5) BoJack Horseman
La serie animata BoJack Horseman è un cinico e disincanto affresco della celebrità e della fragilità degli esseri umani. Ciò che davvero rappresenta la serie creata da Raphael Bob-Waksberg è tuttavia impossibile da descrivere a parole. BoJack Horseman fa infatti delle emozioni il proprio linguaggio preferenziale. E per lucidità d’intenti, temi trattati e scrittura non ha probabilmente ancora eguali.
Inserire BoJack Horseman tra le serie tv dark-comedy sarebbe persino riduttivo, tanto quanto lo sarebbe definirla solo una serie drammatica. Questa perla del catalogo Netflix è impossibile da catalogare poiché ingloba al suo interno qualsiasi genere.
La serie animata per adulti segue le vicende del cavallo antropomorfo BoJack Horseman, una star delle sitcom degli anni Novanta che non è riuscita a rimanere sulla cresta dell’onda. Dopo la chiusura della serie tv di cui era protagonista, la sua vita compie una parabola discendente nella depressione, nell’abuso di alcool e droga e infine nell’autodistruzione. Per tentare di rinnovare la propria fama, decide di affidarsi alla ghostwriter Diane Nguyen, incaricata di scrivere la sua biografia. Il culto della celebrità e dell’industria cinematografica è ciò su cui la serie muove maggiormente la sua critica.
La satira di BoJack Horseman è però solo uno dei tanti elementi che la compongono. La serie animata è infatti soprattutto un intenso viaggio introspettivo, che dal suo protagonista arriva dritto al cuore del telespettatore. Eternamente alla deriva, eternamente incapace di essere pienamente uomo o cavallo, BoJack è incapace di essere felice tanto quanto è terrorizzato all’idea di diventarlo. Guidato da un impulso autodistruttivo, da un costante bisogno di drammatizzare la propria vita poiché è quello l’unico modo che conosce per sentirsi vivo e per contare dell’appoggio di chi gli sta accanto. BoJack Horseman è davvero tante cose, nessuna delle quali catalogabile.