Il cinema e la televisione sono le meravigliose invenzioni del mondo moderno e si impegnano – come accade talvolta nelle serie tv coreane – a ridare vigore ad alcuni espedienti che sono propri della recitazione da palcoscenico. Esso è oggi un luogo misterioso e lontano dalla quotidianità di molti spettatori, che spesso ricercano anche nei volti e nella voce degli attori di teatro quella microespressività che caratterizza le scene riprese per il grande o per il piccolo schermo. Si finisce così per additare come ‘incompetenza’– nel momento in cui non la si ritenga abbastanza reale – la recitazione particolarmente emotiva e drammatica che gli interpreti portano sullo sconosciuto palcoscenico.
Tuttavia, proprio perché consapevoli del fatto che la recitazione cinematografica debba molto a quella tipica del teatro, l’intento non è quello di sminuire una ed enfatizzare l’altra, bensì di mostrare come talvolta il mondo del teatro irrompa in quello delle serie tv o dei film attraverso piccoli gesti che riguardano scelte di regia e di sceneggiatura, influenzando così anche la recitazione degli attori davanti alla telecamera. Ciò si verifica proprio in molte serie tv orientali, conosciute anche come drama, considerate l’eredità di un teatro del passato che ha per secoli influenzato anche quello occidentale.
Ecco dunque perché diventa interessante analizzare la recitazione, la regia e la sceneggiatura dei drama, in particolare modo considerando quelli coreani, considerati la prova della commistione tra mondo del teatro e mondo della televisione.
Le regia delle serie tv coreane, e non solo, sfrutta molto la tecnica dello slow motion.
Che siano drama storici, sentimentali o d’azione non importa, poiché lo spettatore noterà che spesso la regia predilige l’uso della tecnica dello slow motion quando si giunge alle scene fondamentali della storia. L’obiettivo è uno soltanto: enfatizzare il momento rendendolo il più drammatico possibile affinché il pubblico ne colga il valore emozionale. Accade ad esempio più volte in Crash Landing on You, inserito nella classifica delle migliori serie tv asiatiche del momento, quando un mistero viene svelato, quando i due protagonisti cercano di dirsi addio oppure quando uno o più personaggi devono affrontare improvvisamente un evento sconvolgente.
Spesso la tecnica dello slow motion viene adoperata anche per le riprese delle battaglie, sia nelle serie storiche che in quelle più attuali. A titolo d’esempio si considerino proprio alcune scene di guerra in My Country – The New Age. Tuttavia la decisione di rallentare alcune azioni dei personaggi non è l’unica scelta prediletta dai registi, infatti solitamente la necessità di sfruttare lo slow motion è strettamente collegata a quella di mostrar il momento rallentato da più angolature. Anche in tal caso l’obiettivo è chiaro e riguarda ancora una volta il desiderio di colpire e coinvolgere lo spettatore visivamente ed emotivamente in modo tale che l’impatto della scena crei un’esperienza completa. Tuttavia non sempre questa esasperazione degli eventi è apprezzata, poiché è evidente che queste scelte talvolta dilatino troppo i tempi narrativi finendo per annoiare.
Le lacrime e i monologhi sono amici e nemici degli attori nelle serie tv coreane.
Un’altra caratteristica che rende la recitazione di queste serie molto teatrale è la drammaticità con cui i personaggi si guardano, dialogano o affrontano gli eventi, anche i più triviali. Cartina di tornasole di tutto ciò sono le lacrime e i monologhi, considerati quasi dei rimasugli di una teatrale espressività esasperata atta a raggiungere un pubblico lontano dal palco. Ma come si è detto, anche i monologhi svolgono un ruolo importante, ossia quello di riammettere davanti alla telecamera quel tradizionale legame tra attore e pubblico che si instaura proprio quando l’attore resta solo in scena esponendo dubbi, paure o piani da attuare. In momenti come questi in realtà il personaggio non è mai veramente solo ma si sta rivolgendo al suo pubblico, unico testimone del dramma contemplato dal protagonista.
Capiamo quindi come a loro modo le serie tv coreane, cinesi e giapponesi abbiano riadattato alcune caratteristiche della recitazione teatrale a quella televisivo-cinematrografica. È poi necessario porre l’attenzione anche sulla gestualità , sulla mimica facciale e sull’intonazione della voce che gli attori adottano. Esse sono infatti particolarmente accentuate ed esasperate allontanandosi da atteggiamenti pacati e più familiari a un pubblico occidentale. È chiaro comunque che vi sia una forte componente culturale che influenza gli attori nel gesticolare in un particolare modo, come accade in Meteor Garden. Infatti stando sempre molto attenti a non ricadere in meri stereotipi è proprio attraverso i gesti più piccoli, le scelte di regia e di sceneggiatura che si colgono gli aspetti particolari di una cultura e di una storia.
Nei drama i personaggi pronunciano massime filosofiche accompagnate da un chiaro linguaggio metaforico.
Indipendentemente dal genere, spesso i personaggi nella storia assumono un ruolo didascalico avendo il compito di aiutare o di far riflettere i protagonisti tramite discorsi sulla vita e sulla morte, sulla fortuna, sull’impegno e su varie tematiche che costituirebbero, se coltivate, la giusta via da seguire. Accade in Descendants of the Sun, in Mr. Sunshine, in Goblin e in molte altre serie tv coreane. Tuttavia, se da un lato gli ammonimenti e le massime sono sempre esplicitati tramite apologhi o metafore naturali che calzano perfettamente, dall’altro questo linguaggio, adoperato anche in momenti in cui dovrebbe essere evitato, rende la scena straniante e a tratti imbarazzante.
Si enfatizza dunque l’importanza del pensiero filosofico e della poesia come tramite principali atti a consegnare ciò che si prova, si pensa e si vede durante l’intera narrazione della storia. Tramite queste caratteristiche i drama hanno catturato molti spettatori in tutto il mondo guadagnando molti giudizi positivi.