4) Fleabag
Fin dal suo debutto sulla piattaforma Prime Video, Fleabag si è imposta tra le migliori e più amate produzioni dell’ultimo decennio. Creata e interpretata da Phoebe Waller-Bridge, Fleabag si discosta infatti da qualsiasi altra serie tv dark-comedy esistente, dimostrandosi semplicemente unica e non catalogabile. La sua protagonista è un’originalissima anti-eroina provocatoria, cinica, bugiarda, autodistruttiva, reale, umana, nelle cui imperfezioni risulta semplice identificarsi. E che ha fatto del rapporto diretto con i telespettatori il suo principale marchio di fabbrica.
La rottura della quarta parete è un elemento centrale nella caratterizzazione della protagonista, su cui Phoebe Waller-Bridge si è espressa paragonandolo alla pressione di sentirsi osservati. Se da un lato avere testimonianza delle proprie azioni è un modo per legittimarle (come sosteneva la filosofia di Berkeley “se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, non fa rumore”), dall’altro lato avere quel rapporto diretto con il pubblico osservante è ciò che la blocca dal guardarsi dentro.
L’intimo rapporto che si crea tra Fleabag e lo spettatore è dettato quindi dalla solitudine che prova la protagonista, segnata da un grave lutto e dall’incertezza del futuro.
Attraverso le vicende della sua inimitabile protagonista, Fleabag mette in scena un accuratissimo ritratto generazionale, raccontando dubbi, paure, incertezze e fragilità come mai aveva fatto nessuna produzione televisiva. Fleabag non rinuncia infatti mai al cinismo e alla comicità, neppure nelle sue componenti più drammatiche. La straordinaria storia d’amore (profana e platonica) tra Fleabag e Il Prete ha innovato un intero genere, contribuendo a inserire Fleabag tra le serie tv meno etichettabili nella storia della televisione.