Il genere comedy spesso è un momento di stacco, di leggerezza. Imbatterci in lui significa staccare la spina e farci avvolgere da una sensazione di pace e spensieratezza. In questo senso Friends è la scelta migliore che si possa fare quando si ha voglia di un po’ di serenità e pochi drammi. Esistono però delle eccezioni: ci sono delle serie tv comedy che – nonostante la copertina simpatica e colorata – sono intrise di malinconia, di tristezza. Riescono a essere comunque impeccabili nel loro genere autentico perché giocano su delle montagne russe che passano dall’allegria all’angoscia nel giro di poche scene. Proprio in questo contrasto vive Scrubs, il racconto di vita ma anche di morte, di risate e lacrime, di abbracci e ultimi saluti.
Questa non è l’unica comedy triste della lista. Corriamo a scoprire quali sono le 10 comedy più tristi di sempre, e fateci sapere qual è la vostra preferita!
1) Fleabag
Fleabag (di cui abbiamo parlato meglio qui) è una commedia intima, delicata, avvolta da una nuvola moralmente scorretta che guida la protagonista verso decisioni sbagliate e delusioni intramontabili.
Due stagioni e un’anima piena zeppa di malcontenti: così possiamo riassumere brevemente l’esperienza che viviamo con questa comedy. Non è la scelta giusta da fare quando vogliamo staccare la spina perché questa serie apre le porte alla maggior parte delle cose che spesso ci feriscono e che – in qualche modo – la protagonista cerca di mascherare con cinismo e poche aspettative verso il futuro. Tutti i suoi problemi – da quelli finanziari a quelli familiari e sentimentali – non trovano mai un momento di pace e la sua voglia di combatterli non sembra mai volersi imporre per una ragione ben definita: un trauma la blocca.
La sua migliore amica ha perso la vita, potrebbe mai essere felice di far parte di un mondo che le strappa via gli affetti dalle mani con così tanta rabbia? Questo è probabilmente il pensiero che più – bloccandola – non le permette di aprirsi a tutto quello che invece rimane integro e vivo di fianco a lei. Fleabag, così, diventa una comedy che concentra tutto il suo potenziale in una strana malinconia: quella nei confronti delle nostre aspettative future che, quando vanno via lasciandoci scettici, ci affrangono non permettendoci di credere più in niente.
2) Scrubs
Come dicevamo prima, Scrubs è il racconto della vita e della morte. Tutta la sua essenza e delicatezza risiede nei momenti che esistono tra le due cose.
Una delle serie tv comedy più tristi di sempre, lo sappiamo bene. Siamo riusciti a ridere, certo, ma non è mai stata questa la costante di Scrubs. Abbiamo pianto di fronte a ogni atto di leggerezza fatto dopo un momento devastante, e abbiamo pianto di fronte all’ennesimo paziente che non riesce a farcela. La parte più interessante della serie risiede nel non trattare mai chi riesce a sconfiggere una malattia come un campione: sono tutti dei campioni, semplicemente c’è chi chiude gli occhi e chi invece li riapre. La sua prerogativa è sempre stata quella di festeggiare la vita in maniera diversa rispetto ai medical drama tipici a cui siamo affezionati: ha posto tutta l’attenzione nel percorso che esiste tra la vita e la morte ponendoci di fronte a un quesito devastante: si può morire felici?
Questo è il riassunto perfetto di Scrubs: analizzare la vita per giungere alla fine di essa con la consapevolezza che tutto ciò che abbiamo fatto ha avuto un senso, un perché. Forse non era come i personaggi della serie immaginavano, ma alla base – come racconta la serie – ogni fine è un inizio. Lo dimostra bene il finale dell’ottava stagione: J.D termina la sua esperienza al Sacro Cuore, ma questo non è un buon motivo per immaginare quel momento come qualcosa di passato: ha avuto un senso ben preciso, gli ha regalato un futuro che ha la forza di immaginare come realmente vuole senza nessuna paura e questo è uno dei regali più belli che potesse mai ricevere da quel posto.
3) After Life, una serie tv comedy che assume le sembianze della convalescenza
Forse Tony – il protagonista di After Life – avrebbe avuto bisogno di un crossover, di ritrovarsi a tu per tu con un medico di Scrubs che riuscisse a ricordargli tutto quello che di bello ha lasciato in questo mondo la moglie.
Non è semplice – per una comedy – affrontare il tema del lutto e dell’abbandono. Eppure After Life riesce a reggere il peso di questo simile trauma adattandolo a un genere che sembra viaggiare lontano anni luce da questo argomento. Questa tematica, così reale, si impone nella vita di Tony e nella nostra costringendoci a svezzare la nostra chiusura in noi stessi ogni volta che le cose ci fanno del male.
In questa maniera After Life è una serie tv comedy che assume le forme di una convalescenza, di un momento in cui dobbiamo decidere di tornare a star bene e ripartire da lì, ma non per dimenticarci il dolore. Lui esisterà e sarà sempre parte di noi, ma qualcosa può accompagnarlo e quella è l’accettazione: le cose sono andate così, non possiamo cambiare le sorti delle tragedie ma solo riuscire a conviverci trattandole come dei fantasmi che fanno parte di un armadio che a volte ha il dovere di rimanere chiuso e concederci tregua.
Questo è After Life, questo è Tony: un viaggio in cerca di una speranza che sembrava ormai persa.
4) Zoey’s Extraordinary Playlist
Non è solo il racconto di qualcuno in grado di percepire i pensieri e le sensazioni degli altri, è anche il racconto dell’empatia: una dote che, a volte, può essere estremamente deleteria.
Zoey Clarke è una programmatrice a cui la vita e la mente vengono completamente stravolte da un terremoto. Questo evento naturale accadrà mentre la protagonista sarà impegnata a fare una risonanza magnetica che – inavvertitamente – le scaricherà addosso una playlist di canzoni, cosa che successivamente le farà scoprire di poter sentire i pensieri degli altri sotto forma di canzoni o danze.
Non è una storia felice: sopportare le proprie emozioni è già abbastanza difficile, avere come bonus anche quelle degli altri è un fardello troppo difficile da portare avanti. L’empatia così, in questa serie, diventa un nemico non da sconfiggere ma addomesticare: un po’ come un animale pericoloso che dobbiamo tenere con noi nonostante la sua pericolosità. La chiave di Zoey’s Extraordinary Playlist così risiede nel dolore sia individuale che collettivo. Durante la serie si vivranno dei drammi e ognuno di essi verrà scaricato nelle sensazioni della protagonista, e in qualche modo anche a quelle del telespettatore.
5) Il metodo Kominsky
Michael Douglas tiene le redini di una serie tv comedy che ha un solo obiettivo: raccontare la vita vera.
La serie segue le vicende di Sandy Kominsky e Norman Newlander, due amici di terza età che a seguito della scomparsa delle loro mogli si riavvicinano e coltivano il loro rapporto sia dal punto di vista professionale che umano: Sandy è un attore dalla carriera ormai finita, Norman era il suo agente. I due, puntata dopo puntata, si lasciano andare al racconto della loro vita, si abbandonano al loro passato e alle loro infinite malinconie cercando di supportarsi a vicenda. Questo aspetto prende le sembianze di un racconto quasi biografico, lontano da ogni tipo di esagerazione o forzatura.
Questa parte così autentica è probabilmente la più triste: riusciamo a entrare dentro la loro sfera scavalcando completamente la linea che, anagraficamente, ci separa da loro. Non esistono preconcetti, non esistono stereotipi o leggi morali all’interno di questa serie tv comedy perché tutto segue solo la linea di un tempo che non esiste più e che non lascia accanto nient’altro che i ricordi. La loro età li vede coinvolti in perdite e abbandoni da parte delle persone che gli sono state accanto e così, insieme, cercano di tenere botta a una vita che non fa altro che togliergli tutto quello che hanno seminato. Doloroso, a tratti straziante, ma necessario. Quello de Il Metodo Kominsky è un viaggio a cui nessuno potrà sottrarsi, e non stiamo parlando solo della visione della serie.
6) Grace and Frankie, la serie tv comedy che invoca la rinascita
Grace and Frankie è un racconto folle, fuori dalle righe, mai scontato e con una tristezza da scovare nei dettagli più raffinati.
Grace e Frankie hanno più di settant’anni, sono diverse e in perenne conflitto. La prima è snob e cinica, l’altra è il suo esatto opposto. Vivono con la vecchiaia in maniera ordinaria senza troppe stravaganze, ma qualcosa – fin da subito – scombussola le loro vite cambiando le carte in tavola: i rispettivi mariti – colleghi di lavoro da quasi trent’anni – ammettono la loro omosessualità. I due sono innamorati e hanno intenzione di vivere il resto della loro vita insieme, senza più obblighi morali da seguire.
Questa notizia sconvolge le due donne. Da questo momento in poi dovranno ricominciare da capo e questo nuovo inizio riuscirà a consolidare tra loro un rapporto che forse, in qualche modo, era destinato esistere. Insieme ricominciano dando vita a un’amicizia forte, intelligente, smemorata. Ma tutto questo non nasconde solo sorrisi: l’età che avanza aggiunge altre novità che portano il nome di attacchi di cuore, operazioni, addii, consapevolezze. Questo mix è il motivo per il quale Grace e Frankie riusciranno ad assolvere i loro mariti comprendendo che in un momento così balenante e incerto darsi supporto a vicenda sia la cosa più emotivamente giusta da fare.
Grace And Frankie a volte sembra surreale, ma in realtà si serve di ogni estremo per raccontare i paradossi della vita, le incomprensioni, la ricerca dovuta della felicità.
7) Atlanta
Atlanta è una serie tv comedy statunitense andata in onda in Italia su Fox dal 19 gennaio 2017. Inizialmente era stata ordinata per una sola stagione, ma già con il suo primo episodio Fox ne ordinò un’ulteriore aiutandola così a farsi un nome di fronte alla critica che gli conferirà due Golden Globe e vari premi.
La trama di Atlanta segue la storia di due cugini – Earnest e Alfred – che cercano di farsi strada nel mondo del rap nella città titolo della serie. I due – in particolare Earnest – hanno un obiettivo ben preciso: cercare di migliorare le condizioni di vita familiari e individuali. Proprio su questo punto si cela la tristezza di questo prodotto che racconta – in maniera reale – la disperazione di uno stato economico che non offre alcuna speranza futura. Earnest non ha una casa e riesce a vedere solo in Alfred la possibilità di costruirsene una.
I due così vivono insieme un racconto di ambizione, ostinazione, che rende protagonista chiunque nel mondo cerchi di costruirsi un futuro lontano da quella disperazione passata e presente. La leggerezza è ovviamente una prerogativa di questo prodotto, ma al tempo stesso non dona spazio in alcun modo alla superficialità: molti saranno i momenti che ci costringeranno a riflettere e questo grazie a tutti i temi che la serie decide di affrontare che passano dalla povertà alla droga.
8) The Marvelous Mrs. Maisel, una serie tv comedy dalla sfrontata ostinazione
The Marvelous Mrs. Maisel è una storia di ribellione, ostinazione, coraggio e talento. È un racconto instancabile che esce dalla cerchia dei preconcetti e fonda un’unica religione: non esiste una religione.
La protagonista – Miriam “Midge” Maisel – parte con il piede sbagliato: il marito la tradisce e la lascia e lei deve reinventarsi. Lo fa, eccome se lo fa. Non era importante l’epoca in cui fosse, non era importante cosa dovesse fare una donna e cosa l’uomo, e non lo era neanche decidere cosa essere: la signora Maisel era tutte le cose che voleva essere, quando le voleva e come le voleva.
La sua carriera da comica ha una base ben solida: la sua capacità di osservazione. Per questo motivo i suoi pezzi e i suoi monologhi non fanno solo ridere, ma anche riflettere. La sua capacità di osservare le cose – dal senzatetto in strada ai suoi genitori e amiche – le rende semplice il processo di mescolazione delle parole facendole fluire verso monologhi reali, pungenti e indelicati. La protagonista cova dentro se stessa dolori ed esasperazioni dovute a una società che troppe volte vorrebbe obbligarla a scegliere una strada che lei non percorrerebbe mai, e qui risiede la vera forza dello show. Una tristezza, questa, che viene raccontata velatamente alternandosi tra una risata (che a volte non ha voglia di ridere) e una batosta che ricorderà quanto siamo frangibili.
9) Derry Girls
Derry Girls è una serie tv che si sviluppa su due drammi: quello dell’adolescenza e quello della guerra. Entrambi, in maniera diversa, devastano le protagoniste.
La storia è ambientata negli anni ’90 a Derry, una cittadina dell’Irlanda del Nord, situata proprio sul confine con l’Irlanda. Quegli anni furono complicati ed estremamente pericolosi per i cittadini, soggetti ogni giorno ad allarmi bomba e attentati. Proprio qui vivono le nostre quattro indiscusse protagoniste: Erin, Orla, Clare e Michelle. Il quartetto – composto da ragazze adolescenti – affronta ogni giorno il terrore di vivere una guerra civile sotto i propri occhi e piedi. Tutto urla la confusione di un mondo che non riesce ad arrestarsi e fare silenzio, lasciando per una volta che la pace echeggi.
In mezzo a tutto questo caos, le giovani dovranno affrontare anche i drammi tipici della loro età. Scoprire la propria identità, testare le proprie ambizioni, cercare di affermare se stessi non è semplice in una situazione così ed è qui che assistiamo al divario tra i due drammi: quando si tratta della guerra mostrano freddezza, apatia, sembrano anestetizzate. Se di fronte a loro, invece, si palesa un dramma di vita quotidiana sono deboli, sensibili, fragili e drammatiche. Probabilmente la chiave sta nell’abitudine: le bombe le conoscono da sempre ma le fragilità che solo crescendo possono essere conosciute, quelle no, lì sono impreparate.
10) Atypical, una serie tv comedy dalla leggerezza commovente
Atypical vince la sfida e si consacra come una serie tv comedy che regge il peso di un argomento che spesso si ha paura di trattare.
Sam: un adolescente che ama i pinguini, l’Antartide e sogna l’indipendenza. Ha la Sindrome di Asperger. Forse questa potrebbe sembrare la parte triste della comedy, eppure alla base sembra esserci altro. Non è il tema dell’autismo a fare la differenza nella serie, ma l’anima di un empatizzatore quasi di professione che riesce a cogliere ogni stato d’animo, ogni barlume di cattiveria presente nel mondo.
La forza di Atypical risiede nel non snaturare mai una realtà che esiste ed è ben vicina a noi. Non la intensifica, non la sottovaluta, evita qualsiasi tipo di banalizzazione e ci mostra in maniera autentica cosa significhi davvero la vita di Sam. Lui in prima persona ci porta nel suo mondo e lo fa senza mai dirci altro rispetto a una sola verità: è un adolescente. Ci racconta delle sue questioni sentimentali, ci avvolge nella sua nuvola che è di gran lunga più bella di altre perché ha il potere di stupirsi, di non dare mai nulla per scontato, di cogliere ogni gesto e attimo come una sorpresa.
Atypical finisce in questa lista perché è riuscita commuoverci senza farci disperare, perché ci ha fatto riflettere mandando all’aria tutti gli stereotipi. Ci ha fregati con la leggerezza, quella che salva tutte le cose.