che le circostanze hanno forgiato in modo diverso. Basta questo a inserire Fringe tra le serie tv più cervellotiche di sempre.
8) X-Files
X-Files è molto di più che uno show fantascientifico. Commedia, dramma, horror, fiction si uniscono a temi come la religione, la realtà, l’esistenza, la verità. Mulder e Scully, uno interessato a tutto ciò che è inspiegabile e l’altra pronta a provare che la scienza è in grado di rispondere a ogni domanda, sono due agenti dell’FBI che negli episodi di X-Files vengono messi alla prova in ogni modo possibile. E dalle loro indagini venivano fuori le domande più grandi che l’umanità si sia mai posta. X-Files non è altro che una storia d’amore. Non solo tra Mulder e Scully ma per la verità.
Perché X-Files si trova tra le serie tv cervellotiche? Chris Carter, creatore dello show, ha intessuto negli anni una trama complicata, contorta e difficile da capire. Fatta da cospirazioni governative, alieni, segreti inconfessabili, sovrannaturale, misteri che Mulder e Scully dovevano scoprire. In poche parole, un vero e proprio rompicapo.
7) Dark
C’è solo un grande protagonista in Dark: il tempo. Ed è proprio attorno al suo scorrere inesorabile che ruotano le vicende dei protagonisti e il più grande mistero che avvolge la cittadina di Winden. La trama segue più famiglie nel corso degli anni. In ogni episodio le loro storie vengono portate avanti, i loro segreti vengono a galla, creando un tumulto interiore e un caos esteriore per tutti i soggetti coinvolti, mentre la verità sui bambini scomparsi viene piano piano rivelata.
Piena di elementi filosofici e psicologici, la domanda ricorrente è solo una: quando? In Dark passato, presente e futuro sono connessi e interagiscono in un ciclo continuo ripetuto all’infinito. Un loop dal quale i personaggi dovranno capire come uscire. Perché alla fine Dark è un’intricata serie tv sui viaggi nel tempo e sui loro paradossi. Staccare lo sguardo dallo schermo è impossibile. Dark costringe gli spettatori a concentrarsi su ogni secondo, ogni parola e dettaglio, o si perderanno completamente nelle pieghe del racconto.
6) Lost
Lost non può mancare in una classifica di serie tv cervellotiche. Galvanizzante, misteriosa, Lost non è così semplice da guardare e da capire. Anche perché gli autori hanno cambiato idea su ciò che stava accadendo man mano che lo show procedeva. Sono riusciti a far passare la mancanza di una pianificazione ragionata come un qualcosa di innovativo e geniale.
La trama racconta le avventure di alcuni sopravvissuti allo schianto di un volo di linea su un’isola deserta. O almeno in apparenza, perché quell’isola nasconde più di un segreto. Abitanti ostili, apparizioni oniriche, creature indigene, mostri di fumo, orsi polari sono solo alcuni dei segreti nascosti in quel luogo sconosciuto. E poi i tantissimi protagonisti, i continui flashback e flashforward, i viaggi nel tempo, gli universi paralleli non fanno che rendere Lost ancora più confuso.
Anche dopo le numerose spiegazioni, pur rimanendo un cult della tv, di coerenza in Lost ce n’è poca (e non è l’unica critica mossa nei confronti di questa serie tv) a differenza di show come Twin Peaks che non ha mai avuto bisogno di spiegazioni per convincere i fan.
5) The OA
Ci vorrebbero ore e ore per spiegare The OA. In breve parla di una donna che ritorna a casa dopo essere scomparsa con una sconvolgente verità: la sua cecità è svanita. Racconta la sua storia a cinque persone, affermando di essere stata tenuta prigioniera insieme ad altri esseri umani. Qualcuno è riuscito a sviluppare una tecnologia che ha aperto dei portali in un’altra dimensione per fuggire. Lei c’è riuscita, gli altri ancora no. Ma sarà la verità?
The OA parla del potere delle storie, mettendo in dubbio la sincerità del narratore. Lo show sfida continuamente lo spettatore, regalando episodi a prima vista indecifrabili, ma che alla fine risultano essere parte di un cerchio ben definito. Serve solo la giusta chiave per decifrarlo.
The OA è complicato, complesso e confuso. Pieno di sbalzi temporali dove niente è come sembra. Ogni scena è caratterizzata da dubbi, simbolismi e incertezze. Uno di quegli show che, non appena si finisce di vederlo, non si è certi di aver capito davvero.
4) Mr. Robot
Già non è facile capire il mondo dell’informatica. Il problema è che non è solo questo a rendere Mr. Robot una delle migliori serie tv cervellotiche. Il racconto, complesso e avvincente, ci porta direttamente dentro la mente distorta di Elliot Alderson, protagonista dello show. Un giovane hacker che lotta contro le ingiustizie della società, contro quell’un percento dell’un percento che ha in mano la ricchezza del mondo. Ma non è l’unica sfida che sta affrontando. Lo scontro più importante avviene dentro di lui. Un mistero pronto a emergere da un momento all’altro.
Affetto da disturbi della personalità, disagio sociale e drogato, Elliot è semplicemente un rebus indecifrabile. Siamo nella sua testa? In quella di Mr. Robot? O quello che vediamo è davvero la realtà?
Mr. Robot gioca con noi, manipola la società e pure se stessa. Allarga ogni istante o lo rallenta al massimo, lo riempie di sentimenti sconosciuti, lo vende come verità, lo infarcisce di contaminazioni, interferenze, alterazioni che rendono difficile capire l’autenticità di quello che guardiamo.
3) Legion
Noah Hawley, showrunner di Legion, l’ha definita come “la sua personale disamina della follia”. Una premessa sufficiente per occupare il terzo gradino in questa classifica di serie tv cervellotiche.
David Haller è pieno di poteri. Dapprima fragile e sprovveduto, con l’andare degli episodi guadagna sicurezza e controllo, sottraendoli alla sua nemesi. Quello Shadow King che si è annidato nel suo inconscio fin da quando era un bambino, spingendolo alla pazzia, a una vita dentro gli ospedali psichiatrici.
Distinguere sanità e follia, possessione e disturbi della personalità, realtà e immaginazione è difficile. La trama cronologica si alterna con flashback, con piani astratti e mentali. Un momento prima David è in una camera d’ospedale, l’altro sta facendo un balletto indiano, l’altro ancora parla con la sua parte lucida in una aula scolastica. Tra creature mostruose o mitologiche, visioni passate e future, virus che manipolano le menti, Legion è un viaggio psichedelico, onirico e visionario. E non fa che diventare più complicato con il passare delle stagioni.
2) Westworld
Già fin dagli esordi Jonathan Nolan aveva mostrato di prediligere forme del racconto cervellotiche. Westworld non è da meno. Una storia ambientata in un parco a tema pieno di androidi. Torturati, uccisi, privati della loro libertà, solo per il piacere degli esseri umani. Qualcuno riesce ad accedere ai ricordi, altri scoprono l’artificialità delle proprie memorie, altri ancora sono copie di uomini. E tutti avranno una parte nella ribellione dei robot.
Capire che cosa definisca la natura umana è al centro di Westworld. Per scoprirlo Nolan utilizza una struttura che imita le sovrapposizioni dei ricordi degli androidi. Spostandosi da un piano temporale all’altro. Senza farci capire se davanti abbiamo un robot o un umano. Perché, a rendere difficile il tutto, ci sono versioni multiple di personaggi o attori che interpretano lo stesso ruolo con psiche diversa.
Impossibile spiegare a parole la sua difficoltà. È complicato, frustrante, pieno di simboli e metafore. Un vero e proprio trattato sull’umanità, sulla coscienza e sull’autoconsapevolezza: vale la pena esercitare la mente per capirlo.
1) Twin Peaks
Tra tutte le serie tv cervellotiche, solo una può occupare il primo posto di questa classifica: Twin Peaks.
Tentare di spiegarla è quasi impossibile. Lo spettatore si trova catapultato in un viaggio onirico, atipico, pieno di metafore, simboli e informazioni che spesso non hanno nemmeno un vero e proprio significato. Almeno non lineare.
L’omicidio di Laura Palmer e le indagini che seguono stridono con la pittoresca atmosfera della cittadina chiamata Twin Peaks. Ma dietro a quell’amabile città si nasconde una foresta oscura, intrisa del Male che si nutre di pazzia e disperazione. I piani spazio-temporali si confondono, le stranezze aumentano, la fruizione è attrattiva e spiazzante allo stesso tempo. E la terza stagione ha regalato un finalef olle, agghiacciante e astruso che ci darà da parlare per anni.
Twin Peaks è un’indagine negli abissi della follia e della malvagità. Stralunata, buffa e terrificante, forse c’è solo una parola per descriverla: David Lynch. Un autore a cui piacciono le cose surreali, alle quali ognuno può dare il suo significato.