2) Scissione: una delle migliori serie tv distopiche della recente era seriale televisiva
Mediante una commistione di generi che spazia dalla fantascienza hard al thriller psicologico, Scissione si è imposta dopo una sola stagione tra le migliori serie tv distopiche di sempre, e tra le migliori produzioni televisive del 2022. Disponibile su Apple TV+, la serie creata da Dan Erickson offre interessanti spunti di riflessione su tematiche attuali quali la spersonalizzazione dei lavoratori delle grandi multinazionali, la critica al capitalismo e al lavoro come come elemento centrale nella vita degli individui. Ambientata tra le angoscianti mura della Lumon Corporation, la percezione dei suoi dipendenti protagonisti è quella di non lasciare mai il proprio ufficio a causa del processo di scissione a cui sono stati sottoposti.
Questa procedura chirurgica consiste nella separazione dei ricordi della vita lavorativa da quelli della vita privata che, se da un lato rappresenta il modo perfetto per cancellare in maniera definitiva lo stress del lavoro una volta abbandonato l’ufficio, dall’altro lato imprigiona i dipendenti alle proprie scrivanie in un loop temporale infinito, scindendo le persone stesse in quelli che vengono chiamati esterni ed interni. Quando si è all’interno della Lumon, non si conosce nulla della propria versione esterna all’azienda e viceversa, mettendo in luce la prima sotto-trama filosofica della serie diretta da Ben Stiller: siamo i nostri ricordi. L’importanza della memoria è solo uno dei punti cardine della vicenda, dai cui dettagli maniacali – come vi abbiamo spiegato in questo articolo – emergono numerosi e inquietanti misteri.
La metafora della scissione, sottolineata dalla contrapposizione dei due colori dominanti nella fotografia della serie, il rosso e il blu, rimarca infatti la separazione tra il mondo reale e quello illusorio.
Il contrasto tra i due colori non è nuovo nel mondo cinematografico, e rimanda a immagini quali la pillola rossa o la pillola blu di Matrix. La serie si muove in modo perfetto nelle dicotomie che la compongono: interno ed esterno dei dipendenti, il ricordo e l’oblio, la vita e la morte, il moderno e l’antico, la finzione e la realtà. La claustrofobica scenografia e gli intricati misteri che la arricchiscono, rendono Scissione la cervellotica visione perfetta per chi, alle narrazioni lineari, preferisce contorti viaggi verso l’inferno.
3) Wayward Pines
Nell’enigmatica cittadina di Wayward Pines, nulla è davvero come appare. Quest’arcano aspetto risulta chiaro fin da subito all’agente dei servizi segreti Ethan Burke, arrivato in città per indagare sulla scomparsa di alcuni suoi colleghi. Wayward Pines è infatti isolata dal mondo esterno da una recinzione elettrificata, i suoi abitanti sembrano vivere in uno stato di perenne sorveglianza e tutte le comunicazioni con l’esterno sono impossibili. Il mistero della cittadina che dà il nome alla serie tv distopica Wayward Pines è a dir poco sconvolgente. Quelli confinati all’interno delle mura recintate sono infatti gli ultimi esemplari rimasti dell’umanità ormai estinta, criogenicamente congelati e – a loro insaputa – risvegliati centinaia di anni dopo per ripopolare la Terra. Wayward Pines è un esperimento segreto per preservare l’umanità, ma solo pochissimi ne sono a conoscenza.
Ignari della vera natura del loro mondo, gli abitanti di Wayward Pines veicolano i dilemmi morali e le manipolazioni del tempo e della realtà mostrati dall’asfissiante serie tv.
Il ritmo serrato e le atmosfere cupe alimentano il senso di mistero e tensione che caratterizza la vicenda fin dal primo dei venti episodi che la compongono. Il ricco simbolismo che il telespettatore è chiamato è interpretare esplora temi di controllo sociale, natura umana e sopravvivenza. Come osservato precedentemente con Scissione, anche gli abitanti di Wayward Pines sono privati della coscienza del loro passato e, soprattutto, della libertà di scelta per il loro futuro. Il controllo esercitato su di essi, oltre a rappresentare una metafora delle limitazioni imposte da chi detiene il potere, è soprattutto il riflesso dell’umana paura dell’ignoto e del cambiamento. Wayward Pines è infatti il tentativo estremo di evitare l’inevitabile, è l’illusione del controllo sulla natura e sulla realtà.
Come una moderna Twin Peaks (a cui la serie si ispira dichiaratamente), Wayward Pines conduce il suo pubblico nei più oscuri misteri alimentandone i dubbi circa la realtà che è chiamato a osservare. Mescolando il thriller alla fantascienza, il dramma alla distopia, Wayward Pines è una rappresentazione distorta del giardino dell’Eden, corrotto dalla conoscenza e dal controllo.