Serie Tv da vedere: House of the Dragon
Il tema è caldo, caldissimo. House of the Dragon è appena tornata coi primissimi episodi della seconda stagione e ha subito ricordato al mondo perché abbia avuto l’impatto che aveva già avuto con la prima. Un impatto devastante, con una premessa che si avvicina parecchio a quella che abbiamo esposto poco fa a proposito di The Last of Us: House of the Dragon è nata per conquistare e dominare il mondo delle serie tv, ma era stata accolta con una certa diffidenza da parte del grande pubblico.
Troppo fresca la ferita di Game of Thrones per parte del pubblico, conclusasi cinque anni con modalità piuttosto divisive, troppo grandi le sue ambizioni: replicare i fasti della serie madre, senza poter più contare sull’effetto sorpresa che la prima aveva generato. Nonostante ciò, House of the Dragon ha finora centrato tutti gli obiettivi che si era prefissato: restituire al mondo gli antichi splendori di una grande saga fantasy, puntando sull’adattamento intelligente di un’opera suggestiva. Ma non solo: in un mondo seriale in cui i kolossal faticano sempre di più e i fasti della golden age sembrano distanti ogni giorno di più, House of the Dragon punta sulla qualità destinata a una platea mainstream.
Il margine d’errore c’è ancora perché c’è sempre a prescindere quando si punta tanto in alto, ma è piuttosto limitato.
L’affermazione, in questo caso, era il passaggio più difficile. E lo spin-off non dovrà affrontare gli ostacoli che hanno impedito alla serie madre: questa è una storia già scritta, e ha il potenziale per riscrivere addirittura parti del finale di Game of Thrones.
Cosa chiedere di meglio a uno spin-off? Cosa chiedere di meglio a una serie tv che si sta affacciando alle porte del paradiso attraverso le fiamme infernali dei Targaryen?
- Potenziale espresso finora: 8/10.
- Possibilità di fallire: 3/10.
- Potenziale che potrebbe esprimere alla fine: 10/10.