Crashing
Ma passiamo ora a una serie britannica di Channel 4 davvero sorprendente che avrebbe meritato una sorte migliore: Crashing. Trattasi di una comedy creata da Phoebe Waller-Bridge, famosa per essere stata la protagonista e la creatrice di Fleabag, che interpreta anche uno dei ruoli principali. La serie in questione, composta purtroppo da una sola stagione da sei episodi, racconta la vita di sei giovani adulti che vivono insieme come custodi/occupanti di un vecchio ospedale abbandonato. Il loro compito è infatti quello di proteggere l’edificio in cambio di un affitto basso. Inutile dire che l’edificio diviene covo di un continuo via vai, feste improvvisate e disfunzionali dinamiche relazionali tra i vari inquilini.
Quella dei protagonisti è una vita precaria, che si costruisce di giorno in giorno, senza garanzie
Tra i membri del cast troviamo, oltre alla talentuosa Waller-Bridge, attori come Jonathan Bailey (l’affascinante Anthony di Bridgerton), Damien Molony, Julie Dray, Louise Ford e Adrian Scarborough. La chimica tra gli attori è palpabile e contribuisce a rendere le interazioni tra i protagonisti realistiche e divertenti. Ogni personaggio è alle prese con le proprie insicurezze e contraddizioni. Abbiamo il festaiolo Sam, che inizia a mettere in dubbio le proprie convinzioni. La coppia formata da Kate, una ragazza seria piena di ansie e dal sarcastico Anthony. Abbiamo poi Melody, un’artista proveniente dalla Francia che vede Colin, un uomo divorziato e di mezza età come la sua Musa e Fred, timido e impacciato ragazzo da poco trasferitosi nell’edificio. Tutti gli equilibri interni al complesso ospedaliero iniziano a crollare con il trasferimento di Lulu (Phoebe Waller-Bridge), ragazza senza alcun filtro e amica di infanzia di Anthony.
Quello che più ci è piaciuto della serie e che avremmo amato poter vedere ancora, riguarda soprattutto però la scrittura della serie. Gli scenari proposti, infatti, sono davvero originali e conditi da un caos che rispecchia le sue ambientazioni. I dialoghi sono freschi e spontanei, caratterizzati da una certa “cattiveria”, così come i personaggi, spesso egoisti e meschini. La scrittura offre momenti che infatti virano addirittura nel grottesco e nel cringe.