3) Breaking Bad, una serie tv da vedere almeno una volta nella vita. E vale per tutti
Con Breaking Bad è stato amore a prima vista, come d’altronde è giusto che sia. Un capolavoro come questo non potrebbe che suscitare questo tipo di reazione, questo tipo di folle amore. Breaking Bad racconta qualcosa che va oltre la trama che si scrive per anticipare il contesto e le dinamiche della serie, va oltre il professore mediocre che cerca di salvare il futuro della propria famiglia. Breaking Bad va oltre tutto questo con l’obiettivo di raccontare la metamorfosi di un uomo che scopre di volere di più dalla sua vita, che capisce di voler essere dal lato opposto della storia. Non ha più intenione di subire il potere: ha intenzione di essere colui che lo impone, e ci riesce. Ci riesce già verso la fine della prima stagione. Dalla prima all’ultima puntata della serie, a ogni episodio viene tolto un pezzo di umanità dalla sua essenza. Al contrario delle altre produzioni, qui i pezzi del puzzle non si aggiungono ma si tolgono. Solo quando il tavolo rimarrà totalmente vuoto e i pezzi rimossi, allora si potrà dire che la storia è giunta alla fine. Questo, d’altronde, è quello che è successo. Questo è il motivo per cui Breaking Bad per me è diventata imbattibile.
4) Friends
Nella mia collezione di amori a prima vista, tra le serie tv da vedere, spicca di certo Friends. Tra le tante cose che ho amato, Friends è forse la più leggera, l’unica capace di togliermi davvero di dosso qualche macigno per almeno venti minuti. Guardare quei sei scalmanati implica ritrovarsi a far parte di un gruppo d’amici che condividono le stesse preoccupazioni che attanagliano anche noi. Friends ha dimostrato che poco importa in che anno siamo, alla vulnerabilità non gliene frega niente. Le ansie sul futuro che incombe ci rendono giocatori della stessa squadra, una squadra che non sempre vince e che forse l’unico paragone a cui può aspirare è con quella di Ted Lasso. Durante le dieci stagioni di Friends tutti i personaggi non fanno altro che sbagliare rigori, rimanere in panchina, non parare in rete. Sbagliano tutte le mosse, ma lo fanno con una leggerezza che non può non aiutare chi li guarda. E’ come se dicessero: abbiamo sbagliato il tiro, ma alla fine cosa importa? Ed è una domanda che di tanto in tanto ci dovremmo fare anche noi: ma alla fine cosa importa?