5) Sherlock
Lo sappiamo. È stato un successo straordinario. L’aspettativa per la quarta stagione è stata enorme ed ha generato ogni sorta possibile di reazione. E siamo tutti a sperare in una quinta. Eppure ad essere onesti, c’è un motivo se la troviamo qui. La prima stagione, infatti, prometteva molto, ma lasciava anche tante perplessità. Il linguaggio drammaturgico era a volte singhiozzante. I tempi scenici non sempre perfetti. L’alternanza pathos e narrazione a volte lasciava perplessi. S’intuiva il valore e la qualità, ma indubbiamente sembrava un po’ troppo acerba. Ancora immatura. E devono essersene accorti anche Mark Gatiss e Steven Moffat. Dalla seconda stagione in poi, infatti, non hanno più sbagliato un colpo. L’episodio d’apertura della seconda stagione “Scandalo a Belgravia” è un piccolo gioiello confezionato magistralmente. La crescita a livello di personaggi, temi, trama e sottotrama ha il ritmo incalzante di un treno lanciato nella brughiera inglese.
“Le cascate di Reichenbach“, “La casa vuota“, “Il segno dei tre” e “Il detective morente” sono il perfetto viatico che conduce la Serie Tv verso il suo (discusso) epilogo: “Il problema finale“. Ogni cosa è messa al posto giusto, come in un quadro d’autore non è possibile spostare nulla senza rovinare qualcosa. La prima stagione è stato il banco di prova. E come ogni banco di lavoro che si rispetti c’è qualcosa fuori posto che ci fa capire che l’artista è al lavoro. Ma quando termina l’opera e la espone, pulita e lucidata, compare in tutta la sua bellezza.