È ormai giunta al termine anche questa estate 2023, che verrà di certo ricordata per i tormentoni di Annalisa, il caldo da far spavento, le confezioni di coni sempre più microscopiche, il Barbienheimer e le poche serie tv estive degne di nota. Sembrano, infatti, finiti i tempi d’oro della serialità sotto l’ombrellone, quella, per intenderci, che ha avuto tra i suoi più illustri rappresentanti Stranger Things, Game of Thrones e Orange is the New Black. Se fino all’anno scorso non sono certo mancate le stagioni di diverse produzioni note e amate, quest’estate sembra proprio che le serie tv abbiano deciso di andare pure loro in ferie. Le vacanze 2023 hanno vissuto il predominio quasi esclusivo di L’estate nei tuoi occhi (The Summer I turned pretty), un teen drama spensierato e leggero, diventato con la sua seconda stagione un vero e proprio fenomeno Tik Tok, in grado di attirare attorno a sé l’attenzione della Gen Z ma anche di un pubblico decisamente più adulto.
Lo show, prodotto da Amazon Prime Video, ha tenuto banco per tutta l’estate mettendo in secondo piano certi attesi ritorni seriali e chiacchierate produzioni ad alto budget che si sono, però, rivelate un fiasco totale. Possiamo tranquillamente dire, quindi, che l’estate seriale 2023 è stata un po’ quella degli eccessi, in un senso o nell’altro. Se da un lato, infatti, L’estate nei tuoi occhi si è confermata un successo di pubblico globale e la degna erede di nostalgici teen drama come The O.C., la stragrande maggioranza delle altre serie tv ha fatto la sua apparizione nel cielo stellato d’agosto un po’ come la cometa di Halley.
Doveva essere l’estate dei grandi ritorni, tra iconici programmi e produzioni di nicchia premiatissime e acclamate dalla critica. Invece si è trasformata in una inaspettata edizione degli Hunger Games, durante la quale pochissimi sono usciti illesi dallo spargimento di sangue. La seconda stagione di The Bear ha confermato l’altissimo livello qualitativo dello show, con nuovi episodi più maturi, più emotivi e più spiazzanti rispetto alla prima tornata. Lo stesso si può dire per quanto riguarda The Great che, con la sua terza stagione, è riuscita ancora una volta a trascinare i fan nell’eccentrica vita di corte di Caterina la Grande e dello zar Pietro. Il riadattamento storico intrattiene, fa ridere e incanta con il suo reparto costumi invidiabile e l’alchimia vivissima tra Elle Fanning e Nicholas Hoult. Ma neppure la serie tv targata Hulu è riuscita a sfuggire alla scure di queste vacanze venendo inaspettatamente cancellata nonostante un’ottima terza stagione.
Decisamente infelice è stato, d’altronde, il ritorno di serie tv estive più rinomate e attese che non hanno reso omaggio al loro buon nome. Come il caldo tropicale che ci ha lasciati boccheggianti questo luglio, così anche The Witcher e Black Mirror hanno annaspato nelle loro stesse storie in cerca di una boccata d’aria fresca che, però, è tardata ad arrivare. La terza stagione dell’adattamento televisivo delle opere di Andrzej Sapkowski avrebbe dovuto rappresentare un dignitoso addio al Geralt di Rivia di Henry Cavill, concludendo così in modo soddisfacente un arco narrativo per lasciarci affamati del prossimo. Sfortunatamente, però, dopo una già seconda tentennante stagione, The Witcher non è riuscita a risollevarsi con questa terza, passata in sordina all’interno del catalogo Netflix e presto già dimenticata. L’enorme successo ottenuto con la prima e l’onda d’urto culturale avvenuta cinque anni fa ora sono solo un vago ricordo.
Ancor più tragico è stato, se possibile, il ritorno di Black Mirror. Fin dal suo esordio su Channel 4, la serie tv creata da Charlie Brooker si è sempre inquietantemente distinta come Sibilla televisiva, la cui parola rischiava di diventare vera nel mondo reale. I distopici futuri immaginati da Brooker risultavano specchio di paure, inquietudini e malesseri della società moderna. Una società sempre più alienata e succube della tecnologia. Poi, qualcosa si è rotto e le profezie di Black Mirror hanno smesso di incutere altrettanto timore avvicinandosi di più alle frottole inventate dai venditori ambulanti nei circhi o alle fiere. Dopo una quinta stagione che ci ha perseguitati in sogno, ma per i motivi sbagliati, quest’estate sono arrivate cinque nuove storie ancora una volta prodotte da Netflix. Peccato, però, che, anche questi nuovi racconti rimangano nell’ambito di mediocrità forse consacrando definitivamente Black Mirror come una profetessa ormai in pensione.
Escluso “Beyond the Sea”, infatti, nessuna delle puntate della sesta stagione è riuscita a reggere il paragone con il passato. Molte ottime idee che però non vengono né approfondite né sviscerate rimanendo storielle poco incisive. E se c’è qualcuno convinto ancora che Black Mirror non sia diventata buonista con i suoi lieto fine più o meno evidenti, forse allora è passato troppo tempo da quello scioccante primo episodio su maiali e primi ministri.
Diverse anche le nuove serie tv estive annunciate proprio per questo 2023: dalla scommessa HBO alla nuova serie tv ambientata nel mondo MCU. La Disney non sembra per nulla intenzionata a mollare l’osso quando si tratta di produrre l’ennesima serie tv spin-off incentrata ora sui supereroi Marvel, ora sui jedi di Star Wars. E infatti ecco che luglio e agosto si colorano di verde e rosso e blu, tra Secret Invasion e Ashoka. Le miniserie hanno cercato, come sempre, di far leva sull’interesse e l’entusiasmo dei fan fedelissimi ma senza i risultati sperati. Lo show con Samuel L. Jackson ed Emilia Clarke scade nel problema che accomuna tutte le serie tv MCU, vale a dire un inizio interessante seguito da uno svolgimento frettoloso e da una fine senza capo né coda. Nel caso di Secret Invasion, più che nel caso di progetti passati, la formula della miniserie è davvero troppo esigua per raccontare la storia fumettistica alla quale fa riferimento. Non solo. Dopo il trittico delle meraviglie (WandaVision, Falcon and the Winter Soldier e Loki), la quantità di show MCU prodotti dalla Disney ha inciso così tanto sulla qualità da alimentare un catalogo di produzioni originali ricchissimo ma poco efficace. Certo, Secret Invasion rialza nuovamente l’asticella dopo i fallimentari Moon Knight e She-Hulk, ma non è abbastanza.
Anche nel caso dell’universo espanso di Star Wars, l’eccessiva quantità di serie tv ha ormai diminuito l’interesse del pubblico, oltre che della critica, nonostante si salvino progetti validi come Andor e, appunto, Ashoka. I fan di lunga data continuano a viaggiare tra galassie lontane lontane e sognare ad occhi aperti di battaglie con spade laser, ma la magia si è ormai quasi del tutto esaurita anche per loro. Anzi, forse proprio per chi a quei mondi è così particolarmente legato.
Ma il premio per la peggior tra le serie tv estive di questo 2023 va senza alcun dubbio a The Idol. Lo show, prodotto dalla HBO, creato dal Sam Levinson di Euphoria e con protagonisti Lily-Rose Depp e The Weeknd, si è ritrovato al centro di un ciclone mediatico così imponente e devastante da venire cancellato dal palinsesto ancor prima che l’ultimo episodio venisse trasmesso. The Idol si è rivelato un fallimento sotto qualsiasi punto di vista, oltre che una perdita immane in termini economici. Sessista, violento, volgare e banale, lo show è l’esempio perfetto del detto “il troppo stroppia”.
La rovinosa stagione delle serie tv estive 2023 ha visto, dunque, pochi superstiti in grado di sopravvivere al massacro, senza però uscirne totalmente vincitori. Nel caso, infatti, di Good Omens, di Only Murders in the Building e di From (la novità da tenere d’occhio che potrebbe essere l’erede di Lost) abbiamo assistito a stagioni di tutto rispetto, dalla narrazione valida e fedele allo spirito che le ha rese famose ma il cui impatto non è stato così decisivo come ci si sarebbe aspettato. La domanda che, allora, sorge spontanea è: perché? Si tratta davvero solo di un’annata scadente o forse stiamo assistendo a un’inversione di trend per cui l’estate tornerà a non essere terreno fruttuoso per le serie tv? O forse, invece, in questa realtà sempre più frenetica e disattenta, la fidelizzazione a una serie è un’ideale ormai superato. L’attesa non è più un concetto affascinante, meglio avere tutto e subito, come le mode sui social media che durano però il tempo di una stagione e via.