2) La Casa de Papel
Nel 2017 Netflix è esplosa completamente. Lo ha fatto con la Serie Tv che più l’avrebbe contraddistinta per anni, sia nel bene che nel male. Perché per diverso tempo La Casa de Papel è stata lo specchio della piattaforma. Citare una delle due implicava citare l’altra, come se fossero sorelle, legate da un rapporto di dipendenza. Era il motivo per cui Netflix funzionava in modo così imponente ed era anche il motivo per cui stava abbracciando sempre di più l’arma più chiacchierata di tutte: il trash. La Casa de Papel infatti arriva su Netflix in forma smagliante. Ci ha sedotti, affascinati, e poi abbandonati. Colpi di scena potentissimi ma, soprattutto, geniali. Ognuno di questi veniva spiegato per filo e per segno da Il Professore, la mente de La Casa de Papel, dettaglio che ha reso la prima stagione ben costruita e con un’ottima struttura.
Insomma, La Casa de Papel si è subito imposta come una delle Serie Tv più importanti della stagione 2017\2018, e questo aveva ovviamente comportato delle aspettative per il suo ritorno e futuro. Un ritorno a cui nessuno si era opposto, inconsapevole del grande inganno che sarebbe avvenuto da lì a poco. Già con la sua seconda stagione, infatti, La Casa de Papel si preparava a prendere parte alla totale perdita di se stessa. Il trash dilagava (come potrete vedere qui) e non era più così geniale. Era ripetitiva. I colpi di scena erano telefonati, e si piangevano le scelte fatte. Come ad esempio la morte di un personaggio che aveva ancora tanto da fare, probabilmente, e di cui sembrano essersi pentiti tutti. Pur di averlo di nuovo, venivano scomodati flashback e ricordi forzati mirati soltanto a richiamare quel protagonista in scena.
Tra buchi di trama ed espedienti fuori di testa – come dimenticare l’entrata in scena di Tokyo con la moto o l’intervento guidato via Skype – La Casa de Papel è presto diventata tutto ciò che non ci aspettavamo di vedere dopo quella prima stagione. Anche il motivo scatenante del caos del secondo atto era estremamente forzato, con Tokyo che – in un’isola meravigliosa – invocava la libertà. La libertà, sì, mentre era su un’isola. Da quel momento, ogni azione, personaggio o espediente diventava quello giusto per dar vita a un rinnovo dopo l’altro.
Riciclando costantemente eventi e modus operandi, La Casa de Papel tornava con una nuova stagione. Dei rinnovi prevedibili, dati i grandi ascolti, ma l’essenza iniziale della serie, il motivo per cui aveva fatto interrogare in molti sulla potenzialità che si trattasse di un qualcosa di veramente grande si era ormai persa da tempo. I telespettatori erano stanchi di vedere riciclati continuamente espedienti già visti e rivisti, anche se poi in molti sono rimasti fino alla fine perchè in termini di intrattenimento, ha sempre fatto la sua (grande) parte. Ma alla fine è rimasto principalmente questo: trash, intrattenimento allo stato brado. E sì, è stato anche divertente. Ma l’inganno rimane: nella prima stagione, La Casa de Papel, ci aveva promesso di poter essere tutt’altro.