Ok, ci siamo. Poche ore ancora e assisteremo alla consegna degli Emmy 2024. Una cerimonia incerta come non mai, ormai orfana di uno dei trionfatori assoluti dell’ultima edizione (Succession), e piuttosto in bilico all’interno di svariate categorie. Se da un lato è piuttosto evidente che saranno la sorpresa Shōgun (25 candidature) e la consolidata The Bear (23 candidature) a giocare un ruolo da padroni, dall’altra sono numerose le statuette sospese da diversi vincitori potenziali d’egual livello. Torneremo meglio sull’argomento con un articolo dedicato ai pronostici ufficiali, ma intanto concentriamo l’attenzione sulle serie tv da vedere per arrivare preparati al grande appuntamento.
Proprio per questo, abbiamo elaborato una selezione accurate tra le numerose serie tv candidate ai prossimi Emmy. L’obiettivo, come sempre in questi casi, è cercare di accontentare quante più persone possibil. Con un fattore chiave sempre al centro della scena: tutti i titoli che menzioneremo all’interno della lista che segue si contraddistinguono per una spiccata qualità. Non è un caso, allora, che molte delle serie tv menzionate arrivino a superare il 9 nel nostro pagellone di metà anno. E non è un caso nemmeno il fatto che potreste ritroverete molte di queste serie tv all’interno della classifica regina di fine anno. Insomma, sono serie tv assolutamente da vedere. E le candidature agli Emmy, talvolta copiose, certificano la bontà del lavoro fatto. Iniziamo, quindi: c’è molto da dire. Alla faccia di chi pensa che non si facciano più le serie tv di qualità di un tempo.
10 Serie Tv candidate agli Emmy di quest’anno che dovreste assolutamente vedere
Serie Tv da vedere: Shōgun (25 candidature)
- Disponibile su Disney+
Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta delle serie tv da vedere tra i titoli candidati ai prossimi Emmy con un carico da novanta. Nella sorpresa generale, infatti, Shōgun ha ottenuto la bellezza di 25 candidature, issandosi in cima a questa speciale classifica. Sorpresa, ma non troppo. Al di là del bug generato dal passaggio dalle miniserie alle serie con più stagioni, operato in seguito all’imprevisto rinnovo per due ulteriori annate, Shōgun è indubbiamente una delle serie dell’anno. Con ogni probabilità, la serie regina del 2024. Sacrosante, in quest’ottica, le candidature ottenute, sia per la serie nella sua globalità che per gli attori del cast. In particolare, si distinguono in tal senso gli straordinari Hiroyuki Sanada e Anna Sawai, vincitori accreditati nelle rispettive categorie.
Shōgun, infatti, ha meritato sul campo le nomination grazie a una qualità narrativa ed espressiva eccelsa, capace di rievocare i fasti della golden age televisiva, essere degno erede dell’opera letteraria da cui è tratta (un vero e proprio cult negli Stati Uniti, come spiegammo in un articolo di qualche tempo fa) e degnissimo testamentario di una narrativa sul mondo nipponico che sfugge a stereotipi e approssimazioni a cui si è assistito troppo spesso in passato. Un period drama solidissimo, chiamato ora alla prova più difficile: superare i testi del romanzo di James Clavell, immergersi in alcune tra le pagine più significative della storia giapponese e dimostrare di poter ancora essere grande al di fuori della “comfort zone” inizialmente concepita.
Niente di più complesso, ma gli autori hanno già dimostrato di giocare in un campionato diverso rispetto a gran parte degli altri player, quindi perché no? Crediamo in loro, fino a prova contraria. E celebriamoli ai prossimi Emmy: a occhio, non mancheranno le opportunità per farlo.
The Bear (23 candidature)
- Disponibile su Disney+
Da un big all’altro, con una differenza sostanziale: qui, di sorprendente, c’è poco. Poco, se non un fattore: la stessa The Bear. Inserita da ormai tre anni tra le serie tv da vedere assolutamente all’interno di vari listoni diversificati, l’opera di Christopher Storer ha ormai conquistato un posto speciale all’interno del percorso della serialità mondiale dell’ultimo decennio, confermandosi ai massimi livelli anche nel corso della terza stagione. Per molti versi, la più debole tra le tre. Ma abbastanza forte da essere comunque superiore a gran parte delle opere attualmente in circolazione.
The Bear, allora, farà ancora incetta di premi, pur con un fattore che lascia perplessi i più. La serie, infatti, è classificata come “comedy” e per questo concorrerà per gran parte dei premi di categoria. Avevamo già affrontato il tema in un approfondimento di qualche tempo fa in cui l’avevamo messa a confronto con Succession, mostrando quanto sia realmente “comedy” una serie del genere, scritta con peculiarità che sfuggono inevitabilmente alle categorizzazioni più essenziali.
In ogni caso, The Bear merita di essere riconosciuta ai massimi livelli. Inevitabile, per una serie che ha messo a nudo alcune criticità radicate nella società occidentale contemporanea, inserite all’interno di un nucleo disfunzionale in cui il passato presenta un conto che ogni sforzo sembra non poter mai superare del tutto. All’interno di un microcosmo intenso e vorticoso, una danza caotica tra le quattro mura di una cucina è destinata a rimetterci in discussione. Allo stesso tempo, ci fa sentire un po’ meno soli. Pur non proponendosi con intenti di stampo universale, riesce comunque a parlare in qualche modo di ognuno di noi. E proprio per questo, è davvero speciale.