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15 grandiose Serie Tv drama che incredibilmente non hanno mai vinto un Emmy come Miglior Serie Tv Drama

True Detective, Serie Tv da vedere interessanti
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Soltanto pochi giorni fa ci siamo ritrovati a riflettere su tutte quelle Serie Tv da vedere che, nonostante un discreto successo, non sono riuscite a ottenere tutto quel che avrebbero meritato sia da parte del pubblico che della critica. Oggi, invece, ci ritroviamo a riflettere su un altro argomento, simile nella sostanza ma diverso nella forma. Questa volta analizzeremo infatti le grandissime produzioni drama che non sono mai state premiate agli Emmy nella categoria Miglior Drama. Non aspettatevi Serie Tv da vedere sconosciute, mai sentite. Emmy mai giunti con la giustificazione che nessuno sapesse che titoli fossero. Di fronte a noi ci sono infatti ben 15 pezzi da novanta, Serie Tv che – anche senza un Emmy come Miglior Serie Tv drama – hanno fatto la storia della televisione, influenzando in modo totale il futuro.

Per darvi un suggerimento di quel che andremo a vedere, citiamo titoli come Sons of Anarchy, Twin Peaks, OZ. Tre Serie Tv, queste, che di certo riescono a restituire un’idea di ciò con cui abbiamo a che fare. Con la grandezza che, chissà perché, non è mai stata premiata a dovere.

Da X-Files a The Leftovers: ecco 15 grandiose Serie Tv drama che non hanno mai vinto un Emmy come migliore Serie Tv drama

1) Six Feet Under

Claire nel finale di six feet under
Credits: HBO

Se non si va a controllare, scoprendo la verità, non ci si crede neanche. D’altronde, Six Feet Under un po’ di premi li ha vinti. Non quanti ne avrebbe meritati, intendiamoci. Ma, sapendo questo, si dà quasi per certo che la serie in qualche modo abbia conquistato anche un Emmy come Miglior Drama: sbagliato. Nove Emmy e Tre Golden Globe, ma non il riconoscimento più importante, di maggior lustro. E non stiamo mica parlando di una produzione qualunque. Stiamo parlando di una delle più importanti a livello internazionale, un gioiello HBO che ancora oggi resta immacolato, ancorato agli anni che passano. Che la famiglia Fisher avrebbe fatto la storia era chiaro già nel 2001, anno di distribuzione della serie, ma lo è stato ancor di più quando abbiamo visto con che imponenza la serie stesse influenzando i successivi family drama che sono arrivati.

Six Feet Under non si concentra, come spesso siamo abituati, soltanto sulla narrazione della famiglia disfunzionale che prova a funzionare dopo che un evento ha distrutto ogni cosa. Al contrario, affonda le sue radici in un racconto ancor più profondo e delicato, diviso tra la vita e la morte. Perché Six Feet Under racconta di come le cose restino, nonostante la nostra dipartita. Di quel che succede quando qualcuno, morendo, ci lascia. Non analizza la morte. Non cerca di formulare una risposta riguardo a quel che potrebbe accadere.

Al contrario, fonde l’esistenza e la morte in un’unica cosa, raccontando l’essere umano come un attore di teatro che a un certo punto dovrà scendere dal palco, quando la sua opera sarà finita. E così, i personaggi di Six Feet Under improvvisano, ri-leggono il copione, fanno una delle migliori performance. E tutto questo per arrivare pronti a quel momento. Per andare via senza rimpianti, rimorsi, non detti e parole taciute troppo a lungo.

Finché non la vivi, non sai davvero che cosa Six Feet Under racconti. Potrebbe sembrarti il solito family drama o, al contrario, una Serie Tv che racconti che cosa succeda dopo. Ma non è così: perché Six Feet Under parla di vita, morte e tutt’altro che di miracoli.

2) Better Call Saul, una delle migliori Serie Tv da vedere più crudelmente snobbate

Un'immagine di Saul Goodman in Better Call Saul
Credits: AMC

Tranquilli amici: oramai ci abbiamo fatto il callo. Non ci fa più tanto male (stiamo fingendo di essere forti). Di tempo ne è passato, va bene così. O almeno, va bene così fino a quando non ci ritorna in mente quel che è successo per nove anni. Torniamo infatti indietro nel tempo fino a giungere al 2015, anno in cui Better Call Saul venne candidata agli Emmy nelle più svariate categorie, inclusa Miglior Drama. Quell’anno, la serie andò via da una delle premiazioni più importanti dell’anno a mani vuote. Nonostante l’incredulità, d’accordo. Va bene così. Si rifarà prossimamente, pensammo. D’altronde era appena nato un capolavoro e lo sapevamo bene. Era dunque lecito avere grandi speranze a aspettative per il futuro. Che illusi. Che piccoli e ingenui illusi che siamo stati.

Ogni anno, ciclicamente, Better Call Saul venne candidata nelle più svariate categorie e, ogni anno, ciclicamente, andò via con niente tra le mani. Solo tante candidature che alla fine non si sono mai trasformate in nulla di concreto. E lasciateci dire quanto questo sia assurdo. Better Call Saul, in modo totalizzante, ha completamente rivoluzionato il concetto di spin off. Ha dato vita a un prequel, un sequel e una narrazione totalmente indipendente che affondava nelle radici del passato ma in modo totalmente diverso. Better Call Saul ha vinto per il pubblico. E’ diventata una delle migliori Serie Tv da vedere nella storia, e la mancata vittoria agli Emmy non potrà mai portargli via tutto questo.

Per alcuni, il racconto di Saul Goodman ha perfino superato il maestro. Noi, dal canto nostro, abbiamo affrontato anche questo tema spigoloso prendendo in considerazione tutti i fattori. E abbiamo convenuto che la difficoltà di fare uno spin off basato sulle ceneri di una Serie Tv come Breaking Bad era un’operazione dalla difficoltà elevatissima e, per questo motivo, sì: Vince Gilligan è riuscito a superare se stesso, spingendosi ancor più oltre che nell’opera madre. Un miracolo televisivo del genere, però, non ha trovato alcun tipo di degno riconoscimento da parte della critica.

Qui il nostro approfondimento sui premi mai vinti di Better Call Saul: “Breve storia triste dei 52 premi che Better Call Saul avrebbe potuto vincere e non vincerà mai”

3) OZ, una delle migliori Serie Tv da vedere HBO più sottovalutate agli Emmy

Dean Winters in una scena di OZ, tra le Serie Tv da vedere non premiate come Miglior Drama
Credits: HBO

Pensate vedere una delle Serie Tv più belle nella storia senza alcuna candidatura o premi agli Emmy. La critica ha deciso di sorvolare completamente su questo capolavoro targato HBO, lasciandolo da solo senza alcun riconoscimento. Non è pensabile una cosa del genere, eppure è successa ed è un esempio chiaro del lato oscuro degli Emmy. Del modo con cui troppo spesso hanno deciso di chiudere entrambi gli occhi di fronte ad alcune dei gioielli più preziosi della televisione. Di un altro parere è per fortuna il pubblico che, come nel caso di Better Call Saul, riconosce OZ come una delle Serie Tv che più hanno fatto la storia. Quel che non ha avuto dalla critica, OZ l’ha così ottenuto dal pubblico, diventando uno dei cult assoluti che ancora oggi vengono ricordati nonostante il tempo che è passato (e ne è passato tanto).

In questo caso torniamo infatti negli anni ’90, più precisamente nel 1997. In quell’anno, OZ arrivò sugli schermi dando vita a una narrazione cruda e spietata incentrata su un penitenziaro in cui l’inferno non è un concetto astratto, ma il contenitore in cui la violenza prende piede. OZ racconta la violenza, la moralità dimenticata, il male. Dopo così tanti anni, d’altronde, la domanda resta ancora oggi la stessa: se qualcuno, lì dentro, conservasse o meno una traccia – almeno l’ultima – di umanità. Ogni giorno a Oswald prosegue con la paura di non poter sopravvivere e la certezza che non ci sia via di fuga.

E’ una lotta per la sopravvivenza mandata avanti da detenuti che vengono trattati come carne da macello. Ogni momento, azione, decisione o parola può dar vita a una rivolta, a un episodio che potrebbe mettere a repentaglio la vita di tutti. Sono da soli, li dentro. Non esistono sicurezze, garanzie o protezioni neanche da parte di chi dovrebbe essere lì per quello. Lì la corruzione e la disumanità scorrono infatti nelle vene di chiunque, sia che si tratti dell’ufficio di amministrazione sia che si tratti del prete o delle guardie. Da lì dentro non possono andare via. Sono condannati all’inferno. A vivere una vita in cui la sopravvivenza sembra essere a tempo determinato. Un capolavoro duro e oscuro, senza filtri o inganni, tanto da apparire quasi come un ritratto documentaristico. Eppure, anche in questo caso, soltanto il silenzio da parte della critica.

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