5) It’s Okay, That’s Love (2014)
It’s Okay, That’s Love affronta in modo coraggioso e delicato il tema della malattia mentale, rompendo lo stigma associato ad essa. Jae-yeol, popolare autore di romanzi gialli e DJ radiofonico, soffre di disturbi ossessivo-compulsivi e schizofrenia, mentre Hae-soo, una psichiatra ambiziosa, ha paura dell’intimità fisica. I due protagonisti si incontrano per la prima volta durante un dibattito televisivo, dove emergono subito le loro personalità forti e contrastanti. Eppure, nonostante le iniziali incomprensioni e tensioni, Jae-yeol e Hae-soo sviluppano un legame profondo e complesso, scoprendo e affrontando insieme le loro vulnerabilità.
Uno degli aspetti più rivoluzionari e apprezzati di “It’s Okay, That’s Love” è la sua rappresentazione aperta e sensibile delle malattie mentali.
La serie ha fatto un lavoro significativo nel portare alla luce problemi spesso trascurati o stigmatizzati, offrendo una rappresentazione autentica e umana di coloro che ne sono affetti. Jae-yeol, interpretato da Jo In-sung, è un celebre scrittore e DJ radiofonico che soffre di disturbo ossessivo-compulsivo. Il suo DOC si manifesta attraverso rituali rigidi e ripetitivi. Come la necessità di dormire nella vasca da bagno, che utilizza come un modo per affrontare l’ansia e il trauma del suo passato. La serie mostra come il DOC influenzi ogni aspetto della vita di Jae-yeol, dalle relazioni personali alla carriera, mettendo in luce le difficoltà quotidiane che affrontano le persone con questo disturbo.
Man mano che la serie progredisce, viene rivelato che Jae-yeol soffre anche di schizofrenia, una condizione che lo porta a vedere e interagire con un personaggio immaginario, Han Kang-woo. Questa rappresentazione è particolarmente significativa in quanto la schizofrenia è spesso fraintesa e stigmatizzata. La serie umanizza i personaggi affetti da disturbi mentali, presentandoli come individui completi e complessi piuttosto che ridurli alle loro diagnosi. Questo approccio aiuta a sfidare lo stigma e i pregiudizi associati alle malattie mentali.
6) Blood (2015)
Non manca nemmeno il fantasy nelle serie tv k-drama
Blood, per esempio, è un k-drama (ecco 5 cose che forse non hai mai capito) unico nel suo genere che unisce elementi drammatici, procedurali e sovrannaturali insieme. Park Ji-sang è un chirurgo esperto che lavora presso il prestigioso Taemin Cancer Hospital ma nasconde anche un oscuro segreto: è un vampiro. Grazie a un trattamento speciale, riesce a controllare la sua sete di sangue, e a dividersi tra la vita di giorno e quella di notte. Motivato non solo dalla sua passione per la medicina, ma anche dal desiderio di trovare una cura definitiva per il vampirismo. Malattia che ha causato la morte dei suoi genitori. Nel suo percorso, incontra Yoo Ri-ta, una dottoressa talentuosa e nipote del presidente dell’ospedale, con la quale sviluppa un rapporto complesso e significativo.
Ovviamente la trama non finisce qui perché l’ospedale stesso custodisce segreti ancora più oscuri. Infatti, Ji-sang scopre che Lee Jae-wook, capo del dipartimento di chirurgia, ha piani sinistri che coinvolgono esperimenti sui pazienti e che rischiano di sconvolgere l’umanità intera. Progresso scientifico ed etica medica tradizionale sono due dei temi principali della serie tv. All’interno del Taemin Cancer Hospital, vengono condotti esperimenti segreti che mettono a rischio la sicurezza e il benessere dei pazienti. Nel frattempo, la lotta tra il bene e il male continua senza esclusione di colpi.
Un altro aspetto critico dell’etica medica esplorato in uno dei migliori drama coreani recenti è il concetto di “fare del bene”.
Ji-sang, nonostante la sua natura vampirica, è guidato da un forte senso del dovere nei confronti dei suoi pazienti. D’altra parte, Lee Jae-wook rappresenta l’antitesi di questi principi. Le sue azioni, infatti, sono motivate più dalla sete di potere e dall’egoismo che dall’interesse genuino per il benessere dei pazienti. Questo contrasto tra i personaggi evidenzia i dilemmi morali che i medici sono chiamati ad affrontare nella loro pratica quotidiana. Un monito che spinge gli spettatori a riflettere sulla responsabilità del singolo e della collettività.