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I 15 episodi più drammatici di sempre nella storia delle Serie Tv comedy

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9) Scrubs – Il mio lungo addio

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Scrubs

Chiedetelo a qualsiasi dottore: a volte sembra che i pazienti restistano fino al momento in cui tutti hanno avuto la possibilità di dir loro addio.

Scrubs

Non è un caso che Scrubs compaia in questa lista per ben due volte, finora. E questa non sarà neanche l’ultima. Perché ha sempre saputo come parlare di vita. D’altronde, come puoi non farlo in un’ambientazione come questa? Scrubs è stata fin dal primo momento, una Serie Tv da vedere a stomaco forte. Perché non sai mai che attacchi ti sferrerà, mettendoti di fronte a quell’assioma che a volte respingiamo: il dolore è una cosa di tutti. Può capitare a tutti. Nella maggior parte degli episodi, Scrubs ci ha abituati alla morte, ma sempre concentrandosi su pazienti o personaggi che non facevano parte del personale del Sacro Cuore. In questo episodio però questa stabilità viene a mancare, mettendo fine alla vita di Laverne.

Oramai celebralmente morta, Laverne attende il suo momento su quel letto di ospedale in cui a turno vanno a dirle addio tutti i suoi amici. Ognuno affronta il dolore in modo diverso. C’è chi si ostina, ad esempio, a rifiutarlo. Carla, fino alla fine, non ha mai detto addio. Ha respinto l’idea che potesse morire, continuando a fare esempi concreti su pazienti guariti miracolosamente. E ancora, ha continuato a mentire a se stessa, dicendosi che quei dati non stabilivano davvero la fine della sua vita. Fino a quando ha potuto. Fino a quando la verità non si è eretta di fronte a lei, ha cercato di fuggire da quella realtà, fino all’inevitabile. Soltanto dopo le sue parole, Laverne si è abbandonata alla sua morte. Come dice J.D, forse i pazienti aspettano davvero che tutti possano dirgli addio, così da poter essere gentili ancora un’ultima volta.

Aspettando Carla, Laverne ha compiuto la sua ultima buona azione. Ha lasciato alla sua amica la possibilità di prendersi del tempo per accettare quel che stava accadendo, per poi andare via. Il dolore capita a tutti. Il lutto capita a tutti. La malattia di un proprio caro, capita a tutti. E a noi non resta altro da fare se non sperare e aspettare, o forse accettare immediatamente. Qualsiasi cosa accada, sapremo già che non lo dimenticheremo mai. Che quel giorno – la data in cui abbiamo detto addio – vivrà per sempre dentro di noi, diventando parte di noi. Come le ossa e tutti gli organi. Scrubs, con la sua solita gentilezza, ha permesso a tutti un altro momento. E poi, dolcemente, ha chiuso il sipario, dando vita a un nuovo e doloroso addio. Perché anche se Scrubs è gentile, la vita non lo è mai troppo.

10) The Good Place – L’episodio finale di una Serie Tv da vedere a ogni costo

The Good Place

L’onda ha delle diverse forme che l’acqua può prendere. E’ questa la morte secondo i Buddhisti: l’onda ritorna all’oceano da cui proviene e dove rimarrà per sempre.

The Good Place

In The Good Place, durante il finale, non ridiamo quasi mai. E non intendiamo in senso negativo. La Serie Tv esistenzialista è diventata così matura e profonda da non aver mai avuto bisogno di far ridere in ogni puntata. Le è bastato farci sorridere teneramente, raccontandoci l’esistenza in un modo mai visto prima: quando è finita. L’ultimo episodio di The Good Place arriva in modo consapevole e, nello stesso modo, tratta i suoi protagonisti. Partendo dall’indecisione fino ad arrivare al senso di sazietà. Come nel caso di Chidi che, dopo aver trovato l’amore e aver continuato a cibare la sua fame di cultura, sa che non c’è più niente da fare. Ha già fatto tanto. Ha già detto tanto e ricevuto altrettanto.

Continuare ad aspettare per passare dalla porta non ha più senso. Perché è pronto. E non è egoismo nei confronti di Eleonor o ogni cosa che possa avere a che fare con tale definizione. E’ quel momento della vita in cui tutti vorremmo giungere. Se potessimo decidere, vorremmo farlo come lui. Andare via così. Pieni, colmi, completi, esattamente come lui. Il finale di The Good Place è una carezza, una visione idialliaca per ognuno di noi. E’ il desiderio di Michael di nascere finalmente come uomo, confrontandosi e vivendosi con degli esseri umani pazzi come noi. Proprio come dice Eleonor alla fine della puntata, conoscerà gente noiosa, farà bruciare del cibo, avrà a che fare con il dolore, ma sarà vivo, e imparerà cosa significhi fare i conti con un mondo imperfetto in cui nulla può essere controllato.

E quanto ci si commuove, infine, di fronte al finale di Eleonor. Prima di decidersi ad attraversare la porta, la ragazza provava a tenere stretto a sé Chidi. A non lasciarlo andare via. Mossa da tutto ciò che ha imparato, Eleonor lo lascia libero di andare, senza pressioni. Soltanto dopo averlo fatto capisce di essere pronta a fare la stessa cosa. De telespettatrice degli abbandoni altrui, Eleonor diventa protagonista del suo saluto. Non è la stessa che abbiamo conosciuto nella prima puntata. E’ colei che ha salvato ed è colei che ha imparato.

Dissolvendosi, tocca uno sconosciuto a caso sulla terra. Lo spinge a fare un’azione gentile. Non lo manda a salvare il mondo, ma solo a cominciare a essere migliore fin dalle piccole cose. Perché il senso di The Good Place è sempre stato questo: le piccole cose non sono mai piccole. Sono tutto quello che ci serve per essere, ogni giorno, migliori del giorno prima. O almeno a provarci.

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