4. Mad Men
Dal 2007 in poi, anno di uscita della prima stagione di Mad Men, le serie tv sul tema professionale sono inevitabilmente e inesorabilmente cambiate. Per un semplice motivo: Mad Men ha creato un’aspettativa talmente alta da far impallidire chiunque avesse avuto vogli di provarci. Non stiamo esagerando. Quando si parla di Mad Men si parla di una serie tv da guardare per forza almeno una volta nella vita. Una serie che ha fatto scuola e che, soprattutto, è parte di un immaginario collettivo. Che poi è anche ciò cui si ispira. La serie parte dal racconto della vita di Don Draper, pubblicitario e direttore creativo della Sterling&Cooper, agenzia pubblicitaria degli anni Sessanta a New York. Ma Don Draper (interpretato da un magnifico Jon Hamm, nel ruolo che lo consacra al successo) è solo l’espediente che porta Mad Men a delineare un’intera società, un’intera azienda, un intero mondo fatto di business e vizi poco utili alla morale umana. E fa tutto ciò con una freddezza e una lucidità che lascia incantanti ogni volta. Mad Men è una serie tv ambientata sul posto di lavoro come ne esistono poche altre, è uno spaccato di vita americana, statunitense e non solo che ancora oggi riesce ad essere attuale.
5. The Bear
È stata una delle serie tv rivelazione del 2022, quando uscì la prima stagione. Al momento, le stagioni sono tre (la terza deve ancora arrivare in Italia) e The Bear (che conquista qualsiasi classifica) continua a convincere. Il motivo è presto detto: Jeremy Allen White? Anche, ma non principalmente. La linea guida di base di The Bear è la cucina, il lavoro in cucina e la fatica che in quel mondo traina l’intera vita di chi lo vive. E funziona perché è molto veritiero, per quanto ovviamente romanzato. Carmy Berzatto è uno chef che ha lavorato, nella sua carriera, anche in ristoranti stellati e di prima qualità. Si ritrova a dover gestire la panineria del fratello Mike, scomparso da poco. E si ritrova in un ambiente a lui familiare ma allo stesso tempo ostile. Con la sua squadra dovrà rimettere in carreggiata il locale, The Beef, ma anche e soprattutto la sua vita. The Bear è una serie che ha sconvolto tutti per la sua freddezza e per la sua aderenza alla realtà, è una serie tv da vedere che parla di lavoro e del mondo del lavoro. Di fatica e di sacrificio. Ed è una serie che gira attorno al suo tema principale, cercando in tutti i modi di allontanarsene.
6. Boris, una serie tv da vedere che è anche una delle 15 migliori serie tv italiane di sempre
In Italia, è senza dubbio la serie tv ambientata sul posto di lavoro per eccellenza. Boris, che si propone come una satira intorno al mondo televisivo, inizia nel 2007 ma ancora oggi riesce ad adattarsi perfettamente agli standard culturali. Questo perché Boris è una serie fuori contesto storico, che non ha una linea cronologica specificata, soprattutto perché non serve. Quello che serve a Boris è la verità; sono le vicende di un gruppo di lavoratori dello spettacolo, tra cui il regista di uno sceneggiato (un tempo li chiamavamo così), un fonico, un direttore della fotografia (il grande Duccio) e uno stagista messo lì per caso. L’obiettivo è quello di farci comprendere anche un minimo, sempre ridendo come pazzi, quanto sia controverso e quasi alienante il mondo del set. Boris, d’altronde, è una serie tv che passa alla storia almeno in Italia perché, grazie alla sua vena ironica e dissacrante ma anche alla sua sagacia nel delineare alcuni personaggi, è diventata iconica. Ed è, senza eccezioni, completamente ambientata sul posto di lavoro, che diventa un mondo a parte. Un mondo strano da cui Boris ci mette in guardia ma che allo stesso tempo, desidereremmo tantissimo vivere. Con i personaggi di Boris però: non nella realtà.
7. Succession
Il 2023 è stato un anno pieno di grandi serie tv, ma come Succession (che proprio l’anno scorso ha visto andare in onda la sua ultima, sontuosa stagione) nessuna mai. A prescindere dal gusto personale, che è chiaramente un discrimine, Succession ha conquistato tutto ciò che ha potuto (fra i tanti, vari Emmy e Golden Globe). E lo ha fatto in maniera squillante, facendo accorgere tutti di lei. E la fortuna è stata proprio questa, perché perdere una serie come Succession significa perdersi un tassello importante di serialità e non solo. Ma il bello di Succession è che è riuscita a coniugare alla tradizione una componente familiare e paternalistica di grande spessore. La storia è quella della famiglia Roy, alle prese con l’eredità del padre, magnate dei media, che inizialmente sembrerebbe volersi ritirare (anche se poi non sarà così). E da qui nascono faide familiari da fare spavento, intrighi politici, manipolazioni al limite della morale. Tutte con un unico fulcro: il business. Succession racconta una storia familiare ma racconta gli Stati Uniti. La sua lucida analisi ci lascia una serie tv da vedere assolutamente, possibilmente tutta d’un fiato.