13) Una Serie Tv da vedere per conoscere un nuovo aspetto della nostalgia, Il Metodo Kominsky – Valgono le cose fondamentali
Roz, tesoro, vorrei averti meritata.
Il Metodo Kominsky
L’ultima puntata de Il Metodo Kominsky fa talmente tanto male da poterti tagliare in due. Sandy, finalmente, raggiunge il suo obiettivo di una vita. Il sogno di una vita. Comprensibilmente, si chiede come vada affrontata una cosa del genere alla sua età. Ma non si interroga sul tardi o sul presto. Su cosa avrebbe dovuto fare prima e cosa dopo. Semplicemente, si racconta per l’ultima volta alla sua ex moglie. Durante una chiamata, le dice di aver sempre sognato di raggiungere questo traguardo, ma che per una questione di auto conservazione si è sempre raccontato di voler essere un insegnante di recitazione. Perché alla fine è così. Facciamo i conti con quello che possiamo fare, lasciando da parte quel che vorremmo fare.
Ma Sandy raggiunge il sogno. Lo fa con i suoi tempi, dimostrandoci non esiste un momento giusto. Le cose accadono quando devono e quando possono, e forse anche quando noi riusciamo ad accoglierle. Quel film gli vale un Emmy che dedica a tutte le persone che adesso non ha più. Che a causa del tempo che scorre ha visto andare via. Saluta la sua Roz e il suo Norman. Il suo migliore amico e la sua prima moglie. Il Sandy che conosciamo adesso è un’altra persona, una nuova persona. E’ quel Sandy che forse solo Roz e Norman hanno scrutato davvero prima ancora che lui si mostrasse nella sua vulnerabilità.
Quella parte così intima e vulnerabile, spesso rimasta nascosta, Sandy ha voluto regalarla in diretta schermo. Lo ha fatto per loro, per dimostrargli ancora una volta quanto lungimiranti fossero stati, quanto non avessero mai sbagliato su di lui. Anche se non è sempre stato un esempio, un marito perfetto o un amico perfetto. Loro hanno sempre visto oltre, lasciandogli la possibilità di sbagliare e riscoprirsi soltanto una volta pronto a farlo.
Forse con qualche rimorso, Sandy dice alla sua Roz che avrebbe voluto meritarla. Eppure, a prescindere da come la si veda, l’ha avuta. Perché, anche quando non crediamo di meritare quel che abbiamo, le cose respirano comunque e le persone si stringono comunque a noi. Anche se pensiamo che potrebbero avere di meglio. Perché non ci crediamo mai, di meritarle. Eppure a volte capita di sì. E Sandy ha meritato Roz, Norman e quell’Emmy, e qualsiasi altra cosa.
14) Scrubs – Il mio pranzo
Purtroppo a volte il destino sceglie un giorno in cui rincarare la dose.
Scrubs
Di nuovo Scrubs, ma stavolta per l’ultima volta. E ancora una volta il dolore del Dott. Cox. Forse la vita cerca di dare ragione ai più cinici rincarando la dose. E’ una teoria che ha senso. Ma a prescindere dalla sua ipotetica veridicità, Scrubs ha rifatto il suo lavoro, facendoci sprofondare in un dolore che urla impotenza. Sono tutti impotenti, vittime di una situazione che non poteva essere prevista. E il Dott. Cox, ora più che mai, ha bisogno di un amico. E J.D è lì per lui, ancora una volta come nell’episodio Il Mio Disastro. E’ sempre lui a risvegliarlo, a richiamarlo alla vita e al domani che arriva, anche se oggi saresti voluto morire. Il domani arriva sempre, come la spalla di J.D
Colui a cui il Dott. Cox ha donato i suoi insegnamenti, è adesso qui pronto a restituirglieli. J.D utilizza gli stessi consigli che il Dott. Cox gli aveva dato, cercando di risvegliare quella parte determinata e invincibile che ha sempre messo davanti a tutto. Ma Cox non è mai stato solo questo. E’ stato un tornado di vulnerabilità e fragilità, nascoste da una corazza che può disintegrarsi da un momento all’altro. E in questo episodio è stata disintegrata, ancora una volta. Annega nel senso di colpa, sentendosi lo spietato carnefice di una situazione che avrebbe potuto non degenerare, ma a cui nessuno avrebbe mai potuto pensare. Un buon medico, dice J.D, si sarebbe comportato esattamente come lui, non aspettando neanche un istante per salvare i tre pazienti.
Ma il dolore, adesso, pulsa troppo forte per celebrarsi. Per immaginarsi di nuovo come l’eroe che vorrebbe essere. In questa situazione, Cox non si sente Batman, si sente Joker. Per tutta la puntata, Cox – forse per la prima volta – chiede davvero aiuto. Lo fa con dignità, in modo misurato e silenzioso. Lo chiede a J.D quando quest’ultimo gli porta il suo pranzo. Non lo dice in modo leggibile. Lo fa semplicemente non mandandolo via, accogliendolo tacitamente in quel divano che nasconde tutte le lacrime che ha versato di fronte all’impotenza. Poi, però, avviene l’ennesimo disastro, che porta a quel finale di puntata in cui per la prima volta vediamo Cox crollare definitivamente. La 5×20 di Scrubs è una puntata che ci ha spezzato in due. E Scrubs è una serie tv da vedere per conoscere le parti più gloriose, dannate e immancabili dell’esistenza. Per piangere e rialzarsi, forse non troppo pronti, ma comunque presenti, per una nuova giornata.