True Detective – Un’intuizione tutt’altro che innovativa
Abbiamo deciso di parlare di True Detective in questo articolo con esclusivo riferimento alla prima stagione. Non c’erano mai stati show capaci di innovare così radicalmente il mondo delle Serie Tv con una singola stagione, per giunta composta da soli otto episodi. Un detective brillante, con un matrimonio alle spalle e un passato da tossicodipendente. Quante volte abbiamo incontrato un personaggio con questi tratti? È quasi immancabile in ogni show poliziesco; al punto che pare che il binomio “passato problematico/genio investigativo” sia un requisito per l’ingresso nelle forze dell’ordine statunitensi.
Eppure, nella rurale Louisiana, un personaggio non così tanto innovativo è il protagonista di una Serie Tv che ha sconvolto il mondo del piccolo schermo. La prima stagione di True Detective è interamente opera del genio creativo di Nic Pizzolatto, ed è necessario sottolineare come, a differenza di quanto accade solitamente, l’intera sceneggiatura sia stata scritta proprio da lui.
La tanto acclamata prima stagione altro non è che un one man show. Nic Pizzolatto ha sempre apprezzato il genere poliziesco e, prima di decidere di dedicarsi alla sceneggiatura, desiderava scrivere un romanzo: True Detective nacque così, dalle ceneri di un romanzo mai scritto. Lo sceneggiatore impiegò oltre tre mesi per scrivere un copione di cinquecento pagine. Lo fece in un garage di Los Angeles le cui pareti, per stessa ammissione dell’autore, erano interamente ricoperte di post it. Le felici intuizioni di inserire uno sfumato misticismo e di allontanare la narrazione dai poli centralizzanti di New York e di Los Angeles hanno trasformato, in concorso con il talento degli attori, un buon poliziesco in un capolavoro seriale.