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La Classifica delle 10 Serie Tv più viste in questo periodo da Hall of Series – Comunità di Recupero

Matteo Oscar Giuggioli ed Elia Nuzzolo in Hanno Ucciso L'Uomo Ragno
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Dopo aver esplorato i migliori episodi di Lost e Una Mamma per Amica, questa settimana cambiamo totalmente argomento dedicandoci alle Serie Tv da vedere più viste in questo momento dalla community Hall of Series – Comunità di Recupero. Dai loro voti provenienti dal consueto sondaggio settimanale è infatti emersa una classifica che fa luce sulle Serie Tv più viste in questo periodo. In alcuni casi potreste ritrovare titoli che avete visto e conosciuto, e in altri invece potreste avere a che fare con qualcosa di ancora completamente incognito che non sapete se guardare o meno, ma di cui la community è sicurissima. Vediamo allora insieme le Serie Tv da vedere più viste nell’ultimo periodo dalla nostra community, e fateci sapere se anche per voi sono le stesse e che cosa, invece, state guardando voi!

Da Only Murders in the Building a Gli Anelli del Potere 2 e tanto altro: ecco la classifica delle 10 Serie Tv da vedere più viste dalla nostra community Hall of Series – Comunità di Recupero, in questo periodo

10) The Umbrella Academy 4

Elliot Page in una scena di The Umbrella Academy 4

Non con poca sorpresa, ad aprire la classifica la quarta stagione di The Umbrella Academy. Disponibile su Netflix, la Serie Tv tra supereroi e minacce per l’umanità arriva nel mese di agosto non provocando però quel rumore sperato. La curiosità nei confronti dell’epilogo della serie non era infatti tangibile. Il punto più basso è stato però raggiunto dopo la distribuzione della stagione finale, una stagione che non ha convinto nessuno e che ha lasciato sbiadito il ricordo di The Umbrella Academy.

Il suo declino era qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto preventivare durante le sue primissime stagioni, protagoniste indiscusse di classifiche e record battuti. Un hype enorme e la certezza assoluta di una grande e importante Serie Tv basata sui supereroi, ma anche sul dramma degli esseri umani. E poi lo schianto. The Umbrella Academy non ha retto e non ha mantenuto le aspettative, diventando presto uno dei rimpianti di quest’anno.

Nonostante ciò, la nostra community l’ha premiata con un decimo posto che le conferisce almeno l’attestato di partecipazione. Non vince e non si ricorda, ma almeno è stata vista con tutti i rischi del caso. Perché se ancora non l’hai vista non lo sai. Ma se lo hai fatto, sei a conoscenza di tutto. Sai che la quarta stagione supera il confine tra piattume e narrazione graduale, diventando il teatro di un finale insoddisfacente che non rispetta le aspettative. Non ti permette di esultare, non ti permette di provare rabbia.

La quarta stagione di The Umbrella Academy si conclude soltanto con un finale prevedibile e una narrazione non lineare divisa tra trame incompiute e altre chiuse alla meno peggio. A tutto questo si aggiunge anche la completa assenza di qualsiasi forma di impatto emotivo, che qui viene silenziato nonostante una narrazione apparentemente sofferta che vede chi vuole salvare il mondo anche l’artefice della sua distribuzione.

Una concetto del genere avrebbe potuto chiaramente conoscere una narrazione differente, capace di creare un senso di empatia da parte dei telespettatori che, invece, assistono allo sviluppo del finale in modo quasi apatico. Più si va avanti e più infatti la narrazione disorienterà gli spettatori, privandoli anche nella caratteristica vincente di The Umbrella Academy. In questa quarta stagione a faticare sono stati anche i legami tra i protagonisti e la caratterizzazione di ognonuno di loro, da sempre punto di forza della serie. Tutto questo risulta qui sbiadito e confuso, sacrificato anche a favore di nuovi personaggi che non aggiungono nulla alla narrazione, ma la confondono soltanto.

Insomma, The Umbrella Academy non è più quella che ricordavamo. E’ uno degli esempi che più ricorderemo in futuro quando parleremo di Serie Tv che, al momento del finale, hanno perso tutto. Di Serie Tv che, dopo un ottimo inizio, hanno finito per perdersi in una strada in cui non si sono mai più ritrovate. Il potenziale per fare molto meglio c’era, ma è stato sprecato in nome di un finale a cui è mancato, tra le tante cose, il coraggio.

9) Kaos

Debi Mazar in Kaos

Non abbiamo fatto in tempo a festeggiare il suo arrivo che subito è andata via. Stiamo parlando di Kaos, l’attesissima Serie Tv annunciata nel 2018 e arrivata concretamente sui nostri schermi solo nell’agosto 2024 dopo anni di interruzioni, scioperi e slittamenti. Dopo poco più di un mese e mezzo, il gigante dello streaming (famoso anche per le sue severe e spesso sofferte cancellazioni) ha infatti deciso di mettere un punto a Kaos, privandola di qualsiasi tipo di possibilità di ritorno.

La notizia è servita per chiarire le dinamiche che portano la piattaforma a fermare in anticipo la narrazione, dinamiche che comunque erano prevedibili e chiare anche fin dai tempi di 1899. Netflix si basa infatti sui risultati ottenuti durante le prime settimana dalla distribuzione, e non a lungo termine. Il tutto è chiaramente aggravato dai costi di produzione. Più una Serie Tv è dispendiosa, più è probabile che venga cancellata se non raggiunge i risultati pretesi. E così Kaos perde del tutto ogni speranza di ritorno dopo un’agonia durata ben 6 anni. Inutile girarci intorno: è chiaro che le aspettative, dopo tutto questo tempo, fossero alle stelle. E sì: forse non le ha rispettate, forse avrebbe potuto fare molto di più, ma non possiamo parlarne come una Serie Tv non riuscita. Perché Kaos funziona.

Lo fa fin dal primo episodio, quando ancora è tutto da scrivere e da sviluppare. Lo fa attraverso dei personaggi convincenti, delle metafore che rendono la mitologia greca qualcosa di totalmente vicino a noi. Perché sono le sofferenze, il narcisismo, ma anche la voglia di riscatto a mandare avanti la narrazione. Sono gli aspetti più umani a caratterizzare questa storia che unisce gli Dei e gli esseri umani. Con tutte le differenze evidenti del caso, che si stia nell’Olimpo o in una terra che trabocca disperazione poco importa, perché saremo comunque tutti condannati a scontrarci con i nostri demoni, di qualsiasi forma siano fatti. Lo capisci di fronte a un personaggio come Dionisio, tormentato dalla ricerca di un posto nel mondo che non riesce a trovare, e lo capisci anche guardando Zeus, colui che possiede tutto ma a cui non basta niente per essere felice.

Kaos forse poteva giocarsi qualche carta in più. Poteva osare ancor di più e potenziare alcuni aspetti così come dar più lustro ad altri personaggi interessanti lasciati in disparte, ma non ha sbagliato tutto. Aveva qualcosa da dire e l’ha detta, e ha funzionato. Non quanto avrebbe potuto, e non per Netflix, ma ha saputo come dire qualcosa dando vita a un’opera intelligente con un’idea di base geniale, anche se con non pochi rimpianti.

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