4) The Following, una serie tv da vedere perchè, comunque, ha una delle migliori prime stagioni di sempre
Non c’è proprio niente da ridere. Quando si tratta di un declino così, non c’è proprio niente da ridere. Perché stiamo parlando di una Serie Tv che avrebbe potuto essere molto più grande di così e che per la prima stagione, almeno, lo ha fatto. Dopo di che, il declino. Un declino che ancora oggi non riusciamo a spiegarci, considerando anche i validi nomi che la contraddistinguevano. Insomma, The Following aveva dietro autori come Kevin Williamson (Scream), Alexi Hawley (The Recruit), Vincent Angell (Streghe). Insomma, nomi che abbiamo sentito e risentito più e più volte e che, insieme ad attori dal calibro di Kevin Bacon e James Purefoy, sembravano destinati a fare ed essere tanto.
Ma niente di tutto questo. Perché The Following, dopo la sua prima stagione, ha presto perso la rotta. Ed è stata davvero una gran perdita. La Serie Tv infatti non era soltanto una corsa tra il gatto e il topo, il detective e il serial killer. Per prima cosa, The Following era anche la patria di uno dei villain più affascinanti, imponenti e spietati delle Serie Tv. Un personaggio e un’interpretazione che, nonostante i gravi errori, rappresentano le uniche due certezze costanti di questa produzione. Nell’unica fortunata stagione di The Following si mischiano più e più elementi, passando dal thriller psicologico alla paura vera. Perché The Following, tra le tante cose, durante i suoi tempi d’oro, riusciva anche a far paura. E il tutto, con una struttura narrativa adrenalinica che invita il telespettatore a un binge watching potentissimo.
La prima stagione di The Following andava infatti avanti a suon di colpi di scena continui e puntate che si concludevano con cliffhanger strutturati che ci portavano direttamente verso la puntata successiva. E tutto questo attraverso la lotta psicologica tra due menti opposte: detective e serial killer. Purtroppo tutto questo ha però fatto parte di una breve parentesi di The Following. La seconda stagione, non grave quanto la terza, aveva già chiarito che la grandezza di The Following non fosse più quella di una volta.
Tra scene gratuitamente violente e altre che sembravano rievocare espedienti ben lontani dalla natura di The Following, la serie è presto caduta in una spirale in cui ha confuso l’adrenalina con la violenza a caso, e la credibilità con una buona dose di surrealismo. Il giusto equilibrio tra i momenti di azione e quelli di affascinante introspezione è stato messo da parte, e così ci siamo ritrovati a fare i conti con resurrezioni surreali che hanno portato la serie a strafare, a gettare troppa carne al fuoco e a perdere il controllo. Insomma, quando abbiamo conosciuto The Following ognuna di queste cose sembrava ben lontana. E invece eccole qui, ad attenderci dopo l’ingannevole (e quasi perfetta) prima stagione.