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La classifica delle 5 peggiori Serie Tv dell’HBO

Serie Tv HBO
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Volgarità e sesso totalmente gratuiti, intrecci senza senso, comedy che non fanno ridere e serie sul rock che mancano di ritmo: sono solo alcuni dei difetti delle più criticate serie tv HBO. In questo articolo analizzeremo le peggiori cinque in assoluto. E non mancano sgradite sorprese: come la presenza dell’irresistibile Louis C.K. e di Jack Black. O di sceneggiatori come quello di The Office. Cosa non ha funzionato? Scopriamolo!

5) Lucky Louie

Lucky Louie

Avete presente quell’incredibile mattatore che è Louis C.K., autore tra le altre cose di Louie? Bene, dimenticatevelo. Perché questa serie andata in onda nel 2006 ce lo ha mostrato nella sua veste peggiore. Di Lucky Louie il comico statunitense fu creatore, sceneggiatore e produttore oltre che, naturalmente, attore protagonista.

La vicenda ruota attorno alla quotidianità di Louie e della sua famiglia composta da una figlioletta, Lucy, e una moglie, Kim. Nelle intenzioni della serie e dell’autore c’era la volontà di riproporre il modello di sitcom familiare arricchendolo di toni sferzanti e poco corretti. Il risultato, però, fu un vero disastro. Inutile dire che Lucky Louie ebbe vita breve: una sola stagione di tredici episodi prima di entrare nel dimenticatoio.

A distanza di anni Louis C.K. si sarebbe abbondantemente rifatto ma il flop non fu facile da digerire. Tanto più per le violente controversie che scaturirono dalla messa in onda della serie. L’HBO, infatti, da sempre priva di filtri per quanto riguarda sesso, violenza e scene estreme, diede carta bianca all’irriverente comico. Il risultato fu un moltiplicarsi di assurde scene di nudo, battute a sfondo razzista e volgarità ben oltre il limite dell’accettabile.

Contro Lucky Louie si mosse perfino la Lega Cattolica per i diritti religiosi e civili con un comunicato dai toni durissimi. Ma non finì qui: la critica stroncò pesantemente lo show. Le accuse principali? Il riutilizzo di vecchi espedienti comici con l’aggiunta posticcia di scurrilità e nudi. L’esagerazione nella crudezza dei contenuti ha rappresentato senza ombra di dubbio il principale chiodo sulla croce della serie.

A ben vedere, nel tempo, Louis C.K. non è poi cambiato molto e quel tipo di comicità estrema si è sempre più imposta anche al vasto pubblico. Rivedere oggi Lucky Louie farebbe sicuramente meno impressione. Ma il vero problema, anche a distanza di anni, non è tanto nello humor nero connaturato al genere quanto nella totale discordanza tra i temi di fondo e questa ironia.

Enorme in tal senso appare la differenza con il capolavoro contemporaneo After Life a firma di Ricky Gervais che riesce, pur nel cinismo preponderante, a fondere significato e contorno, facendo ridere con cattiverie e riflettere con profondità. Insomma, Lucky Louie è a ragione tra le peggiori serie tv HBO, colpevole di aver tirato troppo la corda.

4) John From Cincinnati

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Al flop totale di John From Cincinnati, cancellata dopo appena una stagione, hanno contribuito fattori diversi. La storia riprende le atmosfere dei romanzi di Kem Nunn che vedono come sfondo scenari marini e luoghi in cui si pratica surf. Su questa base si innestano storie di persone scomparse e misteri investigativi che vengono a intrecciarsi profondamente con l’ambiente.

Nelle intenzioni generali John From Cincinnati sarebbe dovuta essere la trasposizione televisiva di questi scritti di genere surf noir, molto accattivanti proprio per la loro particolare struttura. La scelta di Kem Nunn come collaboratore prediletto per lo show non poteva essere più adatta. Ne esce così un intreccio che vede John, il protagonista, avvolto da un passato oscuro, farsi largo tra la famiglia Yost e la comunità di surfisti in cui si ambienta la serie. L’attenzione per gli aspetti tecnici risulta anche nella scelta di coinvolgere noti surfisti per le scene più estreme che risaltano così per realismo.

Ma allora cosa è andato storto?

Un primo problema è sicuramente legato a una scarsa attenzione per il lancio. Tralasciando la deficitaria campagna pubblicitaria, si scelse di mandare in onda l’episodio pilota appena dopo il finale attesissimo de I Soprano. Inevitabilmente le reazioni e l’attenzione che prese l’analisi della conclusione di uno dei più grandi show televisivi di sempre oscurò del tutto questo prodotto.

Non a caso gli ascolti crebbero via via nel corso degli episodi anche se ciò non bastò a sancirne la cancellazione definitiva al termine della prima stagione. Ma quale fu il vero problema allora? Quello che pesa più di tutto sulla serie è la sua eccessiva stranezza. Già dopo il primo episodio il pubblico rimase confuso e perplesso da quanto visto. Si ha l’impressione di essere di fronte a un’opera teatrale sperimentale che gioca su eccessi e virtuosismi simbolici difficilmente interpretabili.

Non si riesce a seguire la trama, a entrare in empatia con i personaggi e, in una parola, non si è mai coinvolti. L’impressione è sempre di essere fatalmente esclusi dal senso ultimo del racconto che si perde tra mille gorgheggi.

All’epoca la critica si spaccò sul prodotto: capolavoro o aria fritta? A distanza di meno di un anno il pubblico avrebbe decretato il fallimento di John From Cincinnati, destinato così a rimanere un’opera oscura, incompresa, ma soprattutto, e questo è il suo enorme difetto, incomprensibile.

3) The Brink

Jack Black

Anche The Brink rientra a pieno titolo tra le peggiori serie tv HBO nonché tra i flop cancellati dopo appena una stagione. L’idea di fondo era quella di riservare ogni stagione a una crisi geopolitica che sarebbe stata analizzata con toni satirici e dando rilievo a specifiche personalità.

La prima stagione vide così al centro della narrazione lo scontro tra Pakistan e USA con protagonisti un agente degli affari esteri, interpretato dal sempre irresistibile Jack Black, un segretario di Stato (Tim Robbins), un tenente comandante (Pablo Schreiber) e un impiegato pakistano dell’ambasciata statunitense (Assif Mandvi).

La serie tv HBO si configura come una commedia nera in cui un’improbabile squadra è in missione per evitare lo scoppio della terza guerra mondiale. Black e Robbins, nonostante un inizio in sordina, sono senza dubbio i grandi mattatori di The Brink e con un po’ di fatica anche la serie riesce a orientarsi meglio su di loro.

Il problema è che un certo tipo di comicità non funziona proprio: per quanto gli eccellenti interpreti tentino di conferire originalità ed estro, le battute e gli sketch risultano scadenti e sanno di stantio. E il (poco) umorismo diventa la scusa perfetta per una insoddisfacente caratterizzazione dei personaggi. Risultato?

Uno show che non è né carne né pesce e lascia l’amaro in bocca.

2) Vinyl

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Martin Scorsese e Mick Jagger come creatori e una storia che parla dell’ascesa del rock e del punk: come può essere un fallimento? L’ambizione certo non mancava alla serie e Scorsese aveva personalmente curato un pilot della durata superiore a un film. Il cast stellare (Bobby Cannavale, Olivia Wilde, Ray Romano), la musica, il sesso, gli eccessi di quegli irripetibili anni ’70: Vinyl poteva essere un forsennato viaggio psichedelico. Poteva, ma qualcosa è andato storto. E così dopo appena una stagione e un rinnovo annunciato è arrivato il ripensamento e la chiusura.

Fine dei giochi.

Per capire come abbia fatto questa serie tv HBO a finire così male bisogna partire da valutazioni economiche. L’eccezionale campagna pubblicitaria e i cachet da sogno per le star imponevano un successo che, a livello di pubblico, non è mai arrivato. La chiusura, insomma, era inevitabile. Ma le colpe della serie vanno anche oltre le spese folli.

La mancata ricezione da parte del grande pubblico non può certo essere imputata al plot che di per sé avrebbe intrigato una pletora di spettatori di ogni tipo: dai nostalgici ai rockettari di ultima data, passando per i curiosi e gli amanti di Scorsese.

Un target vastissimo andato in fumo dopo pochi episodi. Come mai?

Sulla carta sarebbe dovuta essere la serie dell’anno (2016) e il flop ha sorpreso un po’ tutti. Le ragioni, però, a ben vedere sono chiare. Stilisticamente ci troviamo di fronte a un lavoro accurato, perfino eccellente. Basti vedere la sigla, curata in ogni dettaglio, capace di creare grande atmosfera e alludere a quegli anni esplosivi di ribellione e trasgressione. Il problema è proprio questo: tutti gli aspetti più intriganti restano mera evocazione, confinati nella sigla.

Conclusi i preliminari, quando questa serie tv HBO è chiamata ad andare al sodo, cicca clamorosamente non riuscendo a ritessere insieme in maniera approfondita e critica il mondo del rock ‘n roll. Non ci sentiamo trasportati davvero in quegli anni e la trama, gli eventi, i corsi e i ricorsi della storia diventano esercizio stilistico incapace di calare davvero lo spettatore nelle atmosfere psichedeliche ed esasperate dei Seventies.

Sicuramente un punto di forza è l’attenzione per i dettagli, la riproposizione accurata di stili e costumi ma manca la giusta vibrazione. Quel ritmo ascendente, sempre più avvolgente che rende così grande la sigla è totalmente assente nella narrazione. E la colpa principale è di personaggi piatti, vuoti e privi di una direzione che si aggirano come fantasmi all’interno di un intreccio per certi versi banali. Come si sia riusciti a non rendere avvincente una serie basata sul decennio più intrigante dello scorso secolo è un vero mistero e una grandissima colpa.

1) Hello Ladies

Steve Merchant

Creatore di questa serie tv HBO è Steve Merchant che insieme a Ricky Gervais si era distinto per prodotti come The Office, Life’s Too Short ed Extras. Stavolta, però, il successo non gli ha arriso: difficile dire quanto conti l’assenza del fidato e irresistibile Gervais nel flop di questa serie. Quello che è certo è che a fronte di un curriculum di tutto rispetto Merchant, che è anche protagonista, non è riuscito a confermarsi.

Hello Ladies è una comedy incentrata sulla rattoppata vita di un informatico inglese un po’ troppo sicuro di sé e costantemente proiettato in fallimentari approcci con ragazze fuori dalla sua portata. Ad accompagnarlo la coinquilina Jessica e gli amici Wade e Kives. Espedienti comici e situazioni imbarazzanti sono all’ordine del giorno: una classica commedia, insomma. C’è solo un problema: Hello Ladies è terribilmente scontata, noiosa, ovvia e raffazzonata.

Tutto sa di già visto, trito e ritrito. Se il modello a cui si strizza l’occhio è senza dubbio quello di Life’s Too Short il risultato non aggiunge nulla al già detto. Anzi, si verifica una banalizzazione delle situazioni e, cosa ancor più grave, Merchant come protagonista non conquista minimamente. Tutt’altra cosa rispetto al magnetico Ricky Gervais che a ragione può riservarsi il posto più in vista nei suoi show. Il tentativo di Merchant invece è un grande salto nel vuoto con un tonfo epocale.

Una sola stagione, tanti giudizi negativi, ascolti deficitari e tanti saluti. Come premio il primo posto meritato tra le peggiori serie tv HBO.

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