4) Heroes
“Salva la cheerlader, salva il mondo”. Una frase, o meglio un marchio di fabbrica che ha reso Heroes famosa in tutto il mondo. E, anche se il ricordo è di certo più sbiadito, persino oggi non possiamo non ritornare con il sorriso a quel periodo della serialità. All’interno di un panorama televisivo antecedente MCU, DC e persino i ragazzacci di The Boys, Heroes vedeva un modo tutto nuovo di raccontare i supereroi (ecco come è nata la serie tv). La narrazione si concentra su un gruppo di persone comuni che scoprono di possedere abilità straordinarie, intrecciando le loro vite in una rete di misteri, conflitti e destini condivisi. Le prime due stagioni rappresentano un punto cruciale per lo sviluppo della serie, ponendo solide basi e introducendo temi e personaggi che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura pop.
La prima stagione, sottotitolata Genesis, si apre con l’introduzione di vari personaggi sparsi per il mondo, ognuno dei quali scopre gradualmente le proprie abilità straordinarie. Il fulcro della stagione ruota attorno alla visione apocalittica di una New York distrutta da un’esplosione nucleare e alla profezia criptica: “Salva la cheerleader, salva il mondo”. Questa frase diventa il filo conduttore che unisce i personaggi in una corsa contro il tempo per impedire la catastrofe. La narrazione si distingue per la sua struttura corale, in cui ogni personaggio ha un ruolo chiave, e per il sapiente uso del cliffhanger, che mantiene alta la tensione episodio dopo episodio.
La seconda stagione introduce nuovi personaggi e ci fa vedere meglio la mitologia della serie tv, esplorando le origini dei poteri e il ruolo della Compagnia, un’organizzazione segreta che controlla e monitora individui con abilità speciali.
Tuttavia, la stagione si è rivelata più controversa rispetto alla prima, ricevendo critiche per il ritmo più lento e alcune sottotrame meno incisive. La trama principale della stagione ruota attorno a un virus noto come Shanti, capace di sterminare milioni di persone. I personaggi principali, divisi su più fronti, devono affrontare sia la minaccia del virus che i conflitti interni causati dalle loro scelte. Nonostante le critiche, la seconda stagione presenta alcuni momenti memorabili e sviluppi intriganti, come l’approfondimento del legame tra Hiro e Adam e la crescente complessità di Sylar, che torna a essere una minaccia nonostante la perdita temporanea dei suoi poteri.
Le stagioni successive della serie tv vedono ripetersi costantemente gli stessi temi senza aggiungere nulla di veramente nuovo. La minaccia di Sylar è diventata prevedibile, e i personaggi sembravano incapaci di evolvere in modo significativo. Si è perso il bilanciamento tra dramma, azione e pathos e le storyline diventavano sempre più assurde, alienando anche i fan più fedeli. La miniserie del 2015 ha cercato di rilanciare il franchise, dopo uno hiatus durato anni. Eppure, si è trattato nuovamente di un insuccesso, evidenziando ulteriormente quanto la serie avesse già esaurito il suo potenziale narrativo.