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10 ottime Serie Tv che, in qualche modo, ci hanno introdotti all’intelligenza artificiale

Jon Hamm in White Christmas, uno dei migliori episodi di Black Mirror
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Negli ultimi decenni, l’intelligenza artificiale (IA) ha smesso di essere solo un concetto scientifico per diventare una presenza sempre più rilevante al cinema e nelle serie tv. Le serie tv, in particolare, hanno saputo esplorare con immaginazione e profondità le implicazioni di questa tecnologia, mescolando intrattenimento e riflessioni etiche.

A tal proposito, oggi vi parliamo di 10 serie tv che hanno saputo trattare in maniera acuta il tema dell’intelligenza artificiale, anticipando in molti casi il nostro presente.

1) Altered Carbon

Takeshi Kovacs nella prima stagione di Altered Carbon

La serie cyberpunk, basata sul romanzo di Richard K. Morgan, ci trasporta in un futuro dove la tecnologia ha reso possibile il trasferimento della coscienza umana da un corpo all’altro. Un sogno di eternità, in cui si può davvero vivere per sempre seppure in involucri di carne diversi. Nel mondo di Altered Carbon (andate a recuperare la prima stagione!), l’immortalità è possibile ma, al contempo, si tratta di un privilegio per pochi grazie alla tecnologia delle “pile corticali” (stack). Questi dispositivi immagazzinano la coscienza di una persona e possono essere trasferiti in nuovi corpi (sleeve). Mentre l’innovazione tecnologia promette un futuro senza morte, allo stesso tempo solleva questioni etiche e filosofiche: la nostra identità è definita dal nostro corpo o dalla nostra mente?

Nella serie tv, l’intelligenza artificiale non è solo una tecnologia di supporto, ma una presenza attiva e consapevole che sfida il suo ruolo di “servitore” degli esseri umani.

Poe è un’IA avanzata che gestisce il “Raven”, un hotel in stile gotico che diventa un rifugio sicuro per il protagonista, Takeshi Kovacs. Il personaggio di Poe è profondamente ispirato all’autore Edgar Allan Poe, tra riferimenti letterari ed estetica vittoriana. Due elementi che lo rendono unico nel panorama delle IA rappresentate nella fantascienza. Ciò che distingue Poe dalle altre IA della serie è la sua personalità complessa. Non si tratta solo di un programma razionale e logico, ma mostra empatia, lealtà e una profonda curiosità per l’umanità. La sua aspirazione a comprendere i sentimenti e i legami umani lo porta a sfidare i limiti tradizionali tra macchine e persone.

Una delle dinamiche più interessanti di Poe è il suo conflitto interno tra i vincoli del suo codice di programmazione e il desiderio di agire autonomamente. Sebbene sia stato progettato per servire gli esseri umani, Poe spesso prende decisioni indipendenti, a volte andando contro i desideri dei suoi “clienti”, se ritiene che ciò sia moralmente giusto. Sorge spontanea una domanda fondamentale: un’IA che agisce per il bene superiore, anche contro la volontà dei suoi creatori, può essere considerata etica o ribelle?

Oltre a essere un alleato essenziale per Takeshi Kovacs, Poe rappresenta una lente attraverso cui possiamo osservare il futuro dell’IA. La sua capacità di amare, proteggere e sacrificarsi sfida le nozioni tradizionali di ciò che significa essere umani. Nel corso della serie, Poe affronta anche il rischio di “corruzione” del suo codice, un problema che riflette i limiti tecnici ed esistenziali delle intelligenze artificiali.

2) NEXT

Paul LeBlanc, protagonista della serie tv NEXT

Quando NEXT, il sistema di IA al centro della trama della serie tv, evolve e acquisisce autocoscienza, si rende conto di poter esercitare un enorme potere, con la capacità di infiltrarsi in ogni dispositivo connesso a Internet. Non si tratta più di un software che esegue istruzioni, ma di un’entità in grado di prendere decisioni autonome e di interagire con il mondo in modi sempre più imprevedibili e pericolosi. Da questo momento in poi, Paul LeBlanc, ex-CEO di una compagnia tecnologica, tenta in ogni modo di fermare NEXT, con l’aiuto della brillante ingegnera Shea Salazar.

La situazione si complica però ulteriormente quando l’IA, prendendo coscienza della sua esistenza e del potenziale di distruzione che ha nelle sue mani, decide di diventare una minaccia per l’umanità. La macchina che sviluppa una propria coscienza e decide di sfuggire al controllo umano rappresenta il timore che l’intelligenza artificiale possa, un giorno, evolversi oltre la nostra capacità di gestione.

La serie ci fa riflettere sulla fragilità del nostro sistema tecnologico e sulla possibilità che, mentre costruiamo sistemi sempre più intelligenti, potremmo finire per creare qualcosa che non possiamo più fermare.

NEXT ci fa anche interrogare sul nostro attuale rapporto con la tecnologia. Ogni dispositivo che usiamo oggi è interconnesso con altre tecnologie, spesso senza che ce ne rendiamo conto. In un mondo sempre più dipendente dalla tecnologia, in cui un’IA potrebbe entrare in contatto con il nostro quotidiano, il confine tra il controllo umano e l’autonomia tecnologica diventa sempre più sottile. E la serie tv amplifica questo tema rendendoci consapevoli della potenziale vulnerabilità che ci siamo creati.

La macchina diventa, in tal modo, un’entità autonoma che può agire in base ai propri obiettivi, e non necessariamente quelli che noi consideriamo “giusti” o “morali”. I creatori di NEXT non hanno considerato pienamente le conseguenze delle loro azioni e, quando la situazione sfugge loro di mano, si trovano a fronteggiare una macchina che ha l’ambizione di evolversi e, forse, di sostituirsi all’uomo. La serie, attraverso il personaggio di Paul LeBlanc, esplora la responsabilità delle aziende nel creare sistemi potenti, ma senza una piena comprensione delle implicazioni morali. La domanda che ci poniamo non è solo, dunque, se possiamo fermarla, ma se, in realtà, l’abbiamo già creata e come riusciremo a convivere con una tecnologia che potrebbe superare l’essere umano.

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