Noi spettatori di Serie Tv, binge-watchers seriali e incorreggibili conoscitori delle opere del piccolo schermo potremmo esser riconosciuti molto presto come gli iniziatori di un trend sociale trasversale. Quale? La pigrizia.
Non vi sto prendendo in giro: la pigrizia sta davvero diventando un trend sociale. Che significhi rimanere a casa il sabato sera a guardare la propria Serie Tv preferita o rimandare un’uscita per il puro gusto di godersi la pace di casa propria, non importa. La pigrizia sta davvero prendendo il sopravvento.
A primo impatto vi sembrerà stupida e infondata come affermazione ma, se vi guardate intorno, noterete che tutti i nuovi servizi, tutti i nuovi prodotti, si basano su un principio che si sposa benissimo con la pigrizia: veloce, on demand e senza sforzo. Qualche esempio?
Vogliamo fare un nome a caso, tipo Amazon? La multinazionale di Jeff Bezos spinge sulla nostra pigrizia più di chiunque altro. C’è qualcosa che ti piace? Guarda, costa quasi lo stesso prezzo dei negozi offline – se non meno – e c’è di tutti i colori, di tutte le dimensioni e soprattutto può essere tua con un click. Te la portiamo a casa, ti diciamo perfino il giorno in cui sarà tra le tue braccia. Per le Serie Tv, ormai proliferano i servizi on Demand e Netflix conta ormai un’infinità di rivali.
Che ne dite dei servizi di food delivery? Sono arrivati recentemente anche in Italia e qualsiasi sia il tuo gusto, qualsiasi sia la tua voglia culinaria, basta scaricare un’applicazione, inserire qualche dato, selezionare il tuo pasto dei desideri e aspettare comodamente sul tuo divano.
Quando a breve anche i servizi di smart home diventeranno dominanti, quando saremo quindi in grado di accendere le luci di tutta casa con un solo click, allora sì che vi ricorderete di quello che vi stiamo dicendo: la pigrizia è davvero il bisogno del secolo.
Noi che la maggior parte delle volte preferiamo spararci ore di Serie Tv invece che rinchiuderci in un locale a ballare o bere birra a fiumi, abbiamo percepito questo bisogno prima di tutti. In noi, le grandi imprese o quelle più innovative, hanno trovato i nuovi target da servire.
Non è uno scherzo, non è un’esagerazione la nostra. Quando sui social pagine e link che inneggiano alla pigrizia e all’asocialità come stili di vita spopolano, la cosa non passa inosservata. Ovunque ci stanno dicendo che i social sono i più grandi raccoglitori di informazioni sui consumatori esistenti: è la pura verità.
Non ci devono neanche chiedere cos’è che vogliamo, siamo noi che glielo diciamo spassionatamente e fieramente: vogliamo il divano, lo vogliamo comodo, lo vogliamo fornito di cibo, bevande e un bel portale in grado di soddisfare qualsiasi nostro bisogno.
Anche quando crediamo di esser immuni dal peccato chiamato pigrizia, in realtà c’è qualcosa nelle nostre azioni che è pigrizia, rilassatezza. Se non stiamo guardando Serie Tv come al solito, saremo probabilmente impegnati in qualche attività individuale. Per lo più, attività che riflettono la nostra voglia di un momento per noi, un momento di rilassamento e di velata pigrizia.
Attenzione, non c’è un’accezione negativa nella pigrizia che ci coinvolge e avvolge quotidianamente (e soprattutto nel weekend) ma, semplicemente, si tratta di ammettere che in un modo o nell’altro, questa nostra crescente abitudine o tendenza si sta riflettendo nei prodotti e servizi che ci offre il mercato.
Avreste mai immaginato che dal parlare di Serie Tv, dallo svolgere un’attività così semplice, si potesse finire per definire un nuovo segmento di mercato? Più che un segmento circoscritto si potrebbe parlare di tendenza globale e trasversale a questo punto. Ogni bisogno, qualsiasi esso sia, se viene percepito da più persone, finisce per diventare l’inizio di un nuovo mercato.
Ci troviamo quindi di fronte al mercato della pigrizia? Il mercato dove noi spettatori delle Serie Tv probabilmente sguazziamo meglio di chiunque altro? Ne riparleremo presto, ma non troppo.