Un mondo tutto da scoprire per lo spettatore che segue le gesta del protagonista. Questa è l’idea alla base di X, prodotto che ha fatto di tutto per inserirsi con sicurezza in un genere trattato nel corso degli anni da tantissimi altri prodotti sia televisivi che non. L’idea forse più grande che l’uomo ha in testa dall’alba dei tempi: non da dove veniamo, ma dove andremo?
X è riuscita a far appassionare il pubblico sin dal primo episodio (e se il pilot funziona, hai colpito nel segno) con idee chiare e ben definite, che per un genere come questo sono fondamentali. La sensazione di confusione o di cose lasciate al caso – uno dei peggiori timori degli spettatori quando si approcciano a prodotti con queste premesse – non sussistono in alcun modo.
Lo spettatore viene guidato dalla voce narrante che funziona sia all’interno che all’esterno del mondo raccontato. Le vicende nelle quali il protagonista viene guidato, e ciò che gli viene spiegato, sono sempre gestite in modo tale che lo stesso fruitore della serie si senta appagato dalle spiegazioni e regole fornite. E pian piano, pezzo dopo pezzo, l’idea complessiva della serie viene a crearsi con molta naturalezza.
Il punto forte di X è sicuramente la capacità di prendersi i giusti tempi. Che sia una riflessione di un personaggio, uno stacco di inquadratura, un conflitto interno, nulla deve essere frenetico. La sottotrama poliziesca che contorna il tutto riesce a interessare senza rubare la scena a una trama principale incentrata sui sentimenti, pensieri, sensazioni umane. Ed è quasi ironico dato il contesto in cui ci troviamo.
Ironico un po’ come tutta X, non solo per la sua forte vena comica che adorna certi personaggi secondari, ma anche per i fortissimi parallelismi che noi spettatori rivediamo nel prodotto. Divisi da uno schermo, osserviamo i protagonisti agire con l’impossibilità di intrometterci anche solo per una singola parola. Una frustrazione che non siamo i soli a provare, e che vediamo come può avere effetto sugli stessi personaggi che si trovano ad affrontarla.
L’idea di vita, ridotta al suo senso più puro, ci scorre davanti in un mix di esperienze e avvenimenti che sanno attirare l’interesse emotivo anche grazie a un cast sorprendente. Un volto già noto come protagonista viene affiancato da un vero e proprio azzardo, nel suo primo ruolo centrale in una serie tv. Ed è un rischio che porta i suoi frutti, in quanto riesce a trasmettere alla perfezione l’incertezza e il conflitto etico che vive il suo personaggio.
I vari paragoni con serie più famose hanno colpito X sin dal suo primo trailer, eppure questa serie dimostra che non è il cosa, ma il come a essere importante. Una storia d’amore platonica per due personaggi a cui il mondo dice “No!“, eppure non basta. Esattamente come le tante parole di dubbio non hanno intaccato la qualità del prodotto, così anche le mille regole che dovrebbero separare X e X vengono bypassate.
Piccoli gesti o pensieri, che avvicinano due individui lontani per natura ma mai così affini. Due che la società ha diviso e circondato da muri perché non escano dal loro posto prestabilito. Una forte critica alla società attuale e soprattutto al capitalismo (che già nel corso degli anni le serie hanno provato a smontare attraverso i cosìddetti Boomer) più sfrenato rendono questa serie più vicina a noi di quanto vorremmo. Certo, non è dietro l’angolo, però a qualche isolato di distanza potremmo immaginarcela.
E come è giusto che sia, prendendosi i propri tempi, neanche il finale vuole essere rose e fiori, anzi. Una scelta controcorrente e inaspettata, non programmata da parte di nessuno dei due, li divide nel momento del bisogno. Lasciandoci così con un senso di grigiume, quasi segregati nel seminterrato del mondo di colori che avevamo iniziato ad apprezzare.
Da soli, o peggio, con il nostro sogno rimpiazzato da un incubo. Incapaci di muoverci, di rispondere, di reagire a questo presente ingiusto. In attesa del futuro: che sia a fine mese, o fra un anno, in attesa che X (ufficialmente rinnovata) torni a continuare la sua storia con una seconda stagione, dopo la prima del 2020.
E solo allora, sì, potremo tornare a vivere.