#2 Serialità cinematografica
I sequel (o prequel) dei film non sono certo una novità. Grandi esempi come Star Wars, Indiana Jones o Il Padrino devono far parte del curriculum di ogni cinefilo che si rispetti, ma qualcosa negli ultimi anni è cambiato.
Un tempo il primo film di ogni saga era il pezzo forte, quello su cui si puntavano tutte le energie e l’impegno, il cult per eccellenza insomma, ora invece le prospettive sono cambiate.
Esattamente come nelle Serie Tv, l’inizio adesso è solo l’introduzione della storia, ciò che deve incuriosire, costringere ad andare a vedere il seguito non appena esce.
Un esempio potrebbe essere il nuovo King Arthur, da qualche settimana nei cinema. Non vi farò spoiler, oltre al fatto che Charlie Hunnam è veramente troppo bello per essere vero, ma vi prego di spostare la vostra attenzione dai magnifici effetti speciali e vivaci dialoghi alla storia in sé. Non c’è particolare profondità emotiva, non si vede uno sviluppo particolare del personaggio, la vicenda viene solo accennata, si percepisce concretamente che la vera storia deve ancora cominciare. Idem è accaduto in Star Wars the force awaken, che molti hanno voluto criticare per questo o quel motivo.
Il fatto è che in entrambi questi casi la storia viene solo preannunciata, un piccolo input che ci fa sorgere la curiosità di vedere come andrà avanti, ma che non approfondisce ancora abbastanza la psicologia del personaggio, non ci spiega in modo del tutto soddisfacente quali siano le motivazioni che lo spingono ad andare avanti.
Che cosa c’è dietro? Che cosa ancora non sappiamo? Ebbene queste sono esattamente le stesse domande che ci poniamo quando guardiamo una Serie televisiva.
Per una questione puramente commerciale, il cinema ha iniziato ad adottare la stessa tattica che con le Serie Tv funziona così bene, solo che quello che per una serie è un pilot di 45 minuti, nella cinematografia diventa un film di un paio d’ore ad alto budget.
A modo loro, le Serie Tv si sono impadronite del cinema, hanno sovvertito l’ordine naturale delle cose, per cui ci ritroviamo molto spesso davanti a megaschermi che ci lasciano completamente insoddisfatti alla fine del film, non perché questo sia stato noioso, brutto o altro ancora, ma semplicemente perché non finisce di raccontarci la storia, perché dobbiamo aspettare almeno un anno per sapere come andrà a finire, perché anche quella piccola sicurezza che era la compiutezza del cinema è andata a farsi benedire.