Le Serie Tv, così come i film e la letteratura, sono le più sensibili ai nostri cambiamenti, alle nostre paure, alle nostre speranze e in poche parole al nostro way of life.
Ma il XXI secolo ha spiazzato alla grande la nostra generazione e le cose sono tremendamente cambiate al volgere del secolo in modi inimmaginabili. Noi che viviamo in questa prima decade del secondo millennio abbiamo prospettive drasticamente diverse da coloro che ci hanno preceduti: gli anni 2000 sono stati la volta di Internet, della globalizzazione, degli smartphone, della “caduta dei valori” e del tragico 11 Settembre 2001.
Cos’ha comportato tutto questo? Una perdita inevitabile di tutte quelle certezze in vigore fino alla fine degli anni ’90.
Fino poco oltre gli anni ’90 abbiamo a disposizione tutta una lunga lista di Serie Tv incanalabili della categoria Comedy. Ce ne sono moltissime. Serie Tv volte a far ridere, volte a strappare un sorriso più o meno demenziale a seconda dei casi. Alcune ci volevano far riflettere, almeno in qualche momento, ma fondamentalmente l’obiettivo era rasserenarci, strapparci la nostra risata e ributtarci nel mondo a vivere la nostra vita.
Erano Serie Tv che non pretendevano una fedeltà assoluta alla storia: ci regalavano anche il privilegio di poterci saltare un episodio senza che la storia ne risultasse (di solito) rovinata. E quante volte potevano anche capitare degli errori di trama all’interno della totalità delle molte stagioni? Spesso per girare le varie stagioni si affidavano anche al giudizio del pubblico, per accontentarci in ogni singolo momento, pur volendo comunque innervosirci e farci sperare che la storia alla fine andasse come volevamo. La storia andava avanti per gratificarci, anche se ogni tanto gli autori avevano bisogno di prendere tempo, magari con episodi “summa” in cui ci raccontavano, seguendo un tema, storie già raccontate. E tutte queste erano sempre assolutamente politically correct.
Il mondo delle Comedy di una volta era fatto così, e se devo fare esempi non posso non pensare prima di tutto all’amatissima Friends, con cui grazie a Dio la maggior parte di noi si è ritrovato a crescere, ma oltre a lei ci sono ovviamente anche la Vita secondo Jim, o le ben più lontane Happy Days e Willy il Principe di Bel Air. Queste erano solo alcune delle moltissime Comedy di un bel po’ di tempo fa, ma oggi le cose sono inevitabilmente cambiate e così lo sono anche le storie che vogliono farci ridere.
Dall’avvento do Scrubs nel 2001, che si può definire la pioniera del genere, il Comedy si è lentamente ma inevitabilmente trasformato, ed è solo colpa nostra. Già in passato qualche piccolo dramma seriale ci tormentava il cuore, come il tradimento di Ross (altro che pausa quello era un tradimento e basta) che non gli potrò mai perdonare, ma erano cose piccole, e immediatamente sdrammatizzate (mentre Rachel e Ross si lasciavano, Joey si stava mangiando della cera per le gambe se ben vi ricordate), ma negli ultimi anni la sdrammatizzazione ha lasciato il posto alla riflessione e alle lacrime.
Devo ricordare a qualcuno l’episodio “Pessime Notizie” di How I Met Your Mother? Per non parlare del finale che ha spaccato il mondo in due, tra ombrelli gialli e corni blu. Quelle sì che sono lacrime, quelle sì che ci hanno fatto male. E se vogliamo pensare a Scrubs basta pensare all’episodio di Ben perché io mi ritrovi drammaticamente in cerca di fazzoletti.
Vogliamo riflettere, vogliamo rivederci in ciò che guardiamo sul computer o alla televisione, e abbiamo un bisogno impellente sia di provare qualcosa sia che qualcun altro ci possa capire, così da non sentirci più soli.
Forse sarà perché i rapporti umani sono cambiati, o perché il nostro stile di vita è cambiato. A ogni modo quelle risate effimere non ci bastano più e abbiamo bisogno di qualcos’altro, di qualcosa di più complesso.
Anche la comedy per eccellenza degli ultimi anni, The Big Beng Theory, ha ceduto al cambiamento, e per quanto continui a farci ridere con semplicità, ha alzato l’asticella per arrivare a livelli più alti di emotività, e se qualcuno mi chiede chi è la vera erede di Friends come stile non posso che pensare non a How I Met Your Mother, che prende la serie madre e decide di svilupparla esponenzialmente, ma a New Girl, che però guarda la sorella da un gradino più basso del podio.
New Girl decide di rimanere Comedy, decide di voler essere leggera e serena, ma in fin dei conti vuole evitare di andare al di là, di sprofondare nel lato oscuro.
Non fraintendetemi, io adoro la semplicità di New Girl, perché è davvero ciò che ci vuole per trovare un po’ di allegria in questo complesso mondo di Serie Tv, ma bisogna ammettere che rimane a un livello volutamente più superficiale, rispetto alla tanto più complessa How I Met Your Mother.
Quest’ultima Serie Tv, esattamente come fece prima di lei Scrubs, decide di raccontarci la vita nella sua semplicità ma al tempo stesso complessità. Entrambe queste serie si evolvono lungo il percorso ed educano i loro spettatori a volere di più, ad approfondirle, a capirle e, capendo loro, a capire anche se stessi.
Forse il mondo cambierà ancora e il percorso si invertirà, ma per il momento le Dramedy stanno sostituendo le Comedy perché siamo noi a deciderlo, siamo noi a volere provare qualcosa di più e a volere con tutte le nostre forze che qualcuno, da qualche parte, decida di raccontare di noi e della nostra vita, sorridendo con noi, ma anche piangendo e confortandoci quando ne abbiamo più bisogno.
Le nuove Comedy si sono evolute in Dramedy perché abbiamo questo incredibile bisogno che qualcuno racconti di noi e dei nostri drammi, che non sono drammi da scandali alla Casa Bianca, o da un ospedale in cui succede di tutto e di più. Noi non viviamo a Orange County, di sicuro non combattiamo al fianco di Jon Snow a Westeros, non beviamo whiskey insieme a Thomas Shelby (purtroppo) e non attraversiamo pietre magiche che ci portano da aitanti scozzesi.
