Serie tv da vedere, ma non per tutti. Vittime di pregiudizi e valutazioni drastiche, spesso fuori luogo.
Succede sempre, d’altronde, Soprattutto quando un titolo ottiene un successo fuori dal comune, diventa una serie tv da vedere un po’ per tutti e sale alla ribalta finendo per monopolizzare l’attenzione. L’attenzione e le antipatie, anche per la volontà di alcuni di andare controcorrente a tutti i costi. Si parla del pubblico sovrano, giudice ultimo di ogni produzione, ma anche di una certa critica che talvolta spara a zero col solo fine di distinguersi dalla massa. Il clamore mediatico accresce il rischio di valutazioni fuori luogo o comunque approssimative, figlie di tendenze che dal passaparola si trasferiscono in una percezione collettiva oltremisura soggettiva.
Ma non solo. Capita talvolta che la percezione non derivi dal successo, bensì da pregiudizi consolidati ancor prima della messa in onda.
Pregiudizi che si consolidano intorno a un’idea, al di là dell’effettivo valore della serie tv. Oppure da prospettive storiche radicalizzate che si scontrano con un confronto impietoso tra il valore globale di una serie tv e un calo, presunto o effettivo, nelle stagioni successive alle “migliori”.
Si prendano, in tal senso, due degli esempi più plateali menzionati nella lista che segue: i Simpson e Lost. I Simpson, secondo tanti, sono “morti vent’anni fa”, mentre Lost è stata vittima di incomprensioni evidenti, anche legate a un grado di complessità che talvolta si è sposato negativamente con la gigantesca popolarità ottenuta. Ne parleremo, e ci torneremo nel dettaglio.
Ma ora procediamo, perché oggi ci siamo travestiti da avvocati del diavolo e abbiamo deciso di rivalutare alcune delle opinioni più comuni su sette serie tv trattate con eccessiva severità da critica e pubblico.
Quando è troppo è troppo, dai.
The 8 Show, una serie tv da vedere tra le ultime uscite (nonostante le critiche)
- Disponibile su Netflix (1 stagione)
Ok, non è un capolavoro definitivo. Non lo è per niente: i personaggi mancano talvolta di coerenza interna e si potrebbero evocare diverse situazioni in cui sarebbe stato semplice chiudere l’intricata vicenda e si è dovuta forzare la mano pur di andare avanti. Mettiamo le mani avanti, allora: The 8 Show non entrerà a far parte delle migliori serie tv dell’anno né sarebbe opportuno definirla una serie tv da vedere a tutti i costi. Ma è davvero la sciocchezza che molti hanno descritto? Davvero si spreca del tempo se si decide di darle un’opportunità?
No, per niente.
Al contrario, è classificabile tra le serie tv più interessanti e originali tra quelle che abbiamo visto nella prima metà dell’anno. Originalissima e dotata di uno stile con grande personalità, la dark comedy sudcoreana di Netflix ripropone alcune tematiche chiave di Squid Game, ma lo fa a modo suo. Lo fa con irriverenza, audacia e un ritmo affascinante, garantendo ore di ottimo intrattenimento. Una serie tv da vedere per un weekend all’insegna dell’imprevedibilità, della creatività e delle riflessioni sulle disparità che stanno creando una forte instabilità nel tessuto sociale della Corea del Sud (e non solo), a patto che si tralascino le sue pecche. Pecche evidenti, insufficienti tuttavia per mandare all’aria quanto di buono abbiamo visto.
- Cosa sembra essere The 8 Show, secondo certe valutazioni
Una brutta copia di Squid Game, in forte calo negli ultimi episodi anche se si presentava con un interessante concept. Un concept rovinato dalla scarsa plausibilità di certe situazioni e dall’incoerenza nelle azioni di gran parte dei personaggi.
- Cos’è The 8 Show, in realtà
Una serie tv suggestiva, con un concept molto originale e una veste espressiva peculiare, che unisce intelligentemente elementi retrò sia sul piano narrativo che sul piano estetico. I limiti, pur riscontrabili, non macchiano le buone valutazioni che la serie merita. Così come gli inevitabili paragoni con Squid Game, col quale condivide obiettivi e critica sociale senza smarrire un’identità fortemente distinta.
I Simpson
- Disponibile su Disney+ (35 stagioni, 34 stagioni disponibili)
L’opinione popolare sui Simpson nella fase successiva alla golden age è ormai consolidata tra gran parte del fandom: secondo molti, la serie sarebbe “morta” almeno vent’anni fa. Straordinarie le prime dieci stagioni, ma poi? Poi il nulla. Uno stato vegetativo tendente addirittura alla “zombificazione” e caratterizzata dalla piaga della “flanderizzazione” dei personaggi, persistente ancora oggi a decenni di distanza. Ma è questa la verità?
Beh, no. Le prospettive comuni sui Simpson di nuova generazione sono più che ingenerose. E solo in parte giustificate.
Giustificate dall’incapacità di replicare i fasti dei primi tempi, aspetto su cui è difficile dissentire. Tuttavia, non dalle valutazioni superficiali del percorso successivo. Perché l’evoluzione dei Simpson merita una menzione positiva, ed è troppo forte il paragone coi suoi picchi più alti per arrivare a distruggere tutto il resto. Ne abbiamo parlato, nel tempo, all’interno di vari articoli e continueremo a farlo. Le ultimissime stagioni, in particolare, sembrano aver rialzato il tiro dopo alcuni anni di (reale) appannamento, e hanno riportato la serie laddove deve sempre stare: in cima.
Non ha più i pregi di trentacinque anni fa ma ne ha mostrato altri nel tempo, molto diversi. Provateci voi a resistere così a una tale prova di longevità.
- Cosa sembrano essere I Simpson, secondo certe valutazioni
La copia sbiadita dei veri Simpson. Dei morti che camminano appena, senza più riuscire a divertire e a offrire una satira efficace della realtà americana. I veri Simpson sono morti vent’anni fa e avrebbero meritato la chiusura dopo una decina di stagioni.
- Cosa sono I Simpson, in realtà
Non sono più i Simpson delle prime stagioni, è innegabile. E non hanno più raggiunto i picchi qualitativi della golden age, quelli che hanno fatto le fortune di una serie animata capace di scritto la storia della tv. Ma l’involuzione paventata è in realtà un’evoluzione per molti versi necessaria: dopo 35 stagioni, i Simpson hanno trovato nuove chiavi espressive e narrative per rappresentare, ancora oggi, un riferimento assoluto del genere. Una serie tv da vedere assolutamente, anche nel 2024.