Non so neanche spiegare come io le abbia trovate. Spuntavano come funghi, una a una. La mia sessione di zapping si è rivelata essere molto produttiva perché mi ha fatto scoprire alcune Serie Tv che, davvero, credo di aver visto solo io. Erano Serie Tv da vedere nascoste, quasi invisibili tra le ultime file delle varie piattaforme. Non sempre era facile beccarle, ma quando questa magia accadeva io ero la bambina più in pace con il mondo. Non sono famose, e non sembrano neanche pronte per diventarlo. Se chiedo in giro, la risposta che mi viene data è sempre la stessa: uno sguardo confuso, mirato a decifrare quel titolo scognito che ho tirato fuori come se fosse tra i più rinomati.
E alla fine va bene così, perché non so neanche io come abbia fatto a trovarle. In qualsiasi modo io la ponga, queste rimangono le mie Serie Tv segrete, quelle di cui al massimo posso discutere da sola. Me la canto e me la suono, e va bene così. Insomma, se non posso garantirgli il successo, è giusto che almeno possa coccolarmele a dovere. Però tentare non costa nulla, quindi sì: proviamo a vedere insieme se qualcuno le conosca o se ha intenzione di farlo.
Da Station Eleven a Maria Antonietta: ecco 8 Serie Tv da vedere che probabilmente ho visto solo io
1) Maria Antonietta, una Serie Tv da vedere su Sky e Now
Addentriamoci nella Francia del ‘700 con Maria Antonietta, la Serie Tv che ci porta indietro nel tempo facendoci conoscere i primi anni a corte della Delfina Francese. La narrazione comincia infatti proprio dai quattordici anni di Maria Antonietta, età in cui ha lasciato l’Austria per stabilirsi a Versailles insieme al futuro marito Luigi XVI. Composta attualmente da una sola stagione ma confermata per una seconda, Maria Antonietta mette al centro della sua narrazione il rapporto tra la Delfina e Luigi XVI, tra Maria Antonietta e la Corte, la tradizione francese, le regole, i costumi e i legami stretti durante quel periodo. Da sola e lontana da casa, Maria Antonietta cerca di trovare la vicinanza e la complicità di suo marito, che però evita ogni qualsiasi tipo di contatto.
In Maria Antonietta Luigi XVI viene infatti descritto come una persona estremamente solitaria e introversa, priva di intraprendenza o istinto. Biografia e scelte destinate al romanzamento prenderanno dunque qui piede, offrendovi una narrazione dai toni provocatori, politicamente scorretti e spesso anche umoristici. Maria Antonietta può infatti essere definita come una Serie Tv ibrido tra la storia e dramedy. Lo si capisce sia dai toni utilizzati durante la narrazione, sia dal modo con cui i personaggi interagiscono e si presentano al telespettatore. Tolta la figura di Luigi XVI, tutti i protagonisti di Maria Antonietta saranno infatti parte di un gioco in cui si trama alle spalle, si organizzano complotti e ci si inserisce nell’ambiente della Corte con l’unica cosa che conta: il proprio ego.
Nessuno, durante la narrazione, metterà a tacere il suo spropositato egocentrismo, la convinzione di essere – per la Francia – indispensabili e valorosi, necessari più di altri. Pur di ottenere il potere si arriverà a fare qualsiasi cosa, perfino fingere gravidanze e futuri eredi al trono. A tutto questo non mancherà ovviamente il racconto più intimo di Maria Antonietta. Passando dal suo stato emotivo fino ad arrivare ai suoi comportamenti più disinibiti per quel momento storico, la Serie Tv si prenderà il compito di analizzare quelle che erano le peculiarità di questa grande figura storica, preparando il terreno per quel futuro disgraziato che l’attenderà al varco.
Nonostante l’abbia vista soltanto io, Maria Antonietta è fortunatamente stata rinnovata per una seconda stagione, di cui ancora non si hanno però notizie certe riguardo la data di uscita. Ma chissà se questa non sarà la volta buona per vederla finalmente raggiungere un successo pari ad altre importanti Serie Tv storiche.
2) River
Disponibile su Netflix (ma non nel piano con pubblicità), River è una delle Serie Tv più ingiustamente sottovalutate di sempre. Un mix di suspense, dramma, introspezione ed esistenzialismo che non potrà lasciarvi indifferenti. Composta da una sola stagione, è riuscita a dire tutto con soli sei episodi, senza lasciare niente in sospeso. E’ il potere di una grande produzione che, purtroppo, si è dovuta accontentare ingiustamente soltanto di me e un’altra cerchia ristretta di telespettatori che probabilmente l’hanno trovata attraverso la nobile arte dello zapping. Perché nessuna sponsorizzazione o pubblicità è stata prevista per questo thriller mozzafiato, ma solo un silenzio complice del suo mai arrivato successo.
Di produzione britannica, River non è il solito crime. Non è la solita domanda che attende una risposta, o la parabola del detective che presto si trasforma in un eroe. E’ la storia di un essere umano. Una persona costretta a convivere con mostri e fantasmi generati da un passato traumatico e senso di colpa che lo perseguita in ogni dove. Chiunque lo veda da fuori non ha dubbi: dovrebbe prendersi una pausa. E’ uno svitato, direbbe qualcuno, che non può continuare a lavorare in questo modo.
E per la stessa ragione, John viene mandato in terapia per cercare di trovare un modo di farlo tornare lucido. Ma John River è lucido. Sa benissimo che cosa gli stia capitando intorno, ed è pienamente consapevole della gravità del trama che ha subito, e della morte irrisolta della sua partner sul lavoro. Ma deve piegarsi alle richieste altrui, accettando una terapia che potrebbe salvargli il posto di lavoro.
John River ha infatti perso la sua partner di lavoro a causa di un omicidio che non ha ancora trovato risposta. Da quel momento, capire che cosa sia successo è l’unica prerogativa della sua vita, tormento che si traduce nelle visioni continue della sua ex collega. La vede ovunque, ma con una consapevolezza che va ben oltre l’incredulità. Perché in quelle visioni si nasconde comunque la realtà, la risoluzione di alcuni casi a cui fatica a dare risposte. Perché sì: River si occuperà soprattutto del drammatico mistero legato alla collega, ma anche di casi disconnessi che vedrano River tornare in azione senza mai perdere ciò che lo ha sempre reso un grande detective.
Non è soltanto un thriller, non è soltanto un drama: è una storia tormentata che va avanti a suon di numerosi espedienti, passando dalla terapia alla salute mentale fino ad arrivare al senso di colpa che opprime l’essere umano. E’ una grande produzione, ed è un peccato che probabilmente l’abbia vista soltanto io.