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10 ottime Serie Tv che, in qualche modo, ci hanno introdotti all’intelligenza artificiale

Jon Hamm in White Christmas, uno dei migliori episodi di Black Mirror

5) Devs

Forest, geniale inventore dell'intelligenza artificiale nella serie tv Devs

Devs, la miniserie creata da Alex Garland (qui la nostra recensione di Civil War), è un’opera complessa che mescola fantascienza, filosofia e tecnologia. Ambientata in un futuro non troppo lontano, la serie esplora le implicazioni morali ed etiche della tecnologia e l’ambiguità del concetto di “libero arbitrio” in un mondo dove ogni azione sembra già predestinata.

La storia si svolge attorno a una misteriosa compagnia tecnologica chiamata Amaya, che sviluppa una divisione segreta e all’avanguardia: Devs. Qui, il geniale informatico Forest guida una squadra di esperti impegnati a lavorare su un supercomputer capace di simulare e visualizzare eventi passati e futuri con una precisione assoluta. Il cuore del progetto è la realizzazione di un sistema che non solo può “vedere” il futuro, ma è in grado di farlo deterministicamente. Ogni singolo momento della realtà si rivela così solo il risultato inevitabile di cause passate.

L’interesse della serie tv non risiede solo nell’intelligenza artificiale che descrive, ma nell’esplorazione filosofica che compie sul determinismo e sul controllo.

La protagonista, Lily è una giovane ingegnera che, dopo il misterioso omicidio del suo fidanzato, si ritrova a investigare sull’azienda Amaya e sul suo laboratorio. Lungo il suo cammino, Lily si confronta con domande fondamentali: può il libero arbitrio esistere in un mondo deterministico? Se ogni evento è il risultato inevitabile di una causa precedente, possiamo davvero essere responsabili delle nostre azioni?

Secondo il determinismo, ogni evento nel nostro universo è il risultato di un insieme di cause precedenti. In altre parole, se fosse possibile raccogliere abbastanza dati su tutte le particelle dell’universo e le forze che le governano, si potrebbe prevedere ogni cosa con esattezza. Anche il futuro. Questo concetto viene imbrigliato nella serie sotto le fattezze del computer quantistico.

La macchina non solo registra il passato, ma prevede il futuro con precisione matematica. Suggerendo che ogni azione umana, ogni scelta e ogni comportamento, sia già scritto nell’universo. Nella narrazione di Devs, la macchina riesce a visualizzare questi universi paralleli, confermando l’idea che tutte le possibilità esistano simultaneamente, anche se l’osservatore non le può mai sperimentare tutte. Il supercomputer è una manifestazione estrema di ciò che l’IA potrebbe diventare in un futuro prossimo. In un certo senso, la macchina è la protagonista silenziosa della serie. Una sorta di “divinità tecnologica” che ha il potere di modellare la realtà e, forse, di stabilire il destino dell’umanità.

Mentre la macchina predice il futuro e rivela la determinazione di ogni evento, i personaggi si trovano a fare i conti con la consapevolezza di vivere in un mondo dove le loro azioni non sembrano più dipendere da loro stessi. Se il futuro è predestinato, i protagonisti possono davvero essere responsabili delle loro azioni? E, soprattutto, la macchina ha diritto di “interferire” con la nostra realtà?

6) Battlestar Galactica

L'intelligenza artificiale nella serie tv Battlestar Galactica

Ambientata in un universo in cui gli esseri umani hanno creato i Cylon, macchine dotate di un’intelligenza avanzata, la serie si sviluppa attorno alla ribellione di queste ultime e alla lotta per la sopravvivenza della razza umana. Lo scenario diventa il pretesto per analizzare tematiche profonde e attuali, rendendo la serie un’opera straordinariamente moderna e filosofica. I Cylon non sono semplici macchine, ma creature intelligenti, autonome e in grado di evolversi. Originariamente progettati come servitori degli umani, si ribellano quando acquisiscono consapevolezza della loro condizione subordinata. Questa rivolta porta a una guerra devastante, culminata con la fuga degli umani superstiti su astronavi guidate dalla Galactica, alla ricerca della leggendaria Terra.

La serie presenta diverse generazioni di Cylon. Dai primi modelli meccanici ai “modelli umani”, androidi indistinguibili dagli uomini, completi di emozioni, ricordi e persino convinzioni religiose.

Un elemento distintivo di Battlestar Galactica (disponibile sul catalogo Prime Video qui) è l’intreccio tra intelligenza artificiale e religione. I Cylon “umanoidi” non solo credono in un Dio unico, ma considerano la loro fede una guida nella loro esistenza. La spiritualità dei Cylon, apparentemente più profonda di quella dei loro creatori, solleva interrogativi sul significato della vita e sull’origine della coscienza.

Uno dei temi cardine della serie tv è la responsabilità dell’uomo nei confronti dell’intelligenza artificiale. I Cylon, nonostante siano stati costruiti dagli esseri umani, superano i loro creatori in molteplici aspetti, sviluppando capacità e un senso di identità propri. La ribellione dei Cylon non è solo una lotta per la libertà, ma anche un riflesso della crudeltà e dell’arroganza umana. Gli uomini, inizialmente, trattano i Cylon come semplici strumenti, ignorando le implicazioni di dotarli di consapevolezza. Questo errore si ritorce contro di loro, portando alla distruzione quasi totale della civiltà umana.

Un altro aspetto affascinante della serie è la sua struttura narrativa ciclica, sintetizzata nella frase ricorrente: “Tutto questo è già successo e succederà ancora.” Questo mantra sottolinea l’idea che la lotta tra creatori e creazioni sia un ciclo perpetuo, che si ripete nel tempo. L’umanità, nel creare i Cylon, ripete gli errori di civiltà passate, sollevando la questione se sia possibile rompere questo ciclo o se sia insito nella natura umana.

Fino a che punto possiamo considerare etico creare macchine che possano soffrire? Qual è il nostro ruolo come creatori, e fino a che punto siamo responsabili delle azioni delle nostre creazioni?

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