Lost – Caparbietà e fortuna
Senza Lost l’industria del piccolo schermo avrebbe molto meno seguito. È l’alpha e omega degli show televisivi, è l’equivalente della croce per un cattolico. Un simbolo religioso Cosa hanno in comune il film Cast Away e il reality show “Survivor”, a parte la comune ambientazione su un’isola? Poco, direte. Del resto appartengono a due genus televisivi totalmente divergenti. Eppure, Lost è profondamente legata a entrambi.
Nel 2003 Lloyd Braun, dirigente della ABC, si recò in vacanza alle Hawaii e pensò a una sorta di crossover tra Cast Away e Survivor: una Serie Tv basata sulle avventure di un solo naufrago non avrebbe probabilmente riscosso successo, da qui l’idea di inserire un gruppo di personaggi che si trovano a dover sopravvivere in un ambiente ostile, povero di risorse.
Almeno inizialmente il concept non riscosse approvazione tra i dirigenti del network ABC; escluso Sherman il quale riteneva che da quella idea potesse essere realizzato un buon prodotto. Allo scrittore Jeffrey Lieber fu commissionata la stesura della sceneggiatura del primo episodio, che però non piacque a Braun. Quest’ultimo, forte del suo ruolo nel network ABC, non ebbe difficoltà a proporre ad Abrams il suo progetto e a commissionargli un secondo copione del primo episodio. Il resto è imperiosa, magnifica, storia. L’effetto Dunning-Kruger è un magnifico rendersi conto della propria inettitudine.