Game Of Thrones: la genesi di Hodor
Per finire, non potevamo non citare un viaggio nel tempo, anche se forse “viaggio” non è il termine più adatto, che ci ha lasciati sconvolti. Stiamo parlando di una scena assolutamente iconica della sesta stagione della serie political fantasy di Game of Thrones.
Che il personaggio di Bran Stark avesse qualcosa di speciale lo sapevamo da tempo. Con il ritorno del suo personaggio dopo essere stato fuori dai radar nella quinta stagione in concomitanza con il suo addestramento con il Corvo a tre Occhi, Bran svela al pubblico parte dei suoi nuovi poteri. Tra questi spicca senza dubbio la sua capacità di “camminare nel tempo”. Il giovane Stark infatti può viaggiare con la mente indietro nel tempo e vedere con i suoi occhi azioni passate. Quando, durante uno dei suoi viaggi però il rifugio del Corvo viene attaccato dagli Estranei, il ragazzo capisce di poter addirittura influenzarlo.
In uno degli episodi più sconvolgenti, “The Door” (Stagione 6, Episodio 5), durante una sua visione, Bran osserva un giovane Hodor, e accidentalmente crea un collegamento mentale tra passato e presente, causando al “gigante buono” un trauma mentale che lo porta a ripetere incessantemente l’espressione “hold the door” (“tieni la porta“), contratta in “Hodor”, a causa delle insistenti urla di Myra nel presente.
Un loop temporale che collega alla perfezione un elemento di trama fino ad allora inspiegabile e che inquieta tanto quanto emozione il pubblico.