How to Get Away with Murder (2014 – 2020)
Il legal thriller di Shonda Rhimes ha diversi assi nella manica, primo fra tutti il talento di Viola Davis. Il suo personaggio, Annalise Keating, è tanto solido quanto ben interpretato. Ci seduce nonostante sia un buco nero capace di risucchiare tutto ciò che gli gravita attorno. Se all’inizio della vicenda veniamo sedotti dal fascino e dal talento dell’avvocato e dei Keating 5, bastano una manciata di puntate per ringraziare di non essere stati scelti nel gruppo di studio. Un gruppo tossico pieno di personalità tossiche. Annalise, che si presenta come il personaggio più oscuro, finirà invece per risultare il più luminoso messo a confronto con i suoi studenti, con Frank e con Bonnie.
Il titolo, in fondo, la dice lunga. Personaggi disposti a tutto pur di farla franca, perfino di stordire la propria coscienza. Perché sebbene ognuno di loro sia afflitto, contrastato e sconvolto dalle azioni compiute, non si ferma mai, continuando a commettere un crimine dopo l’altro pur di uscirne pulito. Alla fine ci troveremo davanti a dei personaggi perduti e annientati, le cui zone d’ombra prevalgono su quelle luminose. How to Get Away with Murder, al contrario di Billions, è una serie che coinvolge nonostante la mancanza di realismo e l’eccesso di colpi di scena. Un difetto che forse contribuisce a rendere i personaggi troppo disperati, e più odiosi di quello che forse sarebbero.