Alla voce monologo, il dizionario recita: Discorso continuato, soprattutto orale ma anche scritto, tenuto da una sola persona che si rivolge a sé stessa o ad altri, dai quali non attende o non ammette risposte o critiche, e con i quali non intende stabilire un dialogo. E’ chiaro: questa è una definizione oggettiva, reale. Ma non per me. Per me la parola monologo ha sempre significato altro. Momento di riflessione, pausa, viaggio interiore, pensiero. Ogni volta che ne sento uno la mia mente smette per un attimo di distrarsi da tutto quello che stava facendo, e si concentra su ogni parola pronunciata. Ho come la pretesa che, a un certo punto, quelle parole possano fare il miracolo, possano svegliarmi e farmi capire la chiave di qualsiasi mio dubbio esistenziale. In questo senso le Serie Tv mi hanno sempre aiutata dandomi la possibilità di ascoltare monologhi fatti da persone che stavano anche peggio di me. Erano più confuse, a volte meno coraggiose di me. Per ogni problema non conoscevano soluzioni, ma solo altri problemi. Ed è così che ho assorbito ogni loro parola, ogni pausa, ogni suono emesso durante quel monologo. Nonostante la grande varietà di monologhi presenti nel mondo delle Serie Tv, ce ne sono alcuni che risultano alle mie orecchie come portatori sani della verità assoluta. Fanno parte di Serie Tv comedy diverse e, spesso, si contraddicono tra di loro. Sono diventati il mio mantra assoluto, la mia spiegazione a molti dei perché che mi chiedo durante le ventiquattro ore che compongono la giornata. Sono tutto quello che vorrei essere e tutto quello che in realtà sono, e – cosa ancor più bella – sono fatti di parole, e che magia le parole.
Da Scrubs fino a Rick e Morty, vediamo i 7 monologhi delle Serie Tv comedy che, chissà, forse potrebbero far bene anche a voi.
1) Scrubs – I rapporti secondo il Dottor. Cox
I rapporti non funzionano come li vediamo in televisione o al cinema: lo faranno? Non lo faranno? Poi lo fanno e sono felici per sempre… ma figurati! Nove su dieci si mollano perché non sono ben assortiti fin dall’inizio, e la metà di chi si sposa divorzia comunque. Glielo dico subito: nonostante tutto non voglio passare per cinico, perché non lo sono. Sì, è vero: io credo che l’amore serva soprattutto a vendere molte scatole di cioccolatini e, sa, in certe culture, una gallina. Mi dia dell’ingenuo non fa niente. Perché, in fondo, continuo a crederci. In buona sostanza, le coppie veramente giuste sguazzano in mezzo stessa m*rda di tutti gli altri, la grossa differenza è che non si lasciano sommergere. Uno dei due si farà forza e ogni volta che occorre lotterà per quel rapporto. Se è giusto, e se sono fortunati, uno dei due dirà qualcosa ogni volta che occorre, e lotterà per quel rapporto.
Avrei potuto inserire il discorso finale di J.D, e stavo davvero per farlo. Ma sarebbe stata una scelta quasi ovvia e perfetta, come è perfetto il finale di Scrubs. Quello, ovviamente, rimane uno dei migliori monologhi delle Serie Tv, ma avrei mentito perché il mio mantra sta tutto in queste poche righe del Dottor. Cox. Il cinismo di cui si è sempre rivestito quest’ultimo stavolta fa un passo indietro dimostrando tutta la delicatezza nascosta dietro al sarcasmo, all’insoddisfazione. Con queste poche parole si riesce a comprendere il punto di vista di una persona apparentemente sfuggente, quasi apatica. Eppure no. Il Dottor. Cox ha dimostrato tutto quello che spesso le persone come lui non sono in grado di dire, ma solo di far capire tramite un silenzio quasi ostile, ma che ostile in realtà non è.
2) How I Met Your Mother – Lebenslanger Schicksalsschatz
Victoria è wunderbar, ma non è il mio Lebenslanger Schicksalsschatz. Lei è la mia “Beinahe-Leidenschaftsgegenstand. Significa la cosa che è quasi la cosa che vuoi, ma non è del tutto. Questa è Victoria per me. Lebenslanger Schicksalsschatz non è qualcosa che si sviluppa nel tempo. È qualcosa che accade istantaneamente. Scorre attraverso di te come l’acqua di un fiume dopo una tempesta, riempiendoti e svuotandoti tutto in una volta. Lo senti in tutto il corpo, nelle mani, nel cuore, nello stomaco, nella pelle. Ti sei mai sentito in questo modo con qualcuno?
Sarà The Funeral come sottofondo, sarà che How I Met Your Mother conserverà sempre un posto dentro di me, ma questo monologo mi fa diventare scema, talmente riesco a capirlo. Ogni parola di questo discorso non conosce confini e tocca tutti nello stesso modo. Ognuno ha qualcuno dentro che mantiene dentro di sé un posto imbattibile, ma non abbiamo mai saputo come chiamarlo. E questo perché, a volte, non ha come unica definizione l’amore, ma qualcosa che riesce perfino a superarlo. Grazie a Klaus e a How I Met Your Mother quella sensazione inspiegabile dentro di noi ha trovato un nome, una definizione che non è strettamente collegata al solo concetto di amore romantico. E’ legata a tutto: ai nostri sentimenti, a quello che abbiamo e a quello che invece vorremmo. E’ la parola che dice tutto, prima ancora che noi la spieghiamo. E’ un sentimento che proviamo, prima ancora di conoscere chi ce lo farà sentire.
3) Fleabag – Voglio che qualcuno mi dica cosa fare
Io so cosa voglio. Voglio qualcuno che mi dica cosa indossare ogni mattina. Voglio qualcuno che mi dica cosa mangiare, cosa amare, cosa odiare, per cosa arrabbiarmi, cosa ascoltare, quale band seguire, quali biglietti comprare, su cosa scherzare, su cosa non scherzare. Voglio che qualcuno mi dica in cosa credere, per chi votare, chi amare e come dirglielo. Io voglio che qualcuno mi dica come devo vivere la mia vita, perché finora ho sbagliato tutto. Per questo molti cercano persone come te nella vita. Perché tu dici loro come vivere. Dici loro cosa fare e cosa otterranno alla fine. E anche se non credo alle tue stronzate, e so che scientificamente niente di ciò che farò, farà la differenza. Ho paura lo stesso! Perché ho paura lo stesso ?! Quindi dimmi cosa fare. Dimmi cosa caz*o fare, padre!
Fleabag è il volto del sarcasmo, dell’incertezza, della vulnerabilità. Da quando questo personaggio esiste, tutta questa serie di caratteristiche hanno uno sguardo, un caschetto, un naso con la punta in sù. Durante questo monologo, la protagonista, ammette la sua stanchezza. E’ stanca di essere sempre un passo indietro rispetto a ogni cosa, è stanca di non saper scegliere, è stanca di dover far da sola, soprattutto perché questa sembra essere la condizione grazie a cui i suoi fallimenti si palesano. Ma finalmente succede: chiede aiuto, e forse è proprio questo quello che – tra le tante cose – apprendo da questo monologo: che qualche volta chiedere aiuto va bene, e che qualche volta urlare la propria insoddisfazione va bene tanto quanto.
4) The Big Bang Theory – Scena finale
Il discorso finale di Sheldon Cooper rimarrà uno dei monologhi più importanti non solo nel mondo delle comedy, ma di tutte le Serie Tv. Il giovane protagonista, in un certo senso, fa la resa dei conti di tutti i suoi traguardi e di tutti i suoi fallimenti comprendendo tutti gli errori che ha commesso fino a quel momento. Sheldon, con questo monologo, dimostra che guardarsi indietro senza rimpiangere qualcosa sia un’azione possibile, e che fare la rassegna stampa di quel che è stato fatto fino ad adesso non sia soltanto un motivo per vedere i propri fallimenti. C’è anche altro, e Sheldon questo lo ha compreso bene riuscendo a mettere in discussione non solo se stesso, ma anche tutto quello a cui aveva creduto fino a quel momento.
5) Rick e Morty – Discorso sull’amore (o sul non amore)
Ascolta Morty, mi dispiace deluderti ma quello che la gente chiama amore è solo una reazione chimica che fa accoppiare gli animali. Colpisce duro Morty, e poi lentamente si spegne e ti incastra in un matrimonio fallito. Lo ha fatto con me, lo farà con i tuoi. Rompi il cerchio, Morty. Vai oltre, concentrati sulla scienza.
E’ chiaro: un discorso del genere va in chiara contrasto con la maggior parte degli altri monologhi riportati, ma il punto è che va bene così. Esistono, per tutti noi, dei periodi in cui pensarla come lo scienziato di Rick e Morty si riveli l’unica scelta possibile e sensata, l’unica scelta che puoi prendere per te e per la tua integrità. Per non spaccarti in due, insomma. Ed è per questo che un monologo di questo tipo, proprio perché così duro, può diventare un vero e proprio mantra, uno di quelli che – almeno per un po’ – ti permette di spegnere la luce, e di startene un po’ per fatti tuoi, al sicuro, fino a quando non sarai di nuovo pronto a riaccenderla.
6) Modern Family – Il discorso di Jay
Io mi ruppi una clavicola durante una partita, e c’era papà sugli spalti a urlarmi di non mollare. Così giocai altri due round prima di svenire. La mia ragazza se ne andò dal ballo con un altro ragazzo, mi spezzò il cuore. Alle due di notte, al tavolo di cucina, il mio vecchio era lì a dirmi “mangiati il panino e dimenticala”. Sentimenti….Non ho pianto neanche al suo funerale. Davvero. Quell’uomo era tutto il mio mondo. Neanche una lacrima. Mi guardavano tutti come se non gli volessi bene, ma lui lo sapeva.
Questo è, certamente, uno dei monologhi delle Serie Tv comedy che più a mette a fuoco i sentimenti e la forza. Le due cose vengono fuse in un’unica sinfonia che gli permette di camminare di pari passo. Il carattere di Joy, d’altronde, è stato programmato per essere rude, per nascondere ogni sentimento e vulnerabilità con un’apparente ostilità. Grazie a questo discorso lo comprendiamo bene, e comprendiamo ancor di più lui. Per questo motivo ogni parola conquista un peso fondamentale: è la rappresentazione di tutto quello che si cela dietro tutto quello che, al tatto, si dimostra ruvido, tagliente. Ma è tutto, fuorché questo.
7) After Life –
Rieccomi. Non ho molto da dire, onestamente, Questa è una poesia che dice ciò che vorrei dirti:
“Non restare a piangere sulla mia tomba. Io non sono lì. Io non sto dormendo. Sono nei mille venti che soffiano, sono nel luccichio abbagliante della neve. Sono il sole sul grano maturo, sono la delicata pioggia autunnale. Quando ti svegli nel silenzio del mattino, sono la corsa rapida degli uccelli ovattati che si elevano a cerchio in volo. Sono la morbida luce notturna delle stelle. Non restare a piangere nella mia tomba. Io non sono lì. Non sono morta.”
Voglio che tu ti goda la vita. Non voglio che ti preoccupi per i soldi, o che ti preoccupi per me. Pensa a stare bene, okay? Sii felice. Sii gentile. Sii Tony,
Probabilmente questo è uno dei monologhi che più si commenta da solo, e che più distrugge. After Life ha insegnato un’infinità di cose, ma – cosa ancora più importante – ha ricordato quello che spesso dimentichiamo: nessuno se ne va mai veramente, neanche quando tutto suggerisce di sì. Questo è, per tal motivo, diventato un mantra che non posso mai permettermi di dimenticare. Uno di quelli che ti salva, forse, quando la luce se ne va lasciandoti solo nel buio. E’ in quel caso che devi ricordartelo, e ripetertelo: nessuno se ne va mai via veramente. Nessuno se ne va mai via veramente.
Nessuno se ne va mai via veramente.