7) Lost – Prima stagione
Un ipotetico spettatore accende la televisione, è il 2005, e decide di sintonizzarsi su Rai 2. Sulla rete va in onda questa serie che parla di un aereo che si schianta su una spiaggia caraibica e a seguito dell’impatto sopravvivono 71 delle 324 persone a bordo. Basta questo per suscitare l’interesse e la curiosità. Il nostro ipotetico spettatore si segna il titolo, Lost, e continua a guardare questa serie tv da vedere per forza almeno una volta nella vita. All’inizio vede il disastro con gli occhi di Jack Shephard in preda alla confusione del momento. Solo in seguito conoscerà gli altri quattordici personaggi. Ora, il nostro spettatore si pone delle domande: chi sono questi individui? (vuole sapere di più sulla loro vita); perché erano su quel volo? (è ostinato a conoscere sempre di più); sopravvivranno in un territorio desolato? (qui è definitivamente preso dalla storia). L’ipotetico spettatore, non c’è bisogno di dirlo, siamo noi, quei dubbi sono venuti a noi; in sintesi, i fan sfegatati siamo diventati noi. La prima stagione di Lost è stata un qualcosa di difficile da dimenticare. Niente è come appare, il mistero ne fa da padrone, i flashback ci vanno viaggiare nel tempo e i cliffhanger ci incollano a ogni puntata.
8) Succession – Quarta stagione
Succession si è conclusa con la quarta stagione, un bel finale al culmine di un crescente hype, per una delle serie capolavoro degli ultimissimi anni. Un’altra sfida vinta dalla HBO, che ha scommesso su quello che è un manifesto di forza familiare, politica, mediatica. Tutto ruota a tre ricchi fratelli (Kendall, Shiv e Roman) che hanno un solo obiettivo: prendere il posto del padre come CEO della Waystar Royco. Nell’ultimo capitolo, c’è un’immagine centrale, semplice e forte allo stesso tempo: dei piedi dietro una porta socchiusa. Logan Roy muore, lascia un vuoto lì in cima, a causa di un infarto sul suo jet. Il titolo della serie trova la sua spiegazione, comincia la lotta alla successione e al potere (alla fine non si è sempre trattato di quello?), di tre fratelli che avrebbero voluto compiacere il padre (alla fine non si tratta sempre di quello?), ma consapevoli di non meritarselo. La parte conclusiva della vicenda è giusta, nessuno dei litiganti gode e l’azienda passa in altre mani. Nessuno vince, ma forse è anche meglio così per i tre Roy. Chissà cosa riserva loro il futuro. L’avidità li ha divorati, sono incasinati, si è vista tutta la profondità data ai personaggi da un punto di vista psicologico. Una serie di qualità che ha ammaliato il pubblico, il quale ora si chiede: quale sarà il successore di Succession?