Ormai, la maggior parte delle serie tv fantasy trae ispirazione da longeve e famose saghe di romanzi. Ne sono un esempio prodotti Netflix come Tenebre e Ossa, che unisce la Trilogia Grisha e la Dilogia di Sei di Corvi della scrittrice Leigh Bardugo, oppure il più recente tentativo fatto da Amazon prime Video di riportare sullo schermo l’universo ideato dalla mente geniale di J. R. R. Tolkien con Gli Anelli del Potere. A volte, riportare in formato audiovisivo l’universo nato dalla mente di uno scrittore può essere terribilmente difficile e non sempre il risultato è soddisfacente. Ci sono serie di genere fantasy di cui avremmo volentieri fatto a meno, e altre che invece sarebbe stato un vero peccato se non fossero mai state realizzate.
Eppure, non tutte le ambientazioni fantasy sarebbero facili da ricreare nella prospettiva di una serie tv. Costi di produzione troppo elevati o utilizzo massiccio della computer grafica che rischierebbe di penalizzare la resa della componente più importante del prodotto (quella fantastica). Persino la lunghezza eccessiva della saga letteraria può rivelarsi, nella trasposizione, un elemento complesso da gestire. Insomma, di motivi potrebbero essercene molti.
Vediamo quindi quali sono le ambientazioni più difficili da riprodurre in una serie tv fantasy.
1) Le arche de L’Attraversaspecchi – Christelle Dabos
Iniziamo parlando di una saga che ha avuto un incredibile successo. La saga de L’Attraversaspecchi, formata dai quattro romanzi Fidanzati dell’inverno (2013), Gli scomparsi di Chiardiluna (2015), La memoria di Babel (2017), Echi in Tempesta (2019), e nata dalla penna della scrittrice francese Christelle Dabos, è uno di quei cicli narrativi che moriamo dalla voglia di vedere in una serie tv. Sono anni ormai che sogniamo di vedere la giovane Ofelia prendere vita sullo schermo. Eppure, non sarebbe affatto semplice riprodurre le arche che Christelle descrive con tanta abilità: le isole sospese nel cielo che orbitano intorno al Nucleo del Mondo.
Ciò che è rimasto della Terra è circondato da un mare di nubi e il Nucleo è formato da un insieme di vulcani che in continuazione vengono colpiti da fulmini. Uno spettacolo a dir poco mozzafiato che l’immaginazione dell’autrice ci ha restituito con chiarezza anche dalla pagina di un libro. Le arche più grandi sono 21, le più piccole quasi 200. Quanta computer grafica e quanto tempo servirebbero anche solo per ricreare nel dettaglio questo mondo meraviglioso? Per creare una serie tv fantasy di qualità occorrerebbero fin troppi soldi e fin troppo tempo.
2) Le Terre de Il Mondo Emerso (Cronache, Guerre e Leggende) – Licia Troisi
Il Mondo Emerso, nato dalla inesauribile fantasia della scrittrice romana Licia Troisi, è così vasto e pieno di popoli e tradizioni diverse, che riprodurlo in una serie televisiva sarebbe una vera impresa. E non parliamo solo delle Otto Terre (nove, se si conta anche la Grande Terra centrale su cui il Tiranno ha imposto il proprio controllo), ambientazioni principali della prima trilogia dell’autrice romana, ma anche del Mondo Sommerso che si trova al di là del Grande Mare. Parliamo anche delle Terre Ignote, delle Terre Elfiche ancora più lontane, dei Domini del Sud e del Grande Deserto. Un universo che, nelle saghe ambientate nel Mondo Emerso si è espanso sempre di più, fino quasi a prendere vita nelle nostre menti. Licia Troisi ha saputo dare una forma e un aspetto quasi tangibili a ogni luogo, a ogni popolo che vi abita o che vi ha abitato.
Creare una serie televisiva che osi esplorare l’universo incredibile di queste saghe (delle Cronache prima e delle Guerre e Leggende poi) potrebbe rendere i fan di tutto il mondo davvero felici. Ma a farli inferocire per non aver rispettato le descrizioni dell’autrice parola per parola basterebbe davvero poco. Aggiungiamo anche che, trattandosi di una saga tutta italiana, per poter realizzare al meglio il Mondo Emerso su schermo, servirebbero un budget e un livello di competenza decisamente alti, e tutti sappiamo che l’Italia non brilla certo per i suoi film o per le sue serie tv fantasy.
3) Terramare de La saga di Earthsea – Ursula K. Le Guin
Composto da 5 romanzi di cui i primi 3 formano la vera e propria Saga di Earthsea (Il mago di Earthsea, Le tombe di Atuan e La spiaggia più lontana) e i restanti 2 quella che successivamente è stata chiamata I draghi di Earthsea (L’isola del drago e I venti di Earthsea), il ciclo di libri della scrittrice Ursula K. Le Guin ha fatto gola a molti registi nel corso degli anni. Sono state tentate trasposizioni cinematografiche e seriali dell’universo di Terramare, nato dalla sua fantasia, ma se escludiamo I racconti di Terramare, prodotto nel 2006 dallo Studio Ghibli e quindi dalla mente geniale di Hayao Miyazaki, il riadattamento seriale è stato un fallimento.
Miyazaki ha rielaborato più o meno liberamente i primi 4 romanzi della saga, ma il vero banco di prova è stato il tentativo fallito di creare una serie televisiva a partire da quegli stessi libri. L’autrice stessa ha criticato la miniserie televisiva La leggenda di Earthsea, accusando i produttori di aver rovinato i suoi personaggi e di aver banalizzato l’universo da lei ideato. Probabilmente solo una serie d’animazione al livello del film dello Studio Ghibli potrebbe restituire tutta la complessità di questo mondo fantasy altrimenti difficilissimo da ricreare. Le Terre Interne e gli Orizzonti, con tutte le loro tradizioni e diversità, attendono ancora qualcuno che gli renda giustizia.
4) L’immenso mondo de Il Ciclo di Shannara – Terry Brooks
Ci hanno già provato e hanno fallito miseramente. Come si può pensare di trasporre degnamente in una serie televisiva il mondo che Terry Brooks ha impiegato ben 41 anni per delineare in tutti i suoi aspetti? Sì, perché La saga di Shannara, composta da 11 cicli narrativi diversi, è stata scritta dall’autore statunitense dal 1977 al 2018. Un’immaginazione unica quella di Terry Brooks. Un genere riconducibile all’high fantasy, o meglio, epic fantasy. Come ne L’Attraversaspecchi, anche qui ciò che rimane della Terra è diviso in varie parti, chiamate Quattro Terre. Il mondo è stato devastato da conflitti nucleari avvenuti nel XXI secolo e il pianeta non è più o stesso di una volta. L’uomo è quasi del tutto scomparso e altre razze hanno preso il sopravvento, riportando a galla la magia e il suo intimo collegamento con la natura.
32 romanzi che esplorano ogni angolo del mondo di Shannara. Non è pensabile portare sul piccolo schermo solo una piccolissima parte del lavoro di Terry Brooks. Così facendo si rischierebbe (ed è uno dei tanti errori che sono stati fatti con la produzione di The Shannara Chronicles) di rendere confusionario, caotico e irrimediabilmente lontano dal progetto dell’autore, un universo creato con così tanta precisione.
5) Il continente di Alagaësia nel Ciclo dell’Eredità – Christopher Paolini
Alagaësia con la sua geografia precisa e ricca di città, isole, fiumi e Stati, uno più importante dell’altro. Christopher Paolini, scrittore statunitense di origini italiane, ha dedicato anni alla stesura dei romanzi che hanno come protagonista Eragon, un giovane destinato a liberare il continente dalla tirannia di Galbatorix, a dorso del suo drago Saphira. Nella mente dell’autore, inizialmente, i romanzi della saga dovevano essere 3 ma, data la lunghezza dell’ultimo, Christopher ha deciso di dividerlo in due, dando così vita alla tetralogia formata da Eragon (2003), Eldest (2005), Brisingr (2008) e Inheritance (2011) e al sequel La forchetta, la strega, e il drago: Racconti di Alagaësia (2018).
Anche in questo caso, nel 2006 Stephen Fangmeier ha provato invano a dare vita a una trasposizione cinematografica della saga, iniziando dal primo libro, ma l’infedeltà nei confronti dell’opera originaria è costata al film una sequenza infinita di critiche. D’altronde riportare sullo schermo un mondo complesso come questo non è semplice. Speriamo che la serie televisiva annunciata da Disney il 26 luglio 2022 riesca, magari con qualche episodio in più, a dare luce e consistenza a personaggi sfaccettati, a un continente pieno di ambientazioni caratteristiche e speriamo che, soprattutto, sappia utilizzare la componente grafica in modo da ricreare con realismo e precisione anche i draghi come Saphira.
6) Il Bas-Lag della Trilogia del Bas-Lag – China Miéville
Ma veniamo a un tipo di fantasy davvero affascinante, diverso da quelli di cui vi abbiamo parlato finora. Stavolta si tratta di uno steamfantasy, o di ciò che dagli anni ’90 viene definito New Weird, un sottogenere del fantasy che mescola quest’ultimo con la fantascienza e l’horror. Un universo, quindi, in cui coesistono magia e tecnologia di tipo steampunk. Dei romanzi dell’autore britannico China Miéville, Perdido Street Station (2000), La città delle navi (2002) e Il treno degli dèi (2004) sono ambientati in questo mondo immaginario chiamato Bas-Lag, formato da un’enorme quantità di continenti. Rohagi e Bered Kai Nev sono i più noti, ma l’universo nato dalla penna di Miéville è così ampio che alcuni sono persino sconosciuti.
Ci sono poi tantissime isole, ognuna con i suoi costumi e le sue particolarità. Ma la cosa più difficile da ricreare sul piccolo schermo, di questa serie di libri fantasy, sarebbe proprio il mix perfetto di steampunk e fantasy. Questi elementi dovrebbero infatti caratterizzare ogni luogo, ogni personaggio. Ma basterebbe davvero poco per rendere ciò che Miéville ha creato una storia qualsiasi. Costumi, effetti speciali, cura dei dettagli.
Niente nella creazione di una serie tv fantasy può essere lasciato al caso, altrimenti rischia di venire meno la sospensione dell’incredulità da parte degli spettatori.
7) Il Mondo Disco de la Serie del Mondo Disco – Terry Pratchett
C’è poco da fare, come nel caso di Terry Brooks, anche in quello di Terry Pratchett, famosissimo scrittore britannico, la lunghezza della saga e l’ampiezza dell’universo creato sono due elementi che giocano a sfavore di una trasposizione per il piccolo e per il grande schermo. La Serie del Mondo Disco è un’altra delle più longeve in assoluto del genere fantasy, composta da ben 41 romanzi scritti tra il 1983 e il 2015, data della morte dell’autore. Eppure, per i romanzi di Pratchett la difficoltà legata all’estensione dell’universo narrativo non è l’unica. L’autore britannico utilizza un genere diverso dal solito, un fantasy definito umoristico, ancora più complesso da rendere in fase di scrittura, senza che si perdano il carattere e l’ironia originari.
Già solo rappresentare il Mondo Disco è un’impresa ardua. Si tratta di un mondo piatto che fluttua nello spazio e che è sorretto da quattro elefanti in equilibrio sul guscio di un’enorme tartaruga. Negli anni c’è chi ha provato a riadattare la saga di Pratchett, come l’adattamento televisivo in due puntate del 2008, The Colour of Magic, che ha coinvolto attori del calibro di Sean Astin, David Jason, David Bradley e addirittura Sir Christopher Lee. Eppure la trasposizione non ha avuto successo, così come le altre che hanno tentato l’impresa. Sembrerebbe impossibile riprodurre l’ambientazione di questa saga fantasy.