Non è stato semplice stilare una lista delle 10 serie tv più premiate di tutti i tempi in Europa, sia per la vastità di produzioni che per la grande consistenza di serie tv statunitensi che non ci sarebbero servite in questa sede; da Friends ai medical drama come Grey’s Anatomy o l’apprezzatissima Modern Family, sono tutte serie tv degne di nota ma di produzione statunitense.
Non sono da escludere però, specialmente negli ultimi anni, le produzioni britanniche, tedesche o ancora meglio quelle italiane che si sono distinte per originalità spiccando tra le vette più alte della serialità televisiva, vincendo numerosi premi e dominando le classifiche sulle maggiori piattaforme di streaming, tra le prime Netflix e Sky.
Vediamo insieme la lista delle 10 serie tv più apprezzate e premiate di tutti i tempi
1 – The Crown
Partiamo con il botto, come si suol dire, con una serie tv di produzione britannica con 7 premi Golden Globe tra cui miglior serie tv drammatica nel 2017, 1 premio BAFTA e 6 premi SAG Awards. Tra questi attenzione particolare va rivolta al premio miglior attrice protagonista nel 2017 vinto da Claire Foy e nel 2020 alla straordinaria Olivia Colman, che vediamo particolarmente a suo agio in film con al centro personaggi storici, re e regine come già avvenuto con La Favorita, film del 2018 di Yorgos Lantimos.
The Crown riesce a catturare pubblico e critica, nonostante non tutti i fatti raccontati all’interno della serie corrispondano a verità (e si sa, quando si parla di storie vere c’è sempre qualcuno che storce il naso). Con le sue 4 stagioni, in attesa di una 5, The Crown delinea la storia della famiglia reale inglese; dalla vita di Queen Elizabeth II all’ascesa al trono, fino allo scandalo Profumo del 1963, che finì per travolgere il governo di Harold MacMilla. Tutte le stagioni si snodano tra Buckingam Palace e il numero 10 di Downing street, sede e residenza ufficiale del Primo Ministro del Regno Unito. Quello che ci piace in The Crown è dovuto non solo al cast, assolutamente stellare, ma anche alla fedele riproduzione delle campagne inglesi permeate dalla nebbia e dalla rugiada, in contrapposizione allo sfarzo e all’eleganza di corte. Le scenografie sono spettacolari perché giocano su luci e ombre, che vediamo sia nell’ambientazione che intimamente e psicologicamente.
Difficile poter spiegare in poche righe l’enormità di questa serie tv, che riesce a raccontare l’importanza che la Corona investe nel Regno Unito. The Crown però non è solo La Corona in senso materiale, ma è composta da divergenze, colluttazioni, litigi e sacrificio che portano un grande fardello a chi la indossa. Non ci resta che aspettare la 5 stagione di quella che è senza dubbi una delle serie tv più premiate d’Europa, avendo aspettative molto alte visto il successo della 4 e ultima stagione prodotta.
2 – Gomorra
Nonostante Gomorra non sia tra le serie tv più premiate in Europa, è giusto inserirla in questa lista per il criterio dell’apprezzamento generale. Nel 2014 vinse miglior serie televisiva, miglior nuova serie tv e miglior fiction italiana, senza contare la menzione speciale della giuria al Roma Fiction Fest a Salvatore Esposito. Gomorra, reduce del grande successo del film omonimo che vinse numerosissimi premi e riconoscimenti – tra cui spiccano 7 David di Donatello – non è una serie da prendere sottogamba. Al contrario, è riuscita a scalare le classifiche internazionali per la capacità di arrivare al pubblico, qualunque pubblico.
La serie è tratta dal romanzo omonimo di Roberto Saviano, dal quale verranno tratti anche diversi documentari. La serie si distribuisce su 5 stagioni in cui è fin da subito evidente, grazie alla scenografia volutamente scarna e cupa, che ciò che vedremo avrà come centro le lotte di potere, su ricatti e tradimenti interni al sistema dei ”clan”, tra i quali spicca quello della famiglia Savastano.
Le vite di Genny, Ciro, Don Pietro e compagnia sono partite da Scampia senza più fermarsi fino ad arrivare in America, dove Gomorra ha conquistato il 3 posto come miglior serie tv nel mondo del 2016.
3 – Sherlock
Non potevamo non menzionare Sherlock, una delle serie tv più premiate d’Europa che prende come saldo punto di riferimento il detective più famoso di tutti i tempi Sherlock Holmes, sulla quale sono state fatte una miriade di produzioni: dai film alle serie tv per adulti a quelle per ragazzi. La serie acclamata dal pubblico e dalla critica è stata premiata nel 2011 come miglior serie drammatica ai BAFTA, British Academy of Film and Television. L’anno successivo Benedict Cumberbatch vinse come miglior attore protagonista e i colleghi Martin Freeman (Watson) e Andrew Scoot (Jim Moriarty) analogamente come migliori attori non protagonisti. Sempre nel 2012, Sherlock ha vinto come miglior miniserie ai Critics’ Choice Television Award.
La serie, composta da ben 4 stagioni e un episodio speciale, è un libero adattamento ai racconti di Sir Arthur Conan Doyle, in cui il detective Holmes, aiutato dal suo fedele compagno e amico Watson (qui interpretato da Martin Freeman) combattono la criminalità smascherando serial killer assetati di sangue. La differenza sostanziale, motivo per il quale riscosse anche molto successo, è l’ambientazione della serie; Sherlock non è ambientata nella Londra vittoriana con i celi cupi e la nebbiolina persistente (solo l’episodio speciale lo è), ma è ambientata ai giorni nostri.
4 – Dark
Dark, conosciuta anche come I segreti di Winden, è una serie tv tedesca del 2017 che ha riscosso notevole successo per via della sua particolarità e novità. La serie ricalca perfettamente lo stile tedesco caratterizzato da ambientazioni cupe, paesaggi talvolta scarni e dialoghi molto lenti che però ci mettono nelle condizioni di capire i personaggi, entrando in contatto con loro. A differenza delle produzioni americane come Stranger Things, Dark non è accessibile a tutti né tanto meno facilmente comprensibile al punto da portare lo spettatore in un viaggio attraverso le generazioni, entrando in un loop temporale da cui è difficile districarsi (io stessa ho dovuto guardare alcuni episodi due volte per capire a pieno le gerarchie delle famiglie, domandandomi a più riprese in che epoca ci trovassimo). Dal 2019 si torna indietro al 1986 e poi al 1953, attraverso l’espediente narrativo dei viaggi nel tempo. Quest’ultimo elemento porta Dark ad un livello superiore, toccando le punte del thriller fantascientifico.
Per quanto riguarda i riconoscimenti, Dark non è sicuramente tra le serie tv più premiate d’Europa, poiché è riuscita a portare a casa “solo” 3 importanti riconoscimenti in Germania, ma non è stato possibile candidare la serie agli Emmy 2020, ragion per cui si è scatenata l’ira dei fan. Le ragioni della sua esclusione sono da ricercare nei criteri di ammissione agli Emmy, tra i quali spicca quello per cui uno show co-prodotto con un paese estero debba essere pensato per essere messo in onda sulla tv americana, cosa che in Dark non succede visto che è pensato e prodotto in Germania e recitato interamente in lingua tedesca.
5 – Black Mirror
Sicuramente una delle serie tv più premiate e apprezzate – e al contempo discusse – degli ultimi anni, Black Mirror si aggiudica una posizione tra le serie sicuramente più ben fatte degli ultimi tempi, tanto da valerle alcune nomination ai BAFTA e ai SAG Awards per la categoria miglior attrice in a Bryce Dallas Howard.
Black Mirror è interamente ambientata in un futuro prossimo, non molto lontano da noi a ben vedere, in cui la tecnologia ha preso sopravvento sull’essere umano, in cui lo stesso uomo è ingranaggio e macchina con il fine ultimo quello di diventare o essere qualcos’altro (o qualcun altro). Con le sue 5 stagioni e un episodio interattivo, la serie ci sbatte in faccia la cruda realtà dei fatti, in un mondo dove pur di apparire si è disposti a sacrificare noi stessi o la gente a noi vicina, dove il ricatto è all’ordine del giorno e dove ognuno di noi ha accesso a un numero illimitato di risorse, così tante da inebriarci il cervello o, forse, a offuscarcelo.
Black Mirror è una serie educativa che tutti noi dovremmo guardare prima che sia troppo tardi. Sicuramente la serie che sento più mia e che consiglierei a tutti per l’enorme potenzialità che ha di guardare in faccia le nuove e vecchie generazioni senza paura.
6 – Little Britain
Little Britain è una comedy a sketch televisivo diffusa nel Regno Unito dalla Broadcasting Corporation, e tra le serie tv più premiate in contesto europeo. Sicuramente tra le serie tv più premiate, caratterizzata da 44 puntate e molto apprezzata per via dell’originalità dei personaggi, come quelli rappresentati e portati in scena da 2 attori: David Walliams e Matt Lucas; i personaggi sicuramente più spassosi sono rappresentati da Anne (una donna mentalmente limitata) e Carol Beer (una donna disillusa che svolge diversi lavori e ha un rapporto molto stretto con il suo computer). Ai due personaggi sopra citati si aggiungono una miriade di attori e celebrità che hanno partecipato ad alcune puntate. Insomma, Little Britain ricorda lo show che in Italia è portato in scena da Ale & Franz.
Con episodi estremamente divertenti, la critica e il pubblico li ha sempre apprezzati a tal punto da valerle numerosissimi premi, tra i più importanti l’International Emmy Award per la migliore serie tv, l’Emmy per il miglior programma comico o di satira e quello per la miglior interpretazione comica.
7 – Vikings
Con ben 4 candidature agli Emmy Awards – tra cui miglior effetti speciali e miglior montaggio sonoro – e la candidatura di miglior prodotto tv e attrice non protagonista a Katheryn Winnick (rispettivamente al Saturn Award for Science Fiction, Fantasy and horror films e al Critic’s Choice Television Awards) Vikings, di produzione canadese e irlandese, non passa inosservata.
Vikings è una serie molto apprezzata dagli amanti del genere storico e fantasy, con una riproduzione talmente fedele e minuziosa da sembrare talvolta esasperata. Ambientata nella Scandinavia del IX secolo la trama ruota attorno alle vicende del vichingo Ragnor Lothbrok (interpretato da Trevis Fimmel) e di altri numerosi personaggi storici del periodo: da Rollone (condottiero normanno) a Egberto del Wessex.
8 – Downton Abbey
La serie tv con al centro le vicende della famiglia aristocratica inglese Crowley e dei domestici al loro servizio ha superato persino Games of Thrones, Homeland e House of Cards vincendo ben 7 premi a fronte di 17 nomination tra Ammy Awards e BAFTA. Tra i premi più significativi ricordiamo i due vinti dall’attrice Maggie Smith (Violet Crowley nella serie, la famosa professoressa Mc.Granitt in Harry Potter). Ambientata nella fittizia città di Downtown Abbey la serie ci rivela le vite dell’aristocratica famiglia, e lo fa inserendo le vicende in un contesto tutt’altro che roseo: guerre, tragedie e i cambiamenti sociali della Gran Bretagna a partire dal 1912 lasciano il segno.
È la storia di una famiglia, con i suoi drammi e i suoi misteri. Le vicende partono il 15 aprile del 1912, anno del disastro del RMS Titanic, a causa del quale sono deceduti il cugino del conte James Crowley e suo figlio Patrick, erede della proprietà di Downtown Abbey. Il successore diviene così il giovane e inesperto Matthew, incapace di adattarsi alla vita aristocratica che lo aspetta.
La serie, che ci accompagna dal 2011, è arrivata anche sul grande schermo in questi ultimi anni e ci accompagnerà ancora per tanto, considerando che è divenuta negli anni un modello a cui aspirare, un sogno contrapposto alla realtà dei fatti. Tra ville lussuose e abiti da sogno, chi di noi non vorrebbe passare almeno una notte nella prestigiosa villa di Downton Abbey? Non è un caso che la villa che fa da sfondo alla serie sia divenuta negli ultimi anni meta del turismo di massa, tra tour organizzati e notti da sogno a prezzi stellari.
9 – The Young Pope
Torniamo ancora una volta tra le serie più premiate in ambito italiano con The Young Pope, con la regia di Paolo Sorrentino e un cast stellare nel quale spicca un brillante Jude Law nei panni di Papa Pio XIII e una Diane Keaton, spettacolare nei panni di Sister Mary. La serie ha ricevuto una candidatura a Golden Globe per miglior attore in una mini serie a Jude Law, due candidature ai Satellite Award per la miglior mini serie e miglior attore e una candidatura al Costume Designers Guild Award per i migliori costumi.
Lenny Belardo è un giovane cardinale americano che ha un rapporto molto tormentato con la fede, dal momento in cui viene eletto Papa. Con il nome di Papa Pio XIII la sua vita cambia radicalmente, egli non è in grado di adeguarsi alla vita papale, trasgredisce alle regole e non vuole farsi manovrare o piegare dai dettami della fede.
La serie di Paolo Sorrentino è in grado di essere amata quanto detestata, ispira rabbia e odio nei confronti di Lenny o simpatia. Insomma non esistono le mezze misure in una serie di questo tipo, ma l’obiettivo era proprio questo. Da un lato abbiamo un richiamo importante ai film di Federico Fellini, come visto a più riprese anche nella Grande Bellezza, e dal mio punto di vista i richiami sono, a tratti, eccessivi; e dall’altro abbiamo grandi dialoghi sulla morte e la vita e su Dio che seppur ben strutturati rischiano di essere ridondanti. Nonostante ciò la serie è per natura surreale e distopica e anche i dialoghi e le caratteristiche di Lenny devono essere prese come volutamente caricaturali. Il senso di svuotamento che io ho percepito guardando la serie di Sorrentino è quello che sicuramente qualcuno di voi avrà analogamente sentito man mano che si osservava il personaggio di Lenny. Insomma, per concludere, The Young Pope o la ami o la detesti.
10 – The Office (UK)
Ultima ma non ultima The Office (UK), da non confondere con la serie omonima The Office (US) il cui protagonista assoluto era rappresentato da Steve Carrel. In maniera analoga la serie segue la vita quotidiana degli impiegati nella filiale di Slough. Seppur inizialmente la serie non ottenne il successo desiderato dal momento in cui venne presentata per la prima volta su BBC Two, ebbe un successo tale da divenire una delle serie di importazione britannica di maggior successo. Il cast d’altronde non è da meno, da Martin Freeman nei panni di Tim Canterbury (che rappresenta qui il simpatico dipendente d’ufficio) a Ricky Gervais nel ruolo di David Brent (al contrario di Tim è ruvido e arrogante). I personaggi rappresentati in The Office sono ancora una volta stereotipati e ci presentano degli ideal tipi che potremmo incontrare. La capacità di Ricky Gervais sta nell’aver inserito una psicologia talmente dettagliata dei personaggi che li vediamo nelle loro debolezze e nei loro difetti, ciò porta lo spettatore a ritrovarsi in quei personaggi perchè talmente reali da essere simili a noi.
La serie nel 2004 vinse un Golden Globe come ”Miglior serie commedia” e Ricky Gervais ne vinse uno come ”miglior attore in una serie commedia”. Insomma una serie da vedere assolutamente perchè spassosa e divertente ma mai banale.