4) Ozark
Tra le migliori Serie Tv degli ultimi anni spicca anche Ozark, una produzione giunta alla fine del suo viaggio in modo straordinario. Anche in questo caso, l’ultima stagione (come le altre) non ha mai camminato nella tranquillità. Piuttosto, ha sempre fatto intendere al telespettatore che qualsiasi ipotesi finale sarebbe andata verso la direzione del male, un elemento che in Ozark non ha incognite. L’unico dubbio che ci lascia, almeno per la prima parte, ha a che vedere con l’intensità di quest’ultimo. Si tratta di un male minore, o di uno più acuto? Tolta questa domanda, Ozark costruisce i suoi ultimi episodi focalizzandosi ancora una volta sulla coppia Marty-Wendy.
Se in primo momento a muovere le fila era stato Marty, con l’andare avanti delle stagioni le cose sono cambiate vedendo Wendy nella parte di colei che agisce perché oramai parte di quel sistema disfunzionale e corrotto in cui in un primo momento si è ritrovata per caso, e in un secondo riconosciuta. Se Marty agisce per salvare la situazione, Wendy agisce per la riscoperta della propria natura. Per una lotta al potere di cui lei vuole diventare la Sovrana. Il dualismo della coppia si accentua dunque ancor di più nell’ultima stagione, ma sempre con sapiente equilibrio. Le ultime puntate, d’altronde, dimostrano come non mai il frantumarsi del sogno americano. Tutto quello che la famiglia protagonista ha vissuto prima della catastrofe rappresenta infatti un inganno, un pezzo di teatro fittizio in cui l’ufficio all’ultimo piano di un grattacielo fa da palcoscenico.
La quarta stagione viene divisa in due parti, ma già con la prima manche di episodi si capisce perfettamente l’andazzo degli ultimi. Tra colpi di scena bruschi e personaggi che fanno una fine più triste di altri, Ozark giunge alla fine con un’ultima stagione preziosa, consapevole e perfettamente in linea con la sua natura. Il compromesso diviene infatti ancora una volta il protagonista onnisciente della Serie Tv. Colui che guida tutto e che sa sempre che non può esistere alcuna via sicura o facile. Ozark, d’altronde, è un racconto estremamente amaro in cui non esistono salvezza e riscatto, ma solo il frantumarsi della moralità. I personaggi, che fanno l’intera storia, scalano infatti a ogni episodio di più la loro percezione del male. Ciò che è ingiusto o sbagliato, finisce per non toccarli quasi più, morendo in una parte di loro che non possono più permettersi di mantenere.
5) Breaking Bad
Breaking Bad è da sempre uno dei capolavori senza tempo della serialità. Una produzione che sembra quasi un’opera cinematografica, una di quelle che vanno agli Oscar e tornano a casa con tutte le statuette. E d’altronde è andata proprio così agli Emmy e ai Golden Globe. Breaking Bad ha avuto quel che si meritava, consacrandosi come una delle migliori Serie Tv drama della storia. Non a caso, anche la sua ultima stagione riesce a mantenere alto quel livello che l’ha sempre contraddistinta. Ancor di più, molti ammettono di aver preferito la quinta stagione a tutto il resto delle altre. Insomma, se proprio dovessero decidere quale tra le 5 sia la migliore, forse risponderebbero così.
E’ una domanda complicata, ma di cui si capisce perfettamente la risposta. Breaking Bad, come Better Call Saul, è finita al momento giusto non rischiando di andare oltre. Ha concluso la propria narrazione senza tirare la corda, anche se avrebbe potuto permetterselo. E anche chi sperava che potesse continuare, alla fine della quinta ha capito che quel finale, quelle ultime puntate, erano perfette così. Non occorreva aggiungere altro. D’altronde, la quinta stagione si distingue per l’inevitabile resa dei conti, il punto di non ritorno già annunciato in precedenza.
Abbiamo sempre saputo che Walter stesse per diventare a tutti gli effetti Heisenberg. Aspettavamo solo la scintilla finale, l’ultimo scacco della scacchiera. In modo del tutto definitivo, questo si compie nella fine della quarta stagione, quando Gus Fring viene fatto fuori. Nella quinta stagione il Walter che incontriamo è oramai sulla via di non ritorno. Il delirio di onnipotenza è ormai tale da non permettergli più alcuno scrupolo.
La morte di Hank fa capire ancor di più a Walter che di lui oramai non rimane più niente. La decadenza di Walter in questa stagione diventa concreta, non lasciando più alcuna briciola. Su questa spietata strada, già intrapresa ma adesso ben salda, si dà poi vita a un finale poetico che ci riporta di nuovo a una condizione a cui eravamo distanti da diverso tempo: l’empatia. Lì, disteso a terra, per un attimo, rivediamo Walter White. E in quel momento, che dura un lunghissimo minuto, ci ricordiamo che cosa era e che cosa, poi, è diventato. L’ultima stagione, così, ci consegna sia la concretizzazione della parabola dell’antieroe che l’ultimo e rarissimo momento di vulnerabilità del protagonista. Se ce lo chiedete, noi abbiamo i brividi ancora adesso.