3. Sons of Anarchy, una Serie Tv da vedere che è poesia in movimento
È andata in onda dal 2008 al 2014, ma c’è chi – come me – ha visto per la prima volta il pilot un anno fa. Attuale, come tutte le opere che parlano un linguaggio universale; SoA è rimasta attuale e continua a regalare una delle esperienze più immersive della serialità del nostro ventennio, un viaggio in moto in cui anche noi sentiamo l’odore del vento e viviamo in una crasi di emozioni con i ragazzi del club SAMCRO. In particolare con Jax Teller, l’uomo buono costretto a diventare cattivo. Un antieroe alla deriva che cerca di salvare le sorti del suo amato club senza riuscirvi e finendo per esserne travolto, fino alla fine, con la sua fine. SoA cresce come un rombo di motore e pulsa di puntata in puntata raggiungendo il suo apice proprio nel maestoso, straziante poetico finale.
4. Succession, una delle Serie Tv da vedere migliori degli ultimi anni
Una progressione verso l’eccellenza. L’abbagliante, radicata bellezza della serie più intrigante degli ultimi anni. Nessuna serie recente, come Succession, si evolve così profondamente non solo nella psicologia dei personaggi ma nelle trasformazioni di una famiglia. Ci sono puntate dove la potenza risiede nelle sfumature dei dialoghi, nella meschinità delle intenzioni. La storia della famiglia Roy e dell’impero mediatico della Waystar Royco ha un inizio strabiliante e una fine altrettanto unica, rara. Sono poche le serie che riescono a pensarsi come concludenti.
Di solito nei finali – per semplicità di punteggiatura – prevalgono la sospensione, la fine brusca e non preventivata, quando il network ha perso fiducia; gli eterni cliffhanger che lasciano spazio a infinite nuove stagioni; il wrap-up, ovvero quella fine né arbitraria né del tutto programmata che lascia presagire un’ipotetica continuazione se le condizioni contestuali e produttive lo permetteranno. Poi vi è la conclusione, quando viene realizzato un episodio finale certi che la serie finirà . E poi abbiamo il finale, quello alto, bellissimo, puro. Quando autori e produttori hanno già disegnato il cerchio della serie.
È il caso di Succession che aumenta in fascino e, come il dramma mitologico, volge all’epilogo, bellissimo, perfetto. Rimane eterna la sua musica, composta da Nicholas Brittell, temi e movimenti, dalla musica settecentesca al contemporaneo, che si fondono con la narrazione e la rendono ancora più potente fino alla fine.