Nel mondo del cinema e in quello seriale, i colori sono una componente essenziale. Per poter rendere sul grande o sul piccolo schermo uno stile, un senso, una storia che sia realistica, è necessario utilizzare una fotografia che sappia trasmettere agli spettatori delle sensazioni. In questo senso, ci sono serie tv cupe che hanno fatto proprio questo tipo di lavoro. Attraverso delle tonalità più scure hanno filtrato le azioni dei personaggi principali e gli hanno dato intensità, trasmettendo in maniera a volte più potente ciò che una fotografia carica di colori accesi non avrebbe potuto fare.
Recitazione, trama, ambientazione. Ogni elemento contribuisce a rendere unica una serie tv, ma se questi si uniscono a una fotografia che sa parlare senza rovinare il lavoro del cast ma aggiungendovi un tocco di unicità, si ha il mix perfetto. Ci sono delle serie televisive che abbiamo amato proprio per questo motivo, perché sono state in grado di trasmettere, anche solo attraverso dei toni più bui, delle sensazioni potenti che ci hanno fatto addentrare davvero nel mondo rappresentato sullo schermo. E non ci resta allora che scoprire quali sono queste serie tv cupe.
Ecco i titoli di 7 serie tv cupe che abbiamo amato proprio per i loro toni.
1) Dark
Non potevamo che iniziare da una serie come Dark. Una delle serie tv più cupe degli ultimi anni. Basta osservarne una foto per capire di cosa stiamo parlando. Ogni cosa è circondata da un’oscurità che doveva essere riportata tramite la fotografia. In una serie, come anche in un film, i colori possono cambiare letteralmente il senso che si vuole dare alla storia. In questo caso, un thriller fantascientifico ambientato in Germania non poteva che prediligere una palette più cupa (rotta solo da alcuni colori molto forti, come l’impermeabile giallo di Jonah) per far passare i propri messaggi al pubblico. Winden è piena di segreti. La Winden del passato, quella del presente e anche quella del futuro. E i suoi segreti si intrecciano tra loro, connettendo con un filo (forse non più tanto) sottile più linee temporali e creando un legame indissolubile tra i personaggi. Legame che ogni tanto anche il pubblico più affezionato ha avuto difficoltà a seguire con precisione.
Ma nonostante questo filtro blu che avvolgeva ogni scena di Dark, gli spettatori sono rimasti terribilmente affascinati della serie tedesca originale Netflix. Si sono scervellati per riuscire a sciogliere i nodi di trama, hanno creato per anni teorie che avrebbero potuto spiegare alcuni risvolti inaspettati. Insomma, non hanno mai smesso di credere nella potenza di questa serie, anche quando non si sono trovati pienamente d’accordo con le scelte registiche.
2) 1899
E se Baran bo Odar e Jantje Friese avevano già dato prova del loro talento con l’ideazione e poi con la creazione di Dark, il 17 novembre 2022 sono tornati su Netflix con un’altra produzione originale, la serie 1899. Inutile dire che paragonare i due prodotti è profondamente sbagliato perché si tratta di due contenuti completamente diversi, ma se c’è una cosa che accomuna le due serie tedesche è proprio lo stile inconfondibile di Odar e Friese. La fotografia particolarmente cupa, gli ambienti di per sé molto scuri e a tratti asfissianti. La storia del gruppo di migranti che nel 1899 attraversano in barca l’Oceano Atlantico e si imbattono in un’altra nave piena di segreti non poteva essere raccontata con troppa luce. Avrebbe perso tutto quell’alone di mistero che circonda gli episodi e la scelta dei creatori non si sarebbe rivelata vincente.
Proprio per le scelte di regia, quindi 1899 ha avuto molto successo ed è stata molto apprezzata dal pubblico. Le critiche che ha ricevuto non sono dovute ai toni che prevalgono nella maggior parte delle scene ma a degli inutili e sterili paragoni fatti con Dark. Questa serie viaggia da sola ed è bella a modo suo, nonostante una fotografia dove regnano sovrane le ombre.
Anche 1899 si può inserire tra le serie tv cupe che però abbiamo apprezzato anche per questo motivo.
3) Teen Wolf
Ora che siamo in trepidante attesa del film sequel di Teen Wolf, annunciato da Paramount per la sua piattaforma di streaming online, veniamo improvvisamente colti da un’ondata di nostalgia e ci viene voglia di fare un meritatissimo rewatch di tutta la serie. Riaccendendo la tv e andando a riguardare Teen Wolf, già dai primi episodi ci accorgeremmo che, per essere un teen drama – urban fantasy, la sua fotografia è particolarmente cupa. Ciò, soprattutto da un certo punto in poi della serie, è dovuto alla componente horror che diventa sempre più presente e che necessita di un occhio di riguardo per essere resa con la giusta attenzione.
Per quanto ci fossero molti elementi da dramma adolescenziale, perché comunque sempre di una storia di adolescenti stiamo parlando, Teen Wolf si è sempre classificata come una storia anche per adulti, e i colori più scuri utilizzati in fase di registrazione se ne sono una prova lampante. Il cuore della serie aveva bisogno di esprimere la sua natura e se come protagonisti ci sono un gruppo di lupi mannari, un gruppo di cacciatori di licantropi, una banshee, un coyote mannaro e una kitsune, giocare con le ombre è quasi d’obbligo. Eppure niente ci ha impedito di divorare tutte e 6 le stagioni senza aprire bocca. Anzi, abbiamo amato lo stile di Teen Wolf e non vediamo l’ora di poterne avere un altro assaggio.
4) The Handmaid’s Tale
Un’altra serie televisiva decisamente famosa per la sua fotografia oscura ma iconica, è senza ombra di dubbio The Handmaid’s Tale. Fin dalla prima stagione, la serie tratta dall’omonimo romanzo di Margaret Atwood si è servito di alcuni colori simbolo della serie, lasciando spiccare quelli su tutti e facendo in modo che il resto dei costumi, dei personaggi e delle scenografie si mantenesse su colori neutri. L’opacità di questi ultimi e il loro essere comunque più cupi del normale, fa parte del progetto del regista Bruce Miller. Quella da lui inaugurato è diventata la cifra stilistica della serie, il suo marchio distintivo.
Non tutti apprezzano questo tipo di fotografia, ma per chi invece sa vederne la bellezza, ogni scena racchiude un significato ancora più profondo se osservato attraverso un filtro tonale più scuro. Serve a mostrare quando possa essere crudele un mondo che l’uomo ha inventato e contribuito a creare. Un mondo che non contempla il libero arbitrio delle donne e che le tratta come strumenti. Un mondo che quindi strumentalizza la vita e la priva dei suoi veri colori. Anche in questo caso, i toni cupi sono una scelta ponderata che ha contribuito all’enorme successo ricevuto dalla serie e che non ci faranno dubitare, nemmeno per un secondo, del nostro immenso amore per The Handmaid’s Tale.
5) Peaky Blinders
Eccoli i Peaky Blinders. John (Joe Cole), Thomas (Cillian Murphy) e Arthur (Paul Anderson) in fila uno accanto all’altro nei loro cappotti e completi scuri. Avvolti in un’ondta di fumo e nebbia provenienti da Small Heat, il quartiere di Birmingham in cui gli Shelby hanno vissuto e iniziato a costruire il loro impero. Come nelle altre serie tv di questa lista, anche in Peaky Blinders la scelta dei toni cupi è estremamente funzionale alla storia. La fotografia mantiene colori caldi ma opprimenti nelle scene i interni e predilige i toni freddi ma bui in quelli esterni. Non solo queste sfumature grigie e blu rendono alla perfezione l’atmosfera un po’ asfissiante dei quartieri operari inglesi in cui gli Shelby e molti altri uomini si sono trovati a lavorare nel corso degli anni, ma offre anche un perfetto rimando al grigio di cui sono fatti i loro cuori.
Nessuno dei Peaky Blinders è un uomo cattivo. Ciascuno di loro è in qualche modo vittima della propria storia, della guerra, in primis, e poi di tutta la morte che hanno dovuto portare sulle spalle per anni. Insomma, un tono che ha lo scopo di trasmettere stati d’animo agli spettatori. E dato l’incredibile successivo ricevuto dalla serie di Steven Knight, ispirata all’omonima banda di gangster attiva a Birmingham dal 1890 al 1910, è decisamente riuscita a farsi amare, in maniera quasi del tutto incondizionata.
6) Ozark
Ozark si è conclusa il 29 aprile 2022 con la seconda parte della sua quarta stagione e ha portato a termine un viaggio iniziato nel 2017. Fin dal primo episodio, la serie Netflix si è contraddistinta per le sue tonalità bluastre. Tutti gli episodi hanno questo filtro che permea in ogni inquadratura, in ogni angolo della serie. La storia dei coniugi Marty e Wendy Byrde e dei loro affari nelle Ozark Mountains è diventata storia ormai. Abbiamo seguito episodio dopo episodio la loro evoluzione, la loro ascesa e abbiamo vissuto insieme a loro tutti i rischi di un declino improvviso. Tutto questo è parte della fotografia della serie.
Il blu che rende Ozark diversa da tutte le altre serie tv deve dipingere lo strato di oscurità presente nella personalità di ciascuno dei personaggi presenti. Marty, un uomo buono e intelligente ma talmente fiducioso nelle proprie capacità e consapevole di meritare molto di più di quanto la vita non gli abbia concesso, mette in pericolo la propria famiglia facendo affari con il cartello della droga messicano. Wendy diventa assuefatta dal potere. Charlotte e Jonah, alla fine, si fanno trascinare dalla propria famiglia all’interno di tutta questa storia, senza opporre poi troppa resistenza. Tutti loro hanno un lato oscuro, ed è giusto che Ozark lo ricordi agli spettatori attraverso questo tono estremamente cupo.
7) Taboo
L’ultima nella lista di serie tv cupe è Taboo. È l’anima di questa serie a essere oscura, e la fotografia utilizzata da Steven Knight, Tom Hardy non fa altro che rispecchiare la connessione che il protagonista James Keziah Delaney (interpretato proprio da Hardy) ha con il mondo delle tenebre. Siamo nel 1814 e già l’epoca in cui Taboo è ambientata presuppone un ambiente più buio. La trama poi, non lascia spazio ai colori. Taboo è la storia di un uomo creduto morto che, dopo aver passato molto tempo in Africa, torna a Londra per il funerale di suo padre, deceduto in circostanze sospette. Avendo passato così tanto tempo via da Londra, in luoghi in cui l’uomo è un tutt’uno con la natura, James Delaney è molto in contatto con la propria interiorità, tanto da suscitare nella società londinese molti sospetti. Nessuno si fida di lui, proprio a causa di questa sua riscoperta natura, buia ma potente.
James compie dei rituali utilizzando le lingue antiche dei popoli africani, e tutto questo non può essere reso sul piccolo schermo attraverso una fotografia carica di colore. Bisogna lasciare che le ombre si insinuino nella visione, si sedimentino nello sguardo degli spettatori e li portino a percepire una costante sensazione quasi di asfissia. Eppure, abbiamo forse amato meno Taboo per i suoi colori così scuri? Decisamente no, anzi, siamo ancora in attesa di notizie sulla tanto promessa seconda stagione.